Score
CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'
Conclusione : Equilibrato
A due anni di distanza dallâuscita del primo album âManuale dâascesa e cadutaâ e unâinfinitĂ di concerti live, tornano le DIECIUNITĂSONANTI, band romana, con un nuovo lavoro, âDoveâ che loro stessi definiscono come âil luogo in cui ti vorresti trovare, quello in cui ti trovi tuo malgrado, quello che dopo tanto tempo, forse, finalmente riesci a raggiungereâ. La ricerca del definitivo salto di qualitĂ avviene affidando la cura della produzione vocale a Paolo BenvegnĂš, cantautore milanese classe â65, senza dubbio tra i migliori in circolazione in Italia. Quel che colpisce, nel bisogno ossessivo di catalogazione tipico della nostra penisola, è che il disco venga definito âalternativoâ, quando la prima impressione post-ascolto trasmette un grande contenuto indie-pop, troppe volte avverso agli artisti stessi, ma rispettevole allo stesso modo. La prima traccia del disco, intitolata Il giorno della festa, fa cominciare lâascolto in maniera squillante, emerge da subito qualitĂ nel suono, con riff di chitarra accattivanti e tutti gli altri strumenti ben bilanciati. Il testo scorre bene ed è interessante, sicuramente un ottimo benvenuto. Una nuova distanza continua sulla stessa linea musicale, ma spicca il suono del mandolino, indubbiamente una scelta felice e originale. Dove è la miglior traccia del disco, soprattutto per la varietĂ di suoni e strumenti che propone, un azzardo che non tutti si possono permettere. In questo caso il risultato finale è ben riuscito. Con tutta calma e Le mani sulla cittĂ proseguono il progetto sonoro dellâintero lavoro, senza particolari guizzi. Come fine presenta un concept piĂš minimale, ma allo stesso tempo profondo e maturo, sia nel testo che nellâimpianto strumentale, i sax in stile Cousteau offrono una marcia in piĂš. âŚE non andar piĂš via è la cover di una canzone stupenda di Lucio Dalla, dedicata alla cittĂ di Roma. Purtroppo lâaccostamento questa volta è fuori portata, soprattutto per il cantato che si presenta troppo differente dallâoriginale, stilisticamente parlando. Esistono canzoni che si prestano maggiormente nellâessere riproposte, questa non è una di quelle. Le case dove vivevano inizia come una ballad, crescendo sempre di piĂš propone un ritmo tipicamente rock e un suono graffiante e potente. Interior design è una metafora della vita, la cura dei dettagli distrae dal progetto principale finchĂŠ âle cose che possiedi finiscono per possedertiâ. Il testo alla lunga può sembrare un poâ ridondante, il suono, spiccatamente rock, compensa con questa sensazione. Da tendere svicola dal resto dellâalbum, in particolare grazie alla voce di Claudia Cestoni. Tu contro i condomini e Claudia alla stazione ci conducono verso la chiusura, affidata a Non riesci a sorprendermi, pezzo intenso e acustico, perfetto per terminare questa esperienza musicale. Dove è un album ben riuscito e soprattutto ben suonato, il connubio tra il cantato e la melodia non è particolarmente originale, ma molto piacevole. La durata del lavoro è rivedibile ed incide in parte sullâascolto finale che nel complesso convince.
Tracklist:
1. Il giorno della festa
2. Una nuova distanza
3. Dove
4. Con tutta calma
5. Le mani sulla cittĂ
6. Come fine
7. …e non andar piĂš via (Lucio Dalla)
8. Le case dove vivevano
9. Interior design
10. Da tendere
11. Tu contro i condomini
12. Claudia alla stazione
13. Non riesci a sorprendermi
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