Capodanno 2014 a piazza Sempione si è svolto un coraggioso evento organizzato interamente dal municipio della zona. L’evento comincia intorno alle 21:30 e il primo gruppo ad aprire le danze sono i Molotoy. La loro è un musica suggestiva e intrigante caratterizzata dall’uso comune di rumorismi noise e percussioni acustiche ibridate a drumming elettronico, spesso sposato al breakbeat più frammentato. La scarsa presenza della voce viene sostituita di volta in volta da violino, tastiere o chitarra come strumento guida. Non si fa minimamente sentire l’alternanza di strumenti acustici, analogici ed elettronici evitando così la rigidità di certa musica puramente elettronica. A seguire spazio alla lirica con Hyunju Park Soprano. La bellissima cantante lirica di origini orientali sprigiona tutta la sua energia trasformandola in in dolcissime melodie che cullano il nostro animo.
I Bamboo sono il terzo gruppo ad esibirsi. Li hanno definiti un collettivo “pop-industrial” che suona con oggetti recuperati, loro sono un gruppo di cinque giovani che hanno lo scopo di creare musica con strumenti “alternativi”, oggetti comuni della vita di ogni giorno. Ed è proprio per esprimere con più forza il concetto di riuso che i Bamboo hanno proposto il What’s in the Cube, il loro CD d’esordio discografico prodotto da Bomba Dischi, deve persona la custodia è riutilizzabile trasformandosi in un cubo portaoggetti, perchè tutto può prendere una nuova forma.
Con gli About Wayne, invece, il sapore post-grunge viene riportato ai nostri tempi grazie ai suoni che, di fatto, sono piacevolmente più moderni, le distorsioni più curate e pure l’attenzione posta negli arrangiamenti dei brani fa un passo in avanti rispetto ai mitici anni novanta. Oltre alla compattezza sonora della parte strumentale, c’è da fare un meritato applauso a Gianpaolo Speziale, cantante della band, in grado padroneggiare come si deve questo genere dimostrando fantasia, estensione e originalità, rivelandosi il valore aggiunto del progetto musicale.
Ultimo ad esibirsi prima della mezza notte sono gli Ardecore, i quali esprimono un amore per la radice popolare della cultura romanesca, ricollocando questa musica tradizionale in un contesto più ampio rispetto a quello in cui è stata relegata. Gli Ardecore sono una straordinaria prova di scrittura originale e di arrangiamento personale. Finita anche questa esibizione è il momento del tradizionale conto alla rovescia dove allo scocare della mezzanotte ci lasciamo trascinare tutti quanti nella festosa cacofonia dei fuochi d’artificio.
Appena finito di brindare è il turno dei Management Del Dolore Post-Operatorio che tra primarie ed infezioni veneree, propongono i loro testi demenziali quanto profondi ed assurdamente reali, con storielle di vizietti impuniti giustificati dal potere edal denaro. I quattro poeti provinciali sarcasticamente citano i poeti maledetti e non, da Baudelaire a Bukowsky. Il loro è un “elettrico cantautorato di protesta” e una critica serrata all’autodistruzione dell’uomo moderno e allo slancio verso il patetico.
Per finire ecco i Bud Spencer Blue Explosion, blues ed energia pura. Grazie a loro si respira quell’atmosfera dal sapore di musica internazionale che troppo spesso manca in molte produzioni musicali del nostro paese, sia per mancanza di fiducia in alcuni progetti che per convinzione che la lingua italiana mal si sposi con alcuni generi musicali come il blues e il grunge. Ogni volta che i B.S.B.E. si esibiscono dal vivo fanno sembrare tutti gli altri musicisti dei dilettanti.
Insomma un bel capodanno con una buona partecipazione di pubblico soprattutto dalla mezzanotte in poi. Speriamo che eventi del genere possano ripetersi per promuovere sempre più alternative in grado di soddisfare sempre più esigenze e richieste musicali diverse tra loro.