…Intervistando i Sick Travis! a cura di Laura Dainelli, foto di Carlotta Anello

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Intervistiamo oggi i Sick Travis, una giovane band romana che racchiude l’entusiasmo dei vent’anni unito al talento e alla consapevolezza di altre fasce d’età decisamente superiori. Un ottimo connubio per iniziare a farsi sentire come si deve, e che ci auguriamo gli faccia percorrere tanta strada costellata di esperienze di vita e di musica interessanti ed intense. Perchè se lo meritano.

– Definire forse l’indefinibile: cosa sentite di esprimere con la vostra musica e come nasce un vostro pezzo? Su quali emozioni/pensieri/sensazioni?
Di solito un nostro pezzo nasce quando riusciamo a percepire un’emozione in modo abbastanza definito da metterla in musica. questo fa sì che alla fine sia molto difficile tracciare una linea generale tra le nostre canzoni, ognuna è legata a un momento e ad uno sguardo diverso, che sia solitudine, senso di apatia, voglia di urlare.

In ogni pezzo cerchiamo di tirare fuori nella forma più spontanea possibile l’emozione che ci fa sentire in quel modo, che sia stare da schifo o da Dio. Ma più spesso da schifo.

– L’uso degli strumenti è ricercato e molto attento in ogni vostro pezzo: siete autodidatti o c’è qualcuno che identificate come il vostro “maestro”? C’è qualcuno in particolare che nella vita e nella musica vi ha insegnato tanto?
STEFANO: in linea di massima siamo autodidatti, Lorezo e Lorenzo per un po’ di tempo hanno preso lezioni, ma il grosso ce lo siamo fatti da soli. Io ho imparato a suonare la chitarra risuonando accordi a vuoto e all’infinito su un cd dei Tre Allegri Ragazzi Morti (che ora mi fa un po’ cagare), ma soprattutto è stata l’influenza di mio fratello a guidarmi verso questo tipo di musica, sia passandomi quei gruppi che poi sarebbero diventati i miei preferiti, sia insegnandomi come tenere in mano la mia prima chitarra
LORENZO: sia per me sia per l’altro Lorenzo delle figure importantissime sono stati sicuramente i rispettivi insegnanti di basso e batteria. Infatti, pur smettendo a un certo punto di andare a lezione e continuando per la nostra strada, continuiamo a seguirli, a seguire quello che fanno e teniamo presente dentro di noi molto forti i loro insegnamenti, che riteniamo fondamentali per la nostra formazione.

– Si respira nei vostri testi una fortissima malinconia unita però ad un senso di ribellione e di voglia di fare anziché accantonare, e mai di vivere passivamente. Cosa nella nostra problematica società vi ispira maggiormente, sia in positivo sia in negativo? Cosa cattura profondamente la vostra attenzione?
STEFANO: Viviamo in una società dove c’è un’offerta infinita di ogni cosa, anche di musica e di testi come i nostri. ormai è semplicemente complicato trovare il proprio posto nel mondo, nella società, nella città dove si vive. kirkegaard ci ha speso tutta la vita su questa angoscia, noi cerchiamo di lasciarci trascinare abbastanza da rimare colpiti da qualcosa, da cercare di stare bene anche in questa infinita moltitudine di possibilità; da questo forse deriva il senso di solitudine che si percepisce ascoltando i nostri testi. è difficile da spiegare, forse rende la metafora della pellicola fotografica che si impressiona, lasciarsi colpire la qualcosa, per quanto sia fulmineo e disarmante.
Riff semplici ma attenti. Si sentono band forti tecnicamente ma che poi con un suono complessivo non è armonico, non rende di impatto .
LORENZO: “Il progresso non porta sempre giovamento” tanto per citare Leopardi,non l’innovazione fine a se stessa. Un mondo interiore che ovviamente risente anche dell’esterno e delle cose che vive.
Ognuno può prendere quello che gli piace e farlo suo. Anche solo nel microcosmo composto da noi tre, è vero che il testo lo scrive Stefano ma è anche vero che ognuno di noi poi aggiunge qualcosa di suo, un apporto personale che la bozza di Stefano gli ha ispirato. 1237767_564266533638708_2093099280_n

