Möhn – Möhn EP (Autoprod., 2013) di Silvano Annibali

Non è assolutamente musica da intrattenimento quella che ci propongono i Möhn, formazione sarda composta da: Valerio Asara alla voce, Daniele Marongiu ed Enrico Bonacossa alle chitarre, Alberto Monaco al basso e Giuseppe Aversano alla batteria. Il loro ep d'esordio, intitolato semplicemente Möhn, propone una suggestiva sequenza di brani "spoken music", nei quali le visioni poetiche dei testi di Valerio Asara, che trasudano inquietudine, si sovrappongono alle costruzioni strumentali di un post-rock pienamente sperimentale. Il brano che apre l'ep è Māyā, pubblicato sul web a giugno 2012 come primo singolo che anticiperà l'ep. Māyā è un percorso, della durata…

Score

CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'

Conclusione : Spo"r"ken Music

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MöhnNon è assolutamente musica da intrattenimento quella che ci propongono i Möhn, formazione sarda composta da: Valerio Asara alla voce, Daniele Marongiu ed Enrico Bonacossa alle chitarre, Alberto Monaco al basso e Giuseppe Aversano alla batteria. Il loro ep d’esordio, intitolato semplicemente Möhn, propone una suggestiva sequenza di brani “spoken music”, nei quali le visioni poetiche dei testi di Valerio Asara, che trasudano inquietudine, si sovrappongono alle costruzioni strumentali di un post-rock pienamente sperimentale.

Il brano che apre l’ep è Māyā, pubblicato sul web a giugno 2012 come primo singolo che anticiperà l’ep. Māyā è un percorso, della durata di 5,32 min., costruito da oscure suggestioni sonore math-rock che accompagnano le parole di Valerio Asara: “…Vorrei dirti che tutto è un illusione, anche il mio scappare, la paura della tua forza devastante, dei tuoi occhi che inceneriscono le mie passioni, che di te ho un urgenza esistenziale, un bisogno bruciante… Ma le parole, non arrivano alla caverna del tuo cuore, ed io, io aspetto nostalgico alla finestra della stanza, perdendomi nella pioggia, e con un sospiro spingo un nuvolo messaggero alla tua volta… Che il mondo intorno a noi non è più, non è mai stato…”.
Nuova Era invece è l’unico brano dell’ep che ha una struttura più classicamente alternative anni ’80, e non ci dispiace avvertire suoni ed atmosfere che ci riportano alle band di quel decennio.
Prati Tossici riconduce sui binari della sperimentazione, specialmente negli ultimi 2 minuti dove ci sorprendono passaggi psichedelici sostenuti da una ritmica quasi tribale, accelerazioni noise e squarci dark: “… Prati tossici incastonati nel cemento, come gioielli di imbarazzante splendore…”.
Ultima traccia è Olbia che produce, e qui i Möhn ci danno dentro con tutto il repertorio di suoni industrial, distorsioni, rumori, idee e suggestioni vocali. Un inquietante carillon che suona “Lili Marlene” funge da intervallo tra una prima ed irrequita parte, con testo di Valerio Asara, ed una seconda, crepuscolare, dove la voce di Asara divenuta quasi un sussurro, recita un testo tratto dal monologo “Aldo” di Stefano Razzolini (lavoro imperniato sulla fine della seconda guerra mondiale): “… C’era l’acqua che era nera, oleosa, e i prati intorno fumavano come se la terra fosse stata calda, le montagne in fondo erano delle grosse cose nere… Le nuvole, coprono la luna e sembrano così morbide che ti ci puoi appoggiare, che caldo! Un caldo che sta sulla pelle ma che non scalda dentro; il cuore è nero, è freddo, è fatto come di grasso, non batte più… Forza che non è ancora ora di fermarsi! Devi lavorare per me ancora per un pò e poi ti lascio libero di smetterla, di smetterla… E’ rosso come è rosso e grasso sull’acqua, guarda si vede la luna che splende, c’è più vita in quello specchio che in tutto il mio corpo, l’odore della vita, il caldo della vita, l’odore, il caldo, la vita, la vita.”

Ebbene, il lavoro dei Möhn ci ha coinvolto, anche se non è sicuramente il genere di musica che può fungere da colonna sonora delle nostre giornate. E’ una proposta certamente ardita, ma un lavoro in cui non si prescinde, per fortuna, dalle capacità tecniche dei musicisti che compongono la band e dal buon livello dei testi.

Tracklist:

01. Māyā
02. Nuova Era
03. Prati Tossici
04. Olbia che produce


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Silvano Annibali

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