


I Misty hanno suonato per quasi un’ora ed il pubblico adesso freme.Veloce alternarsi di addetti e strumentazione e finalmente il centinaio di persone accalcatesi a ridosso del palco e’ soddisfatta:gli Helligators sono in onda. In prima fila troviamo lo zoccolo duro dei fans della formazione,su tutti il figlio del frontman Emanuele”Hellviss”Galanti (non avra’ piu’ di dodici anni!) ed il manager della band, Luigi Maracino, vero e proprio sesto elemento che incita gli Helligators lasciandosi trascinare dalla musica,quasi lo spazio fisico da lui occupato tra la folla fosse un’estensione del palco.Il gruppo(formatosi nel 2009 n.d.r.) presenta il suo primo lavoro datato Ottobre 2011 dal titolo Against all odds. La partenza e’ a dir poco spettacolare,dopo un breve ma intenso intro strumentale esplode la carica di Hellviss e Co.:sulle graffianti note di Southern Cross, che dell’ononimo pezzo di Still,Crosby e Nash ha veramente solo il nome,il pubblico impazzisce,solleva le mani,surfa alta sullo tsunami sonoro che proviene dal palco;la band e’ carica e motivata sin dal primo brano,Hellviss ha un microfono “vintage” attaccato ad una catena che pende dai pantaloni in modo da potersi scatenare senza impedimento e lasciarlo penzolare ad ogni affondo della band:il frontman non si risparmia,salta,balla,emula in air guitar mode le performances dei chitarristi Daniele“Kamo” Tomassini(lead guitar)e Mik”El Santo”Chessa ed esorta la folla all’esplosione,incitandoli e portando il cavo della mano all’orecchio destro.La band ha senza dubbio l’appeal necessario ad affrontare un palco da grande gruppo e lo dimostra nei pezzi successivi: Cruel e’ il secondo brano in scaletta,un’altra freccia infuocata scagliata su di un pubblico cosparso di benzina,seguito da Stone Crusher Lou, brano presentato per la prima volta dal vivo.Quarta traccia e’Kill the Monster, Hellviss possiede un timbro velenoso ed acido che sa domare a piacimento indirizzandolo verso lidi piu’ caldi e coinvolgenti,suda ma e’ chiaro come questa sera non si arrendera’ mai: ”Forse non ve ne siete accorti ma vi stiamo traghettando all’inferno!”dichiara,ma il pubblico lo sa e sente molto caldo.Seguono Burn e Bloody Blue, se il carisma di Hellviss e le chitarre sono la punta di questo heavy blues,groove and metal iceberg allora il timbro ed i ritmi di Rod”Goblin”Renzi al basso e di Marco Aurelio”Karonte” alla batteria sono la base sommersa di questo blocco di ghiaccio rovente.La performance e’ arricchita dall’esecuzione della cover di Ace of Spades degli intramontabili Motorhead,cantata con tanta rabbia ed un pizzico di emozione dal giovane Andrea”Lemmy” De Luca, invitato sul palco da tutta la band.Brano successivo e’ Against All Odds, traccia che da il titolo all’album, un’esecuzione coinvolgente appena “lesionata” dai piccoli problemi tecnici che avevano afflitto anche i Misty Morning,con la tendenza del basso a coprire le performances vocali di tono piu’ grave.Tutto cio’ non scalfisce affatto la corazza indistruttibile di questo gruppo che ci da’ tutto cio’ di cui e’ in possesso,in termini di emozioni e coinvolgimento:alti sull’onda gli Helligators si lanciano allora nell’esecuzione di Gimme A Break e dell’ineducata e trascinante Tattoed Killer, pezzo che sottolinea ancora le capacita’ vocali di Hellviss,senza nulla togliere alla competenza tecnica del gruppo che dal vivo suona veramente bene.La calda notte al Porky’s Pub si conclude con il bis di Southern Cross e dopo aver suonato per due ore buone il gruppo si congeda da un pubblico soddisfatto ed assordato.

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ero presente alla serata,bravissimi i primi..gli helligators sono stati devastanti…la sensazione di avere davanti una band affermata e di enorme levatura che si concedeva ad una serata tra amici con un impatto ed una pezza degna di palchi piu’ grandi.sono uscito dal locale con la sensazione di aver visto i Metallica esibirsi sotto casa…wow