Appino @Candelai, Palermo & @Barbara Disco Lab, Catania (testo e foto di Marco Calò)

Appino Live Candelai_11298170016_mGiovedì 5 novembre, è mattina,  Andrea Appino ha appena pubblicato sul suo profilo Facebook la foto dell’azzurro cielo di Palermo che lo accoglie sereno come non mai dopo la traversata in aereo da Berlino dove il leader degli Zen Circus si è esibito appena 12 ore prima. Comincia così dunque la parte siciliana de Il Lavoro mobilita l’uomo acustico tour che ha portato il cantautore pisano in giro per le maggiori città italiane e non. Ad accompagnarlo in prestito dagli A Toys Orchestra c’è Enzo Moretto alla chitarra e seconda voce, mentre il protagonista ovviamente non può che essere Appino che presenta in chiave acustica il suo album solista Il Testamento ,album che vanta tra gli altri la partecipazione di Franz Valente e Giulio Ragno Favero de Il Teatro Degli Orrori, e che durante i live acustici vede Appino destreggiarsi con grande abilità tra canto, che interpreta con straordinaria personalità, chitarra, sfoggiando la solita grande padronanza dello strumento, armonica per l’esecuzione de La Festa Della Liberazione e occupandosi anche della sezione ritmica con una particolare batteria a pedali da lui stesso ideata e che non fa per niente rimpiangere l’assenza di un vero e proprio batterista.4

Ore 23.00 parte una base strumentale sul genere folk popolare che introduce l’artista sul palco, il quale si presenta senza troppi fronzoli davanti un pubblico ansioso di assistere all’esibizione.

Poche battute per presentarsi e salutare il pubblico, lo stile colloquiale del tour acustico la fa da padrone e Appino ci va a nozze da grande intrattenitore qual’è, divertendo gli spettatori con gag, racconti e aneddoti che hanno ispirato le sue canzoni.

Il primo pezzo è Fiume Padre ottimo inizio che lascia intendere lo stile che Appino ha impresso a questo tour, dolce ma potente allo stesso tempo, il pubblico apprezza e canta con Appino. Si prosegue con Passaporto e Lo Specchio Dell’anima intervallate da qualche battuta tra Appino e Moretto al suo fianco, la canzone successiva viene spiegata nel dettaglio, il pezzo è Questione D’orario e parla di un argomento che colpì molto l’artista ovvero di quelle donne che, in tempi lontani dai nostri, erano costrette all’esilio per il semplice motivo di essere in attesa di un figlio fuori dal matrimonio,l’esilio sarebbe servito a levare l’onta o qualcosa di simile, è uno dei pezzi più profondi del disco e l’esecuzione è impeccabile.Seguono Godi (Adesso che puoi) Tre Ponti al termine del quale  l’artista invita tutti a dormire con la sua 3 2Che il lupo cattivo vegli su di te riarrangiata in acustico e inserita nel 45 giri disponibile durante il tour.Si prosegue con il pezzo che da il nome al disco Il Testamento che in passato era stato dedicato ai vari Margherita Hack, Enzo Jannacci, Lou Reed e che a sorpresa di tutti compreso lo stesso Appino è stato dedicato in diretta anche a Nelson Mandela deceduto da poche ore, la notizia è arrivata in diretta proprio mentre l’artista parlava del pezzo e questo ha creato non poca ilarità seppur amara per la scomparsa del leader africano. Il pezzo che segue è Fuoco! E qui l’artista ci spiega che il pezzo gli è stato ispirato da un articolo letto su Focus secondo il quale la civiltà nacque proprio davanti un fuoco, e 1983 pezzo che parla del padre e che è stato ispirato in particolare da una fotografia che l’artista trovò un giorno per caso; segue poi la bella I giorni della merla pezzo molto particolare durante il quale Moretto esegue, con particolari effetti a pedale e aiutandosi con un accendino sulle corde della chitarra, un fruscio che richiama il vento e che si sposava perfettamente con la canzone.La canzone che segue viene annunciata con enfasi dal cantante, è infatti Vecchio frack del grande Domenico Modugno e fa un certo effetto ascoltarla con la voce di Appino che comunque la esegue in maniera eccelsa. A questo punto Appino volge lo sguardo alla scaletta e indossa la sua armonica al collo, il pubblico esulta e si prepara ad ascoltare forse il pezzo più bello del disco, La festa della liberazione, l’artista si appresta a 2 2suonare le note sulla sua chitarra seguite dai fraseggi con l’armonica, un gran bel pezzo da ascoltare su disco, superlativo da ascoltare live, ma qualcosa sembra non andare in Appino che appare stranamente affaticato e pallido in viso, dimentica le parole durante l’esecuzione ma prosegue, sembra riprendersi quando bruscamente si sfila la chitarra e l’armonica gettandole in terra, si alza dallo sgabello e barcollando si avvia verso i camerini rischiando di svenire sul palco, si sente solamente una frase che Appino lancia a Moretto che lascia pochi dubbi su quanto accaduto, “non sto bene per un cazzo”. La scena è talmente surreale che non si capisce bene se sia una trovata teatrale dell’artista o se effettivamente questi abbia avuto davvero un improvviso malore, i minuti passano e  si capisce che la situazione è seria e lo sbigottimento diventa paura per le condizioni dell’artista, torna sul palco Moretto che rassicura il pubblico dicendo che si era ripreso e che non era nulla di grave, a quel punto il pubblico si rende conto che il concerto era finito in anticipo e la paura si è trasformata in delusione per un bellissimo concerto che non si è concluso e che non si concluderà mai più.  Il giorno dopo Appino si scuserà (se mai ce ne fosse stato bisogno) per l’interruzione del concerto spiegando che le motivazioni erano mancanza di sonno e stanchezza che si sono manifestate sottoforma di calo di zuccheri e  pressione; anche lui sperava, come tutti coloro che erano presenti ai candelai quella sera, di poter recuperare con un nuovo live al più 3presto e intanto dava appuntamento a Catania la sera dopo assicurando i fans di aver dormito ben 10 ore stavolta.

