Franco Micalizzi & The Big Bubbling Band – Miele (2013) di Daniele Latini

miele cover

Stavolta non parliamo di band emergenti e di artisti promettenti, bensì di un artista con la A maiuscola: Franco Micalizzi.

Scrollatevi di dosso terminologie astruse ed aggettivi ricercati, perché di parola ne basta una, Musica, quella che il compositore trasmette da decenni in tutta la sua autenticità, principalmente attraverso le colonne sonore di film ormai d’epoca quali Il cinico l’infame il violento, Roma a mano armata, Napoli violenta, per un verso o per un altro entrati nella storia mentre consacravano il genere cosiddetto Pulp. Non a caso, il buon Quentin Tarantino, che di pulp se ne intende, si definisce un grande fan del compositore romano, avendo inoltre inserito nel suo film Grindhouse il tema originale di Italia a mano armata e nella scena finale di Django Unchained il tema originale di Lo chiamavano Trinità, composte entrambe dal Micalizzi.

Una carriera costellata da colonne sonore ma anche da altro, come partecipazioni televisive e progetti musicali di diverso genere.

Dopo interessanti progetti come Gli Originali, del 2006, con i più rappresentativi artisti della scena hip-hop italiana, fra i quali troviamo Deda MD, i Colle Der Fomento, The NextOne, Don Kaos e altri ancora, il buon Micalizzi torna con Miele, un album di 12 tracce intense, tra le quali spicca l’omonima dell’album e prima in ordine: 4 minuti e mezzo di allegria e dolcezza, che timbra fin dall’inizio il concept della raccolta, cocktail di brani spietatamente 70’s funky e sinfonie attualizzate, moderne, supportate dalla tecnica elevatissima di tutti i grandi strumentisti della Big Bubbling Band che hanno collaborato al progetto.

Immaginatevi un bel poliziesco anni 70, con un insieme di Giuliette che sfrecciano all’inseguimento dei banditi per le vie del centro storico romano, mentre in sottofondo c’è Domina, con la sua carica progressiva e vagamente nostalgica, che fa accelerare sempre più le amate e indimenticate Alfa Romeo che furono. Qualche curva in derapata e arriva Venus promenade, che aggiunge come pezzi di puzzle una coppietta seduta al bar a conversare sorseggiando una Caipiroska alla fragola, lasciando il Vodka Martini alla storia.

Piacevoli immagini di un passato glorioso mescolate ad un romanticismo mai banale che ben poco si trova nei brani strumentali del circuito italiano.

L’unico brano leggermente malinconico è Fuego Amico, supportato da una chitarra wah wah ed un sax che stemperano i toni ed aprono a Dedicato, ultima traccia in onore dell’immenso ed indimenticabile Armando Trovajoli.

Non aspettatevi un disco nostalgico, Miele supera ogni schema e si posiziona ben al di là dei generi attuali, attraverso la capacità ed il genio che solo grandi mestri come Franco Micalizzi possiedono.

Tracklist:

1. Miele
2. Giaguaro
3. Amelie
4. Domina
5. Mai più per sempre
6. Cadaques                                                                  
7. Venus Promenade
8. Movimiento
9. Orchidea
10. Cats And Dogs
11. Fuego Amigo
12. Dedicato


Commenti

Daniele Latini

Click here to connect!