Dimmu Borgir live @ Orion live club (testo e foto di Matteo Pizzicannella)

Una delle band di punta del Black Metal, dove il mercato delle vendite non è certo florido come in altri rami dello stesso albero, i Dimmu Borgir hanno sempre rappresentato per molti, il limite commerciale di tale genere, un gradino più in alto dei Cradle of Filth, uno pià in basso di Mayhem e Darkthrone, che di fatto hanno sempre costituito il caposaldo del Black meno commerciabile (e per questo più apprezzati dai fan più radicati n.d.r.).
Con l’andare del tempo, il sound della band, come accade inevitabilmente un po’ per tutti, ha subito dei cambiamenti di stile che ha dirottato un passo alla volta, l’attenzione della formazione Norvegese verso lidi acustici differenti, acquisendo vaghe linee sinfoniche ed utilizzando l’inglese al posto della lingua madre presente nei primi dischi.
Formati nel 1993, dopo diversi cambiamenti di formazione, si presentano col seguente set live:
Shagrath (Stian Thoresen), voce, synth e tastiere, Erkekjetter Silenoz (Sven Atle Kopperud), chitarra e cori, Galder (Thomas Rune Andersen), chitarra solista e cori, con l’aggiunta dei turnisti live che completano la formazione: Galder (Thomas Rune Andersen), tastiere, Cyrus (Terje Andersen), basso ed infine Daray (Dariusz Brzozowski) alla batteria.

Enthrone Darkness Triumphant (1997) segna sicuramente il bivio per i Dimmu Borgir, che da quel momento in poi, collezioneranno un buon numero di nuovi fan da tutte le parti del globo. Stasera, complice la pittoresca cornice offerta da Orion live club, hanno fatto di nuovo il pieno, suonando e riprononendo la loro fatica più famosa, raccogliendo sotto un palco in grado di valorizzare band di questo peso, una buona folla di appassionati del genere, più o meno eterogenei nell’età e nella provenienza geografica (sento cadenze di tutte le regioni), più o meno innamorati della band (i pareri discordanti sul loro cambiamento musicale negli anni sono abbastanza discordanti, ma tant’è che ci si ritrova tutti qua sotto ad acclamare lo stesso).
L’Orion live club offre molte possibilità a chi vuole godersi esperienze live di un certo tipo, si può partecipare alla bolgia infernale che puntualmente si accende in quella che io chiamo “la fossa” di fronte al palco, dal quale si può avere un rapporto quasi carnale con la band, vista l’immediata vicinanza; ci ai può rilassare e godersi il concerto anche a distanza, potendo vedere perfettamente quanto accade sul palco, grazie agli spalti rialzati in stile anfiteatro. 

L’energia dei Dimmu Borgir dal vivo è davvero possente, spazza via  qualsiasi impedimento acustico a suon di decibel, sfruttando tutta l’irruenza di pezzi come Spellbound (by the Devil) e In Death’s Embrace, un’accoppiata davvero temibile, quindi è la volta di Entrance e Master of Disharmony, ed il putiferio è bello che pronto, offerto in pasto ai fan più incalliti che continuano a dimenarsi sottopalco, anche quando la band fa una piccola pausa per lasciar sfogare Daray (già Vesania n.d.r.) in un assolo di batteria d’altri tempi, quasi un’esibizione da circo equestre.
Lo show riprende con brani meno datati, qualche canzone dell’ultimo disco che non conosco troppo bene, tra cui Gateways, si passa quindi per Progenies of the Great Apocalypse che conclude la lunga esibizione, una scaletta lunghissima, una potenza inaudita, una folla che non sembra averne abbastanza, e che anche dopo la palese fine, quando le luci calano d’intensità e riparte la musica di sottofondo post concerto, se ne sta ancora là, cd alla mano, attendendo un autografo, una scaletta o un qualsiasi feticcio da portare a casa come ricordo.
Un concerto prepotente, un’invasione acustica davvero dirompente, ed anche i fan più schizzinosi, amanti dei lavori più vecchi, hanno comunque potuto apprezzare un simile show.

Songlist:

  1. Mourning Palace
  2. Spellbound (By the Devil)
  3. In Death’s Embrace
  4. Relinquishment of Spirit and Flesh
  5. The Night Masquerade
  6. Tormentor of Christian Souls
  7. Entrance
  8. Master of Disharmony
  9. Prudence’s Fall
  10. A Succubus in Rapture
  11. Rabjørn Speiler Draugheimens Skodde
  12. Daray’s Drum Solo
  13. Vredesbyrd
  14. Kings of the Carnival Creation
  15. Dimmu Borgir
  16. Ritualist
  17. Gateways
  18. Puritania
  19. The Serpentine Offering
  20. Progenies of the Great Apocalypse
     Un ringraziamento speciale allo staff di Orion live club e Daniele Mignardi Promopress Agency per averci ospitato durante questo evento
     


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