Zen Circus live @ Locanda Atlantide (testo e foto di Michele Saravo)

Andate tutti Affanculo.
Quello che a prima vista potrebbe sembrare un insulto gratuito per i lettori di Relics, non è altro che il penultimo lavoro dei toscani Zen Circus (Unhip Records 2009 n.d.r.), gruppo che continuando il suo Busking tour arriva a riempire di musica e adrenalina una piacevole serata primaverile nella ben nota cornice della Locanda Atlantide.
Perchè la scelta del nome Busking tour? Busker è il termine inglese con il quale si identifica l’artista di strada, quello che si esibisce in luoghi pubblici gratuitamente o chiedendo un’offerta al pubblico, al quale viene sempre offerto un piacevole spettacolo di intrattenimento. A parer mio la scelta di tale nome non poteva essere più azzeccata: la batteria, priva di grancassa, è composta da un rullante, 2 crash, ride un innaffiatoio ed una padella! Il concerto salpa alle 22.30, introdotto da un video di Oxfam che, grazie alla partecipazione al progetto degli stessi Zen Circus e di altri artisti conosciuti nell’ambito musicale, ha cercato di sottolineare la tematica dolente della fame nel mondo. Dopo pochi brevi convenevoli di rito si passa alla musica: il trio formato da Ufo (basso), Appino (chitarra) e Karim (batteria), apre la serata con Vent’anni, tratto da Villa Inferno lavoro del 2008. L’atmosfera si fa immediatamente incandescente, causando poghi selvaggissimi ai danni delle persone in prima fila che, non potendo contare su una divisione tra palco e platea, si sono ritrovate praticamente schiacciate contro di questo. Dopo circa un quarto d’ora, il gruppo entra già in una perfetta simbiosi con il suo pubblico, iniziando a distribuire alcune bottiglie d’acqua per dissetare i suoi scatenati fan, accaldati e sudati a causa dell’elevata temperatura raggiunta all’interno del locale.
E come se il pubblico non fosse già abbastanza caldo, Appino decide di rincarare la dose effettuando uno stage diving dal palco non altissimo con ancora la chitarra a tracolla. Le canzoni si sono susseguite praticamente senza interruzione; sono stati riproposti successi già affermati da tempo, tra cui la stessa Andate tutti Affanculo, e brani tratti dal loro ultimo lavoro: Nati per subire. Quello che più colpisce nei versi dei loro brani è sicuramente il modo diretto e schietto con il quale il gruppo si pone ai suoi ascoltatori: non ci sono fronzoli o giri di parole, il messaggio arriva immediatamente, anche in modo rozzo o con termini crudi. Di certo altro non ci si aspetta da un gruppo a metà tra il punk ed il folk, accoppiata bizzarra quanto mai efficace.
Tra i vari contenuti delle loro canzoni, pur sempre attuali, si passa da un’indagine sulla religione e sul comportamento umano (L’amorale), a temi di carattere sociale (Nati per subire); situazioni ed episodi del reale vengono quindi estrapolati e traslati per diventare la materia centrale.
Gli Zen Circus vantano collaborazioni illustri, tra le quali Pixies, Talking Heads e Violent Femmes, inoltre la loro popolarità nell’underground italiano è sicuramente aumentata dai vari featuring che hanno raccolto nel tempo (cito Amore a Scampia con i toscani The Casanovas). 
Sul sito ufficiale degli Zen c’è scritto di non chiamarli “Toscanacci”, ma il non farlo è cosa dura: battute, scherzi e voglia di divertirsi  si susseguono sul palco in modo leggero e divertente, spezzando per qualche istante la foga del pubblico. Suddivisa in due parti ben distinte, l’esibizione assume una piega ancora più folk, quando la batteria viene sostituita da una “Lavanderia”, o almeno a me quello sembra (il classico strumento utilizzato per strigliare i panni negli antichi lavatoi n.d.r.). Il trio esegue un paio di canzoni in stile country, strappando altri applausi a quelli già raccolti durante la serata, per poi tornare nei pezzi finali alla classica strumentazione della line up standard. L’ultimo brano viene presentanto in modo assolutamente particolare: chitarra acustica non amplificata e voce di Appino senza microfono. Inutile dire che il brano viene cantato a squarciagola da tutti i presenti con un impatto visivo ed acustico davvero emozionante. Verso mezzanotte si conclude quello che a parer mio è live davvero interessante, ricco di rabbia, energia e musica intensa, pur mantenendo contenuti sensati e perfettamente in linea con il loro stile. Raccomanderei l’ascolto di questa band, non sarà di certo tempo sprecato, comunque meglio se dal vivo.
Songlist:

1- Vent’anni
2- We just wanna live
3- Gente di merda
4- Nel paese
5- Andate tutti affanculo
6- L’amorale
7- Vecchi senza esperienza
8- Figlio di puttana
9- Vana gloria
10-Ragazzo eroe
11-Mexican
12-Zagor
13-I qualunquisti
14-Canzone di Natale
15-I milanesi
16-I bambini sono pazzi
17-L’egoista
Un ringraziamento speciale ad Ausgang per averci ospitato durante questo evento, ed a Marianna e Carlotta


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