The Mojomatics – You Are The Reason For My Troubles – Outside Inside Records 2012 (di Bernardo Fraioli)

Quattro anni sono passati.
Per loro il tempo sembra essere sempre fermo agli anni sessanta.
Quelli dei Donovan, ma anche quelli di Bob Dylan.
E non c’è ombra di plagio. Solo la ferma convinzione che dopo, in fondo, la musica ha preso direzioni diverse; inconciliabili per chi oggi, nella primavera del 2012, ha voluto a tutti i costi un album dal sound analogico.
I The Mojomatics aggiungono un nuovo gustoso capitolo alla propria discografia dal nome You are the reason for my troubles.
Titolo amaro.
Effettivamente il cappello copre una serie di testi come  You don’t give a shit about me, Yesterday is dead and gone o Don’t talk to me, testimoni affissi nella tracklist che scoprono una certa melanconia del duo formato da Matteo Bordin (voce, chitarra e  armonica) e da Davide Zolli (batteria, percussioni).
Il paradosso è tutto nel suono della band veneziana: brioso, carico, allegro.
Un happy beat continuo, incartato in quasi tutte le undici tracce del loro quarto lavoro, confezionato ancora una volta nel loro studio di registrazione di Montebelluna, l’ Outside Inside.
E’ il solito ricettacolo che già ha saputo conquistare pubblico e critica sin dall’esordio del 2004; quell’ A sweet mama gonna hoodoo me che portava un esemplare anche in Italia di formazione ristretta a duo, modello White Stripes o The Kill, che allora andava tanto per la maggiore.
Squadra che vince non si cambia, e dunque troviamo ancora i The Mojomatics chiusi nella formazione a quattro mani, segno che la stessa esperienza in sede live, con il basso aggiunto per il tour del 2008 e 2009 per la promozione dell’album Don’t pretend that you know me, non ha portato i risultati sperati.
In questa loro ultimissima fatica abbiamo ancora le solite spruzzate rock and roll unite per la passione per il folk della west coast statunitense e che si sposano con un’iniezione di energico garage.
Il “boom” del disco è nella prima traccia, Behind the trees, brano spinto e studiato per invogliare all’ascolto.
Passando alla title track si accede a terreni più vicini alla tradizione del country americano, il tutto esaltato dall’apertura di armonica di Bordin.
Rain is digging the grave, altro brano dal titolo struggente, si attesta come la parentesi più “moderna” del lotto, conservando sempre una venatura garage a fior di pelle.
C’è poi una buona carrellata di ballate che non potevano mancare in un lavoro di tale fattura, dove emerge sicuramente su tutte la trascinante Long and Lonsome day.
You are the reason for my troubles è un lavoro tipicamente e volutamente retrò, dove si può spaziare dagli Stooges ai Byrds, da Neil Young ai Velvet Underground.
Passando ovviamente per i Beatles ed i Rolling Stones.
Un amore per il passato condiviso da band, che li hanno voluti come spalla, del calibro di Black Lips, Arctic Monkeys, Gogol Bordello e Radio Birdman.
Puro sixities sound.


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