Tonylamuerte Onemanband – Il tonico caprone (Autoprod., 2013) di Stefano Capolongo

Con Tonylamuerte, noi di Relics ci eravamo lasciati qui. Era il 2012 ed usciva per Black Nutria il suo primo, veracissimo e intenso lavoro DimonioColombo. A distanza di appena un anno, e ciò la dice lunga sulla ricchezza dei contenuti del bluesnoiser, ritorna con un nuovissimo lavoro dal titolo Il tonico caprone. Già il titolo è una chiara dichiarazione d'intenti. Cosa vuole fare Tonylamuerte con questo album? Probabilmente svegliarci, scuoterci e sollevarci dall'intorpidimento radiotelevisivo in cui siamo caduti con la forza di un tonico, che poi altro non è che la sua musica. In che modo l'artista vuole farlo? Nell'unico modo in…

Score

CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'

Conclusione : Perfetto

Voto Utenti : 4.63 ( 3 voti)

il-tonico-caprone-e1379921451153Con Tonylamuerte, noi di Relics ci eravamo lasciati qui. Era il 2012 ed usciva per Black Nutria il suo primo, veracissimo e intenso lavoro DimonioColombo. A distanza di appena un anno, e ciò la dice lunga sulla ricchezza dei contenuti del bluesnoiser, ritorna con un nuovissimo lavoro dal titolo Il tonico caprone. Già il titolo è una chiara dichiarazione d’intenti. Cosa vuole fare Tonylamuerte con questo album? Probabilmente svegliarci, scuoterci e sollevarci dall’intorpidimento radiotelevisivo in cui siamo caduti con la forza di un tonico, che poi altro non è che la sua musica. In che modo l’artista vuole farlo? Nell’unico modo in cui sa farlo, a testa bassa e col sudore della propria fronte, impertinente e testardo proprio come un caprone. Rispetto a DimonioColombo la musica non è cambiata, si è solo evoluta fino a trovare una mostruosa lucidità nei testi e un sound sempre sporco e di bassa fedeltà che sa arrivare alle orecchie forte come un diretto di Ivan Drago. Ventitré tracce, di cui la metà sono intermezzi messi lì per riprendere fiato e farci riflettere sui brani veri e propri: Balengo, Calante, La fuga e La libertà solo per citarne alcuni costituiscono un corpus a se stante, riproducibile indipendentemente dalle altre canzoni, che trova una sua forma ben delineata all’interno del Tonico, quasi possedesse un codice interno da interpretare. Gli altri momenti dell’album raccontano di rabbia, solitudine, rivalsa e orgoglio, a partire dalla forsennata Ti taglio in quattro che prelude alla meravigliosa Da quando ho deciso di fare il blues. Qui Tonylamuerte ritorna ad affermare che il blues, il noise e, più in generale, l’espressività musicale sono vestiti creati su misura per lui, imprescindibili e vitali come l’ossigeno  (da quando ho deciso di fare il blues, mi manchi solo tu). Cosa sia il “Caprone” ce lo spiega nell’omonima traccia (caprone ucciso, morto, risorto, ammazzato, mezzo vivo), velocissima e sempre in movimento come un quadro di Balla, è l’epifania dell’immagine dell’autore, che esce dall’ombra e si manifesta nel suo essere. La chitarra rezofonica e la cassa rullante, marchi di fabbrica di Tonylamuerte, risuonano nei padiglioni senza sosta: velocissimi in Vaccaputtana non succede mai niente, tiratissimi e squisitamente blues in Il vecchio del monte, isterici in Mi hai devastato il cuore d’amor (libero riadattamento di “1000 doses of love!” di One Dimensional Man) e aridi nella filosofeggiante Una canzone sulla morte (più io parlo della morte, più la morte mi protegge solo a me), talmente rabbiosa da far diventare il cantato quasi un lento mugugnare. La fine? La morale? Semplicemente E’ andato tutto a puttane, brano ai limiti dell’hardcore che ci fa correre per poi spararci e seppellirci per bene (è andato tutto a puttane, 100% letame).
Tonylamuerte si conferma un vate, un solitario, un romantico, portatore di un valore assoluto che ormai si è andato perdendo: l’amore per la musica fatta per passione. Riversando ogni singola goccia di sudore nella sua attività, il bluesnoiser della bassa padana sforna un lavoro praticamente perfetto, un monito e uno spunto per chiunque voglia iniziare a fare musica o per chi abbia perso la rotta ingoiato da logiche di mercato sempre più abiette.

Ci sembrava giusto concludere questo pezzo con la seguente dichiarazione di Tonylamuerte che compare in copertina, nella speranza che le sue urla non restino lettera morta:

“L’esistenza di un musicista underground è una faccenda faticosa. Per chi, come me, è destinato ad essere relegato definitivamente al sottobosco musicale, diventa una scelta di vita, una battaglia contro quell’insieme di forze oscure che ci vorrebbero tutti automatizzati e programmati per un unico circuito “casa-lavoro-divano”. Ma io, come molti, ho scelto il palco, ho scelto il caso che, in quanto voluto, è l’unica dimensione che può darmi pace.
La vita di un musicista underground è fatta di personalità multiple, obbligate ma complementari, è fatta di sotterfugi e strategie, contrattazioni ed inventiva. Tutto con un unico obiettivo: tempo per il palco. E non importa che sia un grande palco, il palchetto di un club o il pavimento. Tutto è teso allo show. Tutto il sudore, le lacrime, il sangue ed i compromessi a favore di quella maledetta manciata di canzoni che ci spinge ad agire.
SOSTENETE LA MUSICA, SOSTENETE LE BAND DI AMICI, SOSTENETE LA SCENA DELLA VOSTRA CITTA’. FATE GIRARE LE IDEE, CREATE RETE E COLLABORAZIONI, ANDATE AI LIVE, ANDATE AI LIVE, ANDATE AI LIVE…e nell’incognita,

ALZATE IL VOLUME!

Tracklist:

1. Cristallino
2. Ti taglio in quattro
3. Balengo
4. Da quando ho deciso di fare il blues
5. Santo
6. Il ballo del morto
7. Bifolco
8. Caprone
9. Generazioni, costellazioni
10. Vacca puttana non succede mai niente
11. Calante
12. Il vecchio del monte
13. Maligno
14. Mi hai devastato il cuore d’amor
15. Armonico
16. Il corvo
17. Contrasto
18. L’impiccato
19. Sciagura
20. Una canzone sulla morte
21. La fuga
22. E’ andato tutto a puttane
23. Libertà


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Stefano Capolongo

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