Of Montreal – Lousy with Sylvianbriar (Joyful Noise, 2013) di Mario Cutolo

omIl mio primo incontro con gli Of Montreal risale al 2007 con l’uscita di quello che viene considerato il loro capolavoro “Hissing Fauna are You the Destroyer?”. E’ stato amore a prima vista, uno di quegli incontri che ti aprono le porte all’affascinante idea di conoscere qualcosa di nuovo e che ti fa venire la voglia di approfondire, scavare e spendere tempo per recuperare quello di cui ignoravi l’esistenza. Kevin Barnes, la mente e l’anima del gruppo fluttuante degli Of Montreal, appartiene alla vasta famiglia degli Elephant 6, il collettivo musicale che negli anni 90 ha visto protagonisti una miriade di musicisti amici che con i loro gruppi (Neutral Milk Hotel, Olivia Tremor Control, Apples in Stereo per nonimarne I principali) hanno costruito una sorta di mito nella scena indipendente statutinense. Ma Kevin Barnes e gli Of Montreal sono un capitolo unico.

La svolta del 2004 con l’album Satanic Panic in the Attic li ha visti interpreti di un pop rock elettronico e psichedelico che ha permesso alla mente contorta di Barnes di usare le sue psicosi personali in un modo alquanto originale. Ma la progressione e la crescita del gruppo in questa nuova dimensione ha finito per diventare quasi un impedimento, e dopo aver raggiunto il picco con Hissing Fauna, le loro produzioni sono state alternate da album indulgenti in cui la creatività veniva soffocata da uno sperimentalismo a volte francamente incomprensibile come nel loro ultimo Paralytic Stalks. Ma l’amore e’ amore, ed anche quando non e’ corrisposto al cento per cento c’e’ sempre la speranza che qualcosa possa rinvigorirlo e rinnovarlo.

Ma che sorpresa inaspettata e’ Lousy with Sylvianbriar. Invece di insistere nella stessa direzione, Kevin Barnes cambia approccio e ci consegna un nuovo capolavoro. Perche’ di questo si tratta. Abbandonata l’elettronica completamente , le canzoni sono registrate live con musicisti turnisti ed il feeling, senza esagerazioni, e’ quello che puo’ ritrovarsi negli album dei grandi cantautori quali Bob Dylan, Neil Young, e Lou Reed mescolato agli Stones ed alla Band con un po di Kinks nei periodi d’oro. Lousy sembra un disco uscito direttamente dagli archivi degli anni ’60, ’70 , ed anche se la sorpresa richiede almeno una serie di ripetuti ascolti, il disco provoca un’assoluto piacere fisico.

Sin dall’apertura di Fugitive Air passando per Belle Glade Missionares che non sfigurerebbe in Blonde on Blonde, passando per Triumph of Disintegration con il suo cambio di tono tra la strofa ed il ritornello che ricorda tanto I Kinks di Lolad ad Hegira’ Hemigra’ con la sua vena vagamente country; dalle ballate quali Obsidian Current, Sirens of your Toxic Spirit e Colossus fino alla chiusura di Imbecile Rages in cui Barnes canta con lo stesso strascicato tono di Lou Reed, tutto il disco brilla di un immediatezza spiazzante che certamente non ci si aspettava dagli Of Montreal.

Ma quello che ci ricorda che questo e’ un disco di Kevin Barnes sono le sue ossessioni liriche che messe nel contesto di questo musica assumono una forza ancora maggiore. Tanto per fare un solo esempio (e se ne potrebbero prendere tanti), solo Barnes puo’ iniziare una canzone con I seguenti versi : “ Tua madre si e’ impiccata nel teatro nazionale quando era quattro mesi incinta di tua sorella che oggi avrebbe avuto 13 anni. Questo ti fa sentire meno sola al mondo?” (Colossus).

Ora non e’ chiaro se questa svolta musicale possa aprire un nuovo capitolo nella storia del gruppo, ma certamente Lousy with Sylvianbriar si colloca tra il meglio della loro produzione e’ non c’e’ altro da sperare che Barnes continui a mettere a fuoco le sue manie affidandosi ad una musica cosi immediata per mettere in pace la sua mente contorta. Bravo!

Tracklist:
1. Fugitive air
2. Obsidian currents
3. Belle glade missionaries
4. Sirens of your toxic spirit
5. Colossus
6. Triumph of disintegration
7. Amphibian days
8. She ain’t speakin’ now
9. Hegira Emigré
10. Raindrop in my skull
11. Imbecile rages


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Stefano Capolongo

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