Area @ Auditorium Parco della Musica (testo di Mario Cordaro, foto di Gianluigi Barbieri)

Immagine 017Occorre davvero presentarli? Credo proprio di no, ma un breve cenno è bene farlo.
Fin dal loro esordio, nel 1972, gli Area si sono distinti come uno dei nomi di spicco della musica, non solo italiana, ma internazionale (e mai termine fu più azzeccato come in questo caso): in quegli anni la band portava avanti, oltre al percorso musicale (composto da un mix di jazz rock, sperimentazione ed elettronica), anche un vero e proprio impegno di tipo politico. Proprio quest’ultimo punto può far sorgere alcuni legittimi dubbi sull’utilità di una reunion al giorno d’oggi, oltre alla scomparsa del loro leggendario frontman Demetrio Stratos, nell’ormai lontano ’79, e del loro storico batterista Giulio Capiozzo nel 2000; quei tempi di lotta e protesta sociale sono ormai passati e non torneranno più, per non parlare poi dell’ispirazione musicale caratterizzante tutto quel periodo.
Il rischio, quindi, era di cadere in una sciatta operazione nostalgica, ma questa è stata prontamente scongiurata: l’uscita di “Live 2012” ha messo in mostra, oltre a versioni riarrangiate di vecchi pezzi, anche nuove composizioni piuttosto interessanti, sempre oscillanti tra jazz rock e sperimentazione pura. Risultato sorprendente dopo tutti questi anni, ma fino ad un certo punto; non a caso, una parte del loro passato repertorio è stato scritto dal trio Fariselli-Tofani-Tavolazzi, i tre membri rimasti della formazione storica degli Area, i quali dopo quell’esperienza hanno seguito tutti dei propri percorsi personali. In questo “Area Reunion Tour”, durato quasi tre anni, si fondono proprio tutte queste esperienze; Demetrio Stratos non è stato volutamente rimpiazzato proprio per focalizzare l’attenzione sui singoli musicisti. Il mio parere personale – e tale rimane – è che non si possa rimpiazzarlo. Semplicemente._DSC0068
La tappa finale di questo tour è fissata all’Auditorium Parco della Musica, ideale per la sua buona acustica. La struttura del concerto, come annunciato anche da Fariselli, è atipica in quanto viene dato spazio ad esibizioni soliste, come quella iniziale di Tofani, e successivamente a sviluppi in duo, in trio e in quartetto. Proprio Paolo Tofani è il protagonista assoluto della prima mezz’ora grazie all’uso della Trikanta Veena, chitarra a tre manici appositamente costruita da liutai su sue specifiche indicazioni. Questo particolare strumento stupisce per la sua duttilità e per i vari tipi di suoni e timbriche toccate, aspetto controllato e gestito da un MIDI controller azionato dal chitarrista tramite un iPad. Il suo utilizzo è unito a cori, voci, rumori di varia natura e improvvisazioni (non a caso il pezzo è dedicato a John Cage) per un risultato finale curioso, ma di indubbio fascino.
L’ingresso sul palco di Patrizio Fariselli è preludio alla parte successiva dello show, quella del duetto pianoforte-chitarra; la “canzone di Seikilos” risale a 2200 anni fa (!!) ed è il più antico brano di musica “occidentale” arrivato intatto sino a noi. Già a questo punto del concerto è chiaro come tutti i dubbi precedenti non abbiano senso d’esistere: gli Area, anche senza gli assenti, proseguono a tutti gli effetti nella loro ricerca musicale. Senza magari la rabbia di un tempo, ma con la consapevolezza e la maturità dovuta al tempo passato e ai cambiamenti avvenuti. Immagine 007Ares Tavolazzi si unisce ai due già presenti on stage per suonare altri inediti, come successivamente Walter Paoli alla batteria, ed è sempre jazz-rock sperimentale (vogliamo chiamarlo avanguardistico?). É tempo per un omaggio al passato e, con la collaborazione di Maria Pia De Vito alla voce, viene eseguita Cometa Rossa da Caution Radiation Area, oltre a Nervi Scoperti da Crac! e Gerontocrazia. Prima del bis c’è spazio anche per il primo pezzo composto dalla band, Luglio, Agosto, Settembre (Nero), rigorosamente riarrangiato e senza vocals. Chiusura affidata a ZYG (Crescita Zero) cantata con piglio ironico da Tofani.
Con mio grande stupore, due ore e un quarto sono letteralmente volate via.
Probabilmente gli appassionati del gruppo, storici e non, sono ancora presi a rimpiangere la mancanza di Demetrio Stratos (ci mancherebbe, più che legittimo) ma dal mio canto, dopo una simile performance, non mi farò assolutamente mancare – per nessuna ragione al mondo – l’ascolto dell’ormai probabile nuovo album a nome Fariselli-Tavolazzi-Tofani. C’è poco da fare, o da dire: anche dopo quarant’anni, gli Area sono sempre gli Area.


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Mario Cordaro

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