Laika Vendetta + Toot @INIT Club, Roma (testo e foto di Stefano D’Offizi)

Nella solita apprezzabile cornice Romana offerta dall’INIT Club, stasera abbiamo potuto ascoltare due band assolutamente distanti  fra loro come sound,  anche se molto prossime per lo spirito con il quale affrontano l’esibizione.
Internamente, oltre al look rinnovato del locale, si può scorgere un apprezzabile merchandising con magliette e gadget vari dei Laika Vendetta, la headliner della serata, tra cui il loro primo album, che ovviamente hanno il piacere di presentarci in diretta: Silvia, Jeanne… e le altre, album d’esordio che abbiamo avuto il piacere di scaricare gratuitamente dal LORO SITO, e che presto vedremo di approfondire sulle nostre pagine.
Ad aprire la serata, una formazione alquanto originale, un trio formato da chitarra, batteria e synth, anche se originariamente ci sarebbe un quarto elemento alla voce, assente causa erasmus a Madrid e per la prima volta (che io sappia) un cantante viene rimpiazzato da se stesso!
Ebbene, nonostante l’assenza del loro frontman, i Toot hanno deciso di esibirsi lo stesso, campionando la voce e mandandola come traccia aggiuntiva ai già complessi loop digitali. La direzione sonora intrapresa dalla band, risulta immediata e d’impatto, un elettrofunk davvero ben riuscito, alternando ritmi dance d’altri tempi a mix elaborati quanto riusciti, tra il technopop ed il rock d’avanguardia. Effetti digitali minimalistici, nulla di troppo etereo, tanto per restare ancorati al ritmo con i piedi per terra, ma assolutamente efficenti, in quanto è davvero difficile non lasciarsi coinvolgere e non battere il piede a tempo.Ottime soluzioni in brani di facile ascolto, così come il titolo Why you make it so hard sembra volerci suggerire, passando fra Friendship is the cure e Battlefield si arriva al finale, probabilmente anche troppo presto, e con The party is going over, salutiamo una band che sembra avere proprio tanto da dire in un panorama tanto prosciugato dalle varie centinaia di cloni che si autoprofessano Indie (come se volesse davvero significare qualcosa), quindi rimaniamo in ascolto, magari la prossima volta con la formazione al completo.
Pochi minuti di pausa, mentre il palco viene allestito per i Laika Vendetta, e la sala torna a riempirsi dopo qualche birra fresca, del resto le temperature si sono leggermente innalzate. Il disco d’esordio è uscito il 13 Gennaio scorso, e la band ha deciso di distribuirlo anche in free download, un gesto che noi tutti apprezziamo , soprattutto in periodi di crisi come questa, in cui il biglietto di un concerto, solitamente a quindici euro può rappresentare un vero problema, e scoprire che il live di stasera costa solo cinque (più uno sconto per chi acquista il cd all’interno) è davvero una manna.

A parte il doveroso preambolo economico/sociale,  devo ammettere che il suono dei Laika è del tutto differente da quanto ascoltato fin qua, non c’è alcuna traccia di elettronica a parte qualche sporadico effetto piazzato ora sulle chitarre, ora sulla voce, ed il ritmo è meno frenetico, più ragionato e rilassato. Uno stile abbastanza Alternative da ricordare a sprazzi i primi Afterhours, anche se con un timbro vocale totalmente diverso, ed una propensione al ritornello un po’ più stabile, senza per questo perdere in originalità. Ascoltando i loro testi ci si rende conto che trattano temi molto attuali, tra il socialmente impegnato e lo spirituale tendente al mistico, tenendo sempre l’essere umano e le sue azioni al centro del tema, una scelta sicuramente conquistata a fronte di un ragionamento più che sensato, tanto da far assumere a brani come Incendiaria, le sembianze di un trattato di antropologia sull’uomo moderno.
La title track, Sylvia, Jeanne e le altre suona come il lavoro più completo del gruppo, il probabile centro del loro progetto, anche se il brano che sembra essere stato più apprezzato (anche dal sottoscritto) è Filastrocca della Luna, sia per il potente inizio, sia per le ottime sonorità rindondanti che si alternano al riff principale, senza contare quanto sia difficile riuscire a musicare una lingua tanto complessa come l’Italiano quando si utilizzano termini di un certo peso. Ottima performance anche per loro, per quanto fossi partito prevenuto sul genere forse un po’ collaudato, devo dire di aver apprezzato, soprattutto per l’energia dimostrata sul palco.
Anche questa è una formazione da tenere d’occhio, qualità e quantità stasera all’INIT, che come sempre riesce a congiungere due pianeti differenti in una insolita e piacevole alchimia.


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