STRENGTHCODE release party + Stick It Out @ Vortex Live Club (testo di Fabio Ippoliti, foto di Matteo Pizzicannella)

4Conosco il buon Max sin da quando ha avuto l’intuizione e la convinzione di trasformare quello che era un ristorantucolo in uno dei punti di riferimento della scena dei Castelli Romani in fatto di musica dal vivo… E quando ho letto che lasciava, come credo la maggiorparte di noi che era passata dal suo locale, ci sono rimasto un po’ così. Ma il buon Max non s’è dato per vinto e ha subito investito le sue risorse e il prodotto di questo lavoro è il VORTEX LIVE CLUB, situato sulla via Tiburtina: un ambiente che promette di essere una delle rivelazioni in fatto di posti dove poter ascoltare musica dal vivo e “hang out” come dicono gl’inglesi. La sala è ampia, la capienza è copiosa, il banco del bar è bello grande, ci sono tavoli e divani… Sono convinto che nel futuro ne sentiremo parlare positivamente e sempre di più di questo club! Effettivamente il 16 Novembre era la terza serata d’attività del VORTEX, e in quanto sabato forse una maggiore adesione sarebbe stata più d’uopo… Ma gli amici dell’ex locale c’erano e RELICS era lì nei panni del sottoscritto e del Potente Matteo Pizzicannella nelle panni del fotografo. Il colpo d’occhio passate le porte è davvero notevole: la sala è grande e credo che possa ospitare diverse centinaia di persone (capienza dichiarata: oltre i mille!), tutto nero e l’illuminazione del lato bar risulta gradevole… E il palco è interessante, alto e spazioso con un impianto luci davvero ottimo che ha fatto la felicità dei fotografi presenti, in primis il nostro Matteo! Un po’ in ritardo sull’orario di partenza ci vengono scaldate le orecchie dagli STICK IT OUT, che col loro punk rock di matrice americana riescono a far battere il piedino agli amanti di gruppi più famosi quali Foo Fighters e risultano abbastanza coinvolgenti con una presenza sul palco sciolta e attiva. 2La band di Roma si muove benissimo con un sound schietto, immediato ed un suono ottimale complice l’impianto del VORTEX che viene messo abbastanza alla frusta dai 4 punk rockers, con un pizzico di penalità per la voce che nei primi pezzi non risulta esattamente in primo piano. Una mezz’ora davvero piacevole alla fine, Dave, Andy, Nyk e Tripp! Dopo gli Stick It Out arriva il momento degli headliners della serata, 4 teste di metal belli energici che corrispondono al nome di STRENGTHCODE. La loro formula arriva diretta in faccia con un sound senza fronzoli, nè troppo compresso, derivato direttamente dall’amore del quartetto per l’hardcore primievo – non il nu metal core che va tanto per la maggiore – di gruppi quali Pro-Pain e altre band della scuola hard core newyorkese fuso con influenze più moderne passando per assonanze coi mai troppo rimpianti Pantera. Gli STRENGTHCODE sono al loro debutto e Inside Power è ai cancelli di partenza pronto a portare un bel calcio in culo globale, essendo distribuito in tutto il mondo e scelgono il buon VORTEX club per iniziare l’ascesa. Il disco viene patrocinato da Gianluca Perotti degli EXTREMA, se sapete un po’ di storia del metal italiano non è un perfetto sconosciuto, che canta anche nella track che da il nome al disco. Dal vivo gli STRENGTHCODE non lasciano prigionieri, sono veramente diretti, privi di fronzoli, con Marco che sprigiona un guitar work vario e interessante (mi è piaciuto parecchio, per quel che si sentiva…), Fabio che si sbatte alla batteria (un drumming vario che non disdegna sfuriate metal) e Pito al basso che spesso e volentieri riesce a guadagnare la scena ed un notevole Steph alla voce, che snocciola una timbrica davvero notevole e assolutamente capace di variare tra parti urlate e clean con ottimi risultati. 3A monte della serata però ci sono stati diversi problemi non trascurabili di mixing che hanno impedito alla potenza cristallina degli STRENGTHCODE di esplodere come sarebbe dovuto essere, con un basso a tratti assolutamente inesistente e una voce “decentrata” che faceva si intuire le capacità del vocalist ma non gli rendeva affatto giustizia (peccato!!). L’unico strumento davvero percepito in maniera chiara era la batteria… Il fonico andrebbe scelto con più cura, secondo chi scrive, per non far si che una proposta che sebbene sia oltremodo valida, ma per molti versi abbastanza elitaria (specialmente a Roma), risulti in una pappa noiosa che non riesce a trascinare gli ascoltatori. Quindi un consiglio agli STRENGHTCODE: lavorate bene sul suono in sede live e applicate un pizzico di furbizia in più sulla presenza sul palco cercando di formulare uno stile più personale in grado di acchiappare più spettatori possibili, la stoffa c’è e RELICS si augura di poter rivedervi in forma smagliante senza più dover starsi a chiedere che caspita sta facendo in certi punti Pito, o cosa sta effettivamente dicendo Steph!
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Fabio Ippoliti

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