Lee Scratch Perry + Mama Marjas (Testo e foto di Simone Giuliani)

_DSC8999Quando si parla di reggae, il pensiero va immediatamente a personalità maschili, con tanto di barba e lughi rasta e raramente troviamo artisti del gentil sesso. Mama Marjas è considerata la regina del reggae italiano, un talento naturale, giovane e molto determinata. Canta insieme a Miss Mykela, con la quale ha prodotto insieme l’album intitolato WE LADIES! Un disco d’amore, di lotta e di vita vissuta con la passione delle donne del sud. Già perchè Mama e Mykela sono rispettivamente di Taranto e Lecce, due artiste che fanno della loro femminilità il loro punto di forza: esprimendo quello spirito meridionale che influenza molto gli album reggae sia a livello musicale che e lirico. Il loro show è un travolgente viaggio ritmico attraverso tutte quelle espressioni musicali provenienti dall’Africa, ci tengono a precisare che non suonano un reggae americano e quindi giamaicano ma è soprattutto Soul Music. Questo rende il loro genere più versatile, la melodia è il mezzo principale per arrivare dritto all’animo, facendo sentire la sensuale e potente voce del reggae femminile.

Finito questo piacevole live di apertura e dopo una lunga attesa, all’una e un quarto finalmente sale sul palco Lee Perry, l’inventore del Dub ed esponente chiave della musica giamaicana a partire dagli anni ’60. Un artista, che con il suo estro e la sua creatività ha illuminato e influenzato l’ultimo quarantennio di musica giamaicana e non solo. Dopo aver lavorato nelle vesti di produttore, compositore, cantante e musicista con la maggior parte degli artisti giamaicani sin dagli albori del reggae, Perry continua ad esibirsi concedendosi al pubblico con il suo stile unico, sfidando chiunque osi attribuirgli un unico genere musicale. Non a caso l’artista giamaicano in tutta la sua carriera ha sempre sperimentato nuove soluzioni musicali spesso _DSC9077oltrepassando i confini di genere. I testi parlano della sua ricerca spirituale, di politica e della odierna società globalizzata, in tutte le sue contraddizioni e degenerazioni. Il suono pastoso, battito cardiaco ultra-rallentato, ritmiche e bassi sempre in primissimo piano creano un ritornello musicale irresistibile che si appiccica nella testa di tutti i presenti in sala quasi costretti a muovere almeno una qualsiasi parte del corpo. Con Peter Tosh e Bob Marley ormai scomparsi da tempo, sono rimasti pochissimi pionieri del reggae ancora in grado di diffondere il suo messaggio in maniera originale, uno di questi è Lee Scratch Perry. La sua è una musica che difficilmente potrete ascoltare in radio, ma è sicuramente una musica che vale la pena ascoltare. Dunque niente male per un 77enne che ne ha passate di tutti i colori, sicuramente meglio di tanti giovanotti che con il vero reggae hanno poco a che fare.


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Simone Giuliani

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