David Bowie – The next day – ISO Records, 2013 (di Stefano Capolongo)

Il mio amore anagraficamente anacronistico e un po'retro (dai più fantasiosi detrattori definito "antico") per i maggiori gruppi che hanno segnato indelebilmente i decenni 7,8 e 9 del '900 mi ha sempre portato a godere di capolavori già pubblicati, cantati e ampiamente vagliati dalla critica da molti anni, spesso decadi. Ed è così che non ho quasi mai potuto sperimentare quel sano fermento che precede l'uscita annunciata di un nuovo (capo)lavoro dei Pink Floyd, dei Led Zeppelin, dei King Crimson, dei Genesis o dei Nirvana: per noi nati alla fine degli anni '80 è sempre stato troppo tardi. Le…

Score

CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'

LA NOSTRA VALUTAZIONE.

Conclusione : Aggettivo tipo pagella. Oppure OTTIMO - BUONO - DISCRETA

Voto Utenti : 4.85 ( 1 voti)

Il mio amore anagraficamente anacronistico e un po’retro (dai più fantasiosi detrattori definito “antico“) per i maggiori gruppi che hanno segnato indelebilmente i decenni 7,8 e 9 del ‘900 mi ha sempre portato a godere di capolavori già pubblicati, cantati e ampiamente vagliati dalla critica da molti anni, spesso decadi. Ed è così che non ho quasi mai potuto sperimentare quel sano fermento che precede l’uscita annunciata di un nuovo (capo)lavoro dei Pink Floyd, dei Led Zeppelin, dei King Crimson, dei Genesis o dei Nirvana: per noi nati alla fine degli anni ’80 è sempre stato troppo tardi. Le eccezioni però sono sempre presenti e perciò quando raramente ciò accade si innesca un meraviglioso meccanismo mentale di suggestioni e desideri che mi porta ad essere felice come un “pupo” alla vigilia di Natale, prima di ricevere il Grillo Parlante o la pianola Bontempi. Tutto ciò è tornato prepotentemente all’annuncio dell’uscita di “The next Day, il nuovo disco di David Bowie.  Non il solito gruppo indie da spiaggia ma Il Duca Bianco, ormai splendido ultra sessantacinquenne, che torna con una copertina tanto semplice quanto visionaria: l’artwork del leggendario Heroes” coperto da una riquadro bianco che riporta il titolo “The next day“. La fine di qualcosa? Una svolta? Un punto d’arrivo? Difficile a dirsi. Where are we now?, il primo singolo uscito, è una splendida e struggente ballata con un titolo emblematico e aperto a molte interpretazioni e insieme a The stars (are out tonight) costituisce l’ossatura di un album che appare subito unico. Sì, unico perchè segna la palingenesi di un’artista infinito che sa ancora muoversi a piacimento tra glam, dark, pop, proto-punk, sfornando pezzi dal sapore 70s come Valentine’s Day o Dirty Boys insieme a momenti più recenti come (You will) set the world on fire.
Non abbiamo di fronte il Bowie di Space Oddity nè quello di Hunky Dory e tantomeno quello di Heroes o di Reality (di dieci anni fa e ultimo in ordine di tempo) ma forse una summa di una carriera straordinaria, per mezzo della quale dispensa saggezza come il guru che ha sconfitto un mostro. La parola d’ordine qui è solennità: David Bowie ci sta lasciando una pietra filosofale, un elisir di lunga vita fatto di brani che riassumono saggiamente la sua poetica.
A questo punto della carriera il rischio-figuraccia è sempre alto, ma a quanto pare non per il Duca Bianco.
The Next Day esce domani, andatevelo a comprare.
E in culo ai detrattori.
Tracklist:

1. The next day
2. Dirty boys
3. The stars (are out tonight)
4. Love is lost
5. Where are we now?
6. Valentine’s day
7. If you can see me
8. I’d rather be high
9. Boss of me
10. Dancing out in space
11. How does the grass grow?
12. (You will) set the world on fire
13. You feel so lonely you could die
14. Heat


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