Polar for the masses – Italico (La grande V rec, 2013) di Stefano Capolongo

Ascoltare "Italico" è stato come infilarsi in una lavatrice, mettere un lavaggio rapido ed aspettare la centrifuga. Come si può uscire vivi da un tale sconquassamento? Si può e si esce  come persone nuove, consapevoli del progetto dei Polar for the masses di smontare pezzo pezzo il nostro paese e di metterne a nudo le nefandezze più attuali. Si, "attuale" sembra il termine più adatto per questo lavoro in uscita il 22 Febbraio per LA GRANDE V records, con il quale i P4TM arrivano a quota cinque album, un'attualità che si respira sin dalla traccia d'apertura e title track…

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Ascoltare “Italico” è stato come infilarsi in una lavatrice, mettere un lavaggio rapido ed aspettare la centrifuga. Come si può uscire vivi da un tale sconquassamento? Si può e si esce  come persone nuove, consapevoli del progetto dei Polar for the masses di smontare pezzo pezzo il nostro paese e di metterne a nudo le nefandezze più attuali. Si, “attuale” sembra il termine più adatto per questo lavoro in uscita il 22 Febbraio per LA GRANDE V records, con il quale i P4TM arrivano a quota cinque album, un’attualità che si respira sin dalla traccia d’apertura e title track Italico in cui si parla di giustizia sociale e di crisi economica (sembra che sia tutto quanto normale/ le masse che adorano ancora i giganti/come ci arrivo alla fine del mese) con un sound diretto che ricorda non poco l’indie rock intelligente degli Arctic MonkeysMiseria e nobiltà, Terrorismo e Deejay e Un uomo e un voto dissacrano e maledicono la condizioni attuali di vita e la mediocrità imperante della classe politica del nostro paese trafiggendo le coscienze con liriche secche e brevi. Un estratto in cinese e un basso inquieto e claustrofobico introducono la bellissima Laogai (riconducibile forse a “Laowai”, termine per certi dispregiativo, con cui i cinesi indicano gli stranieri) brano elettronico e forsennato portatore di un testo ermetico e perfettamente bilanciato. La ripetizione del concetto espresso in apertura è ripresa nel minuto e mezzo strumentale di Risveglio (sembra che tutto sia normale, sembra che tutto sia normale) che arriva subito dopo Wall Street, probabilmente il punto più alto dell’album dove le atmosfere si sublimano e con loro anche il testo amalgamandosi in una perfetto mix dal sapore vagamente post rock. Ruvido e Drone ingranano la quarta per il rush finale che ci conduce alla traccia di chiusura Mia Patria, una preghiera dark per la salvezza delle nostre anime e di tutte quelle della penisola, così irrimediabilmente lacerata.

Dopo il buon successo raccolto con Silence del 2011 (Black Nutria), i Polar for the masses sono pronti al grande balzo (in avanti): abbandonando la lingua inglese a favore dell’italiano per cantare la disperazione italica e per scuotere le coscienze di tutti con un linguaggio fatto di indie-rock, dark wave ed elettronica senza dimenticare echi post punk mai sopiti. Italico è un album che fila dritto senza mai annoiare, ricco di significato, maturo e soprattutto credibile.

Per il 2013 c’è speranza.
Chapeau.
 
Tracklist:
1. Italico
2. Miseria e Nobiltà
3. Terrorismo e deejay
4. Un uomo, un voto
5. Laogai
6. Wall street
7. Risveglio
8. Ruvido
9. Drone
10. Mia patria
I Polar for the masses sono: Simone Pass, Jordan Brea, Davide Della Pria


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