– Il mercato della musica in Italia, con i suoi “millemila” difetti, lo vedete con possibilità di riscatto o meno? C’è qualcuno a vostro parere che riesce ad emergere per il suo vero talento e per la sua passione oltre che per conoscenze. La passione e il talento dovrebbero muovere il mondo, secondo voi ci sono luoghi anche fuori in Italia dove queste qualità sono più apprezzate?
In Italia sicuramente passione e talento contato zero se non hai le conoscenze. certo, se fai schifo nessuno ti ascolta, ma se non sei amico di quello che organizza o quello che promuove non esci dalla tua realtà ristretta. noi non abbiamo amici “importanti”, ovviamente. scherzo, comunque sicuramente al di fuori del’italia cisono paesi dove questa logica di conoscenze non è così soffocante, basti pensare all’ Inghilterra dove è valutata con tanta dignità la figura del musicista, che i locali per legge devono dare una retribuzione minima a chi viene a suonare. Di ragazzi che come noi si fanno il mazzo per suonare in giro ce ne sono tantissimi, alcuni validi, altri meno; ti sconforta però vedere sempre gli stessi nomi sui cartelloni (anche a livello emergente) quando c’è gente molto più forte in giro che non si ingrandisce solo perché, come dicevamo prima, non conosce nessuno.
Noi comunque ci teniamo molto a non essere la copia di nessuno, le influenze ovviamente ci sono ma sono diverse in ognuno di voi e sicuramente al di là delle altre band italiane con cui è capitato che ci accomunino. Noi siamo i Sick Travis e siamo contentissimi se qualcuno ha voglia di ascoltarci in quanto tali, non perché si aspetta di trovare i nuovi Verdena o roba del genere. Questo non ha niente a che fare con dei nostri malesseri nei confronti dei Verdena o di altre band, anzi magari scrivere con la stessa intensità e talento di Alberto Ferrari, ma, semplicemente, noi siamo una cosa diversa.

– Domanda probabilmente un po’ banale ma doverosa: come nasce la voglia di cantare in italiano un genere di musica tradizionalmente di decisa impronta linguistica anglosassone (tra il rock introspettivo e il post-punk/grunge se proprio devo dar loro un’etichetta cosa che odio…)
l’italiano è la nostra lingua madre, già è complicato tirare fuori le proprie emozioni in una lingua che bene o male si padroneggia, figurati in una che ti limita come l’inglese!

1231668_561485170583511_188784735_n– In Non mi importa più accennate a quelle situazioni in cui un sorriso è quasi uno sforzo …. Quand’è che vi capita? E che cosa vi infastidisce di più di un mondo che spesso ci impone quasi l’ipocrisia e l’omologazione?
La società in cui siamo ce lo impone ogni giorno, è un concetto talmente trito che anche fare l’anticonformista diventa recitare un ruolo. L’unico modo di uscirne è cercare di fregarsene. Sorridi se vuoi farlo, altrimenti no, semplicemente. Quella frase in particolare descrive la tristezza di rendersi conto che la persona che si ama è infelice lì dov’è, tanto che appunto, il suo sorriso è paradossalmente uno sforzo, e infatti il verso che segue recita “in qualche modo siamo soli in due”.

– Parlateci dei vostri progetti estivi/autunnali imminenti 1375224_564267460305282_1920338196_n

Abbiamo di recente tirato fuori un pezzo nato dalla collaborazione con un orsòminòre, un artista dal calibro notevolmente superiore al nostro.. ti vogliamo bene Emilià ;-)! ci siamo trovati a realizzare questo brano dopo essere arrivati secondi ad un concorso organizzato dal Bolier studio, e abbiamo provato a chiedergli se fosse disponibile a partecipare. con nostra somma sorpresa (ovviamente disillusi) ci ha risposto quasi subito e ci siamo messi d’accordo. sia umanamente che artisticamente ci siamo trovati benissimo, ora il brano è in free download sul nostro profilo bandcamp e su youtube. Dateci una sentita! abbaimo in progetto la registrazione di un video session curato dalla Lorca Production (i ragazzi che ci hanno registrato il video di Non mi importa più), e qualche data random da fissare. Rimane molto forte, soprattutto grazie a chi ci segue e ci supporta, l’intenzione di suonare il più possibile, sempre e comunque.

N.B. = Per chi volesse saperne di più dei Sick Travis e soprattutto ascoltarli andate di corsa qui (ne vale la pena altrimenti non ve lo dicevamo!) :

http://sicktravis.bandcamp.com/

Grazie per la chiacchierata ragazzi, complimenti per grinta,passione ed entusiasmo e speriamo di rivedervi /risentirvi presto !


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Laura Dainelli

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