La serata al Barbara Disco Lab di Catania parte molto al rilento, infatti le porte del locale vengono aperte alle ore 23,30 e dopo un dj set durato un’ora alle ore 00,30 parte la musica che introduce Moretto e Appino il quale rassicura immediatamente il pubblico sulle sue condizioni e con un sorriso taglia corto chiacchiere e presentazioni e parte schitarrando Fiume Padre, Passaporto, Lo specchio dell’anima e così via. Naturalmente la scaletta è la stessa della sera precedente, unica differenza, facile da notare per chi ha visto entrambi i live, sta nella colloquialità di Appino con il pubblico che appare molto più serrata rispetto alla serata dei Candelai a Palermo, forse l’orario quantomeno inappropriato per far partire un concerto di questo tipo ha fatto si che le tempistiche si stringessero, il pubblico di Catania non ne ha risentito ma sicuramente si è persa, rispetto al precedente spettacolo, quella dose di divertimento e intimità tipicamente show-case che Appino abilmente ha creato durante questo tour.

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Come per lo spettacolo di Palermo è prevista l’esecuzione di Vecchio Frack di Domenico Modugno ma per l’occasione Appino chiama sul palco l’ospite a sorpresa Lorenzo Urciullo in arte Colapesce che duetta molto bene con Appino lo storico pezzo di Modugno. Il concerto prosegue fino ad arrivare al punto in cui si interruppe il precedente live a Palermo ovvero La festa della liberazione e qui ad Appino scappa da ridere ricordando la sera prima e scherzando sull’accaduto col “maestro” Moretto. A questo punto il concerto si avvia al termine con il brano inedito che da il nome al tour Il lavoro nobilita l’uomo e con il bis Solo gli stronzi muoiono brano eseguito in maniera molto più energica rispetto ai precedenti tanto che Moretto lo esegue in piedi muovendosi per tutto il palco.

Che dire di più, questo tour acustico che ha portato Appino in Sicilia è certamente da vedere, l’esecuzione dei brani riarrangiati per l’occasione è sempre impeccabile e molto particolare, rimane la delusione e il dispiacere per l’interruzione brusca del live a Palermo e la speranza di rivederlo presto da queste parti, da solo oppure con i soci degli Zen Circus.

LA FOTOGALLERY DI MARCO CALO’ DELLA SERATA DI PALERMO (Qui il Link al set su FLICKR)

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LA FOTOGALLERY DI MARCO CALO’ DELLA SERATA DI CATANIA (Qui il Link al set su FLICKR)

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Marco Calò

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