Pearl Jam – Lightning Bolt (Monkeywrench/Republic, 2013) di Mario Cutolo

lb_coverLontani ormai I tempi in cui i Pearl Jam erano giovani, belli e soprattutto grunge, oggi possiamo senza paura definirli un gruppo di rock classico. Dieci albums dopo poco piu’ di venti anni di carriera I Pearl Jam riescono a riempire interi stadi, (proprio due giorni fa la doppia data al Barclay Center di Brooklyn e’ andata tutta esaurita) ma per quanto riguarda le produzioni discografiche, e’ difficile ricordare un solo pezzo che appartenga agli ultimi dieci anni (ovviamente sono esclusi I fans piu’ accaniti). Cio’ detto, bisogna riconoscere che allo stesso tempo, I Pearl Jam non hanno mai prodotto un disco di scarsa qualita’; semplicemente si sono creati un loro riconoscibile stile che ha aggiunto poco a quello che gia’ si conosceva.

Ormai prossimo a raggiungere I 50 anni, Eddie Vedder e compagni hanno almeno il pregio di aver non solo seguito la propria strada senza compromessi, ma di averlo fatto in modo coerente e non nella maniera piu’ conveniente. L’uscita dai circuiti del successo e del gossip, e la loro battaglia contro il prezzo esagerato dei concerti, ha in parte contribuito alla riduzione del loro seguito una volta che sono stati percepiti come un gruppo piu’ intento a seguire una loro agenda politica piuttosto che semplicemente un gruppo di musicisti. E certamente il loro processo musicale (che li ha visti collaborare con Neil Young in Mirror Ball) li ha fatti accostare sempre di piu’ alla vecchia guardia e fatto perdere in fretta quella energia giovanile che apparteneva a Ten.

Con Lightning Bolt, I Pearl Jam non reinventano se stessi, ne’ si avventurano in territori sconosciuti, eppure c’e’ una fluidita’ ed una energia che non si sentiva da tempo nei loro album. Potrebbe definirsi come un compendio di tutti gli stili che il gruppo ha cavalcato, incorporando anche l’avventura solista di Vedder, e l’alternanza di brani energici a ballate potenti, ci consegnano un disco che ha la forza delle loro opere migliori. Getaway, Mind Your Manners e My Father’s Son, le tre canzoni che aprono l’album, sono tre pezzi pieni di pura energia che sicuramente saranno favoriti tra coloro che adranno a sentirli dal vivo, mentre Sirens, Pendulum e Future Days, sono la loro controparte lenta che lasciano ad Eddie Vedder lo spazio necessario per liberare la sua voce ed essere l’interprete ed il marchio dei Pearl Jam.

Insomma anche se non siamo di fronte a qualcosa di sorprendente o particolarmente nuovo, Lightning Bolt appartiene sicuramente ad una nuova stagione del gruppo che, se trova la formula giusta, puo’ avere ancora nelle sue corde la forza e la creativita’ per regalarci un nuovo classico.

Tracklist:

1. Getaway  (Eddie Vedder)
2. Mind Your Manners  (Mike McCready, Eddie Vedder)
3. My Father’s Son (Jeff Ament)
4. Sirens  (Mike McCready)
5. Lightning Bolt  (Eddie Vedder)
6. Infallible  (Jeff Ament, Stone Gossard)
7. Pendulum  (Jeff Ament, Stone Gossard)
8. Swallowed Whole  (Eddie Vedder)
9. Let the Records Play  (Stone Gossard)
10. Sleeping by Myself  (Eddie Vedder)
11. Yellow Moon  (Jeff Ament)
12. Future Days  (Eddie Vedder)


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Stefano Capolongo

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