373°K – Lontano (Autoprodotto, 2013) di Valerio “Enobarbo” Perini
I 373° K a distanza di 2 anni ci riprovano, con questo nuovo album intitolato Lontano. Lo stile del gruppo sostanzialmente è rimasto invariato, quello del rock italiano nello stile di Ligabue o dei Litfiba con atmosfere, in alcuni casi, un po' più cupe e testi sempre orientati verso l'esistenzialismo. Nessun riferimento preciso a Nietzsche in questo album, anzi l'amore sembra farlo da padrone almeno fino alla traccia numero sette Via da qui in cui si fa riferimento all'Amore mistico, al mito di Aristofane narrato da Platone ma questi riferimenti sono difficilmente individuabili ad un primo ascolto, “grazie” anche ad un…
CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'
Voto Utenti : 4.85 ( 2 voti)
I
373° K a distanza di 2 anni ci riprovano, con questo nuovo album intitolato
Lontano. Lo stile del gruppo sostanzialmente è rimasto invariato, quello del rock italiano nello stile di Ligabue o dei Litfiba con atmosfere, in alcuni casi, un po’ più cupe e testi sempre orientati verso l’esistenzialismo. Nessun riferimento preciso a Nietzsche in questo album, anzi l’amore sembra farlo da padrone almeno fino alla traccia numero sette
Via da qui in cui si fa riferimento all’Amore mistico, al mito di Aristofane narrato da Platone ma questi riferimenti sono difficilmente individuabili ad un primo ascolto, “grazie” anche ad un cantato che non risulta propriamente spontaneo ed orecchiabile. Dalla traccia numero otto
Gli Angeli si riavverte, almeno dietro le quinte, l’influenza del filosofo “crucco”, con la critica alla morale semplicistica (abbastanza radicata in chi si “vantava” di saper filosofare col martello) del bene e male. Dal punto di vista musicale, risulta gradevole l’ascolto dell’attacco della traccia numero sei
Le Ali e della otto
Gli Angeli, quest’ultimo suonato con la chitarra acustica. Gradevole anche il riff di chitarra della traccia numero nove
Luce Bianca e soprattutto il ritornello. La traccia più orecchiabile dell’album è la numero dieci
Eppure sei qua, una sorta di manifesto contro la concezione della vita di stampo dualistico e manicheo: bene e male, bianco e nero. Interessante la traccia conclusiva del disco
Autoconfessione, una ballata suonata con la chitarra acustica. I 373° K sono cresciuti, questo è innegabile; tuttavia rimangono ancora una band di provincia con poca personalità. Si avverte poco quella “gioventù” che invece dovrebbe caratterizzarli vista la loro giovane età. In ambito musicale poi, non si avverte una sperimentazione degna di questo nome, un cantato spontaneo, testi orecchiabili o comunque chiari (non di tipo “intellettualoide”). In definitiva, i 373°K dovrebbero prendersi meno sul serio o al contrario, incentrarsi sul loro mondo interiore e trovare la loro via alla musica (testi compresi).
Tracklist:
1. Lontano
2. La Fenice
3. Non c’è più tempo per voi
4. Intera
5.Mia dolce metà
6. Le Ali
7. Via da qui
8. Gli Angeli
9. Luce bianca
10. Eppure sei qua
11. Le stelle
12. Autoconfessione
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