The Crystal Session – The Crystal Session (Seahorse Recording, 2013) di Simone ‘Noizewave’ Vinci

Queste sono le belle sorprese della musica italiana indipendente. Quando ho avuto il disco, ho pensato di trovarmi davanti all'ennesimo duo uomo/donna, che porta alla noia e al pop sanremese, per la serie: ti pare che sento tre lavori e sono fichi tutti e tre (gli altri due sono i Lady & The Robot e i Love Handles)? La risposta è sì. Sono molto fortunato. Il loro primo album, omonimo, presenta i The Crystal Session come una piacevole sorpresa: raffinati senza mai risultare arzigogolati o eccessivamente artificiali. La copertina tradisce un po' l'originalità e la delicatezza di ciò che…

Score

Concept
Artwork
Potenzialità

Conclusione : Onirico

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cover+the+crystal+session[1]Queste sono le belle sorprese della musica italiana indipendente. Quando ho avuto il disco, ho pensato di trovarmi davanti all’ennesimo duo uomo/donna, che porta alla noia e al pop sanremese, per la serie: ti pare che sento tre lavori e sono fichi tutti e tre (gli altri due sono i Lady & The Robot e i Love Handles)? La risposta è sì.

Sono molto fortunato.

Il loro primo album, omonimo, presenta i The Crystal Session come una piacevole sorpresa: raffinati senza mai risultare arzigogolati o eccessivamente artificiali. La copertina tradisce un po’ l’originalità e la delicatezza di ciò che è contenuto nel disco, questo può trarre in inganno, in effetti. Ma basta ascoltare Hyperion, la prima traccia, per avere l’idea di ciò di cui parlo.

E’ come guardare il mondo attraverso quell’effetto “vapore” che si usava sui film degli anni ’80 per far capire che le scene erano un sogno e non la realtà. Hanno quel senso di illusione, difficile da mantenere inalterato per tutto l’album. Eppure ci riescono. Sanno come si suona e come non ripetersi nelle tracce. Un buon Dream Pop, figlio di Cocteau Twins, Bjork con spruzzatine di Raveonettes qui e lì.

Un lavoro ricercato che non annoia, basta mettere a confronto Hyperion e La Belle indifférence per avere la consapevolezza di due modi diversi di essere movimentati, pur rimanendo nel genere. La voce di Marinella Dipalma, si sospende e si moltiplica in un limbo, mentre la musica di Francesco De Palma viaggia tra i due estremi: terreno ed etereo, unendo suoni “spaziali” da tastiera a bassi distorti, come in Narcolepshysm.

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CurseDance include quanto appena detto, ma riesce anche a richiamare alla mente scene dei primi anni ’70, ed allo allo tesso tempo, sembrare attuale. Non è un paradosso paragonare il sound di CurseDance a quello dei Nouvelle Vogue. Raven, invece, risulta quasi epica, con un ritmo cadenzato ed una voce lontana, ispirata chiaramente dall’immaginario di Edgar Allan Poe.

L’unica nota stonata è Watering, esageratamente distorta (volontariamente o involontariamente che sia), fa storcere il naso, dopo essersi abituati alla raffinatezza delle tracce precedenti. Un po’ come fare le fragole con la panna e spolverare il tutto con cozze grattugiate.

The Crystal Session è un ottimo lavoro, che lascia ottimi presagi per il futuro. La loro musica lascia un sorriso, ottima anche per una situazione romantica. L’artwork generale non entusiasma, come detto prima, ma quello che contiene il cd è tutta un’altra storia.

Tracklist:

1. Hyperion
2. Counting out to love
3. Narcolepshymn
4. Curse dance
5. Tearbud
6. Raven
7. Watering
8. La belle indifference
9. Opalescent 


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Simone Vinci

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