Polar Bear – In Each and Every One (The Leaf Label, 2014) di Emanuele Genovese

12014PolarBear_EachandEveryone600G210314Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando nel 2004 i Polar Bear furono nominati per vincere il premio di “Best Band” ai BBC Jazz Awards. Quello fu il punto di partenza di una band che, negli anni seguenti, è stata in grado di produrre ottimi album che non sono certo passati inosservati alla critica e al pubblico. In Each and Every One è il quinto album della band, a quattro anni di distanza da Peepers.
Lʼalbum si apre con Open See, pezzo sicuramente di non facile approccio: il sax è accompagnato da un tappeto sonoro come a voler ricreare un ambiente onirico indefinitamente esteso.
Ma nonostante un inizio difficile, i tre brani successivi sono decisamente più immediati e diretti (se così si può dire). Siamo di fronte ad un acid jazz molto coinvolgente con un elettronica che ben si sposa al groove della sezione ritmica di Rochford (batteria) e Herbert (contrabbasso). Sezione ritmica che in questa parte del disco la fa da padrone , mentre i sax tenori di Wareham e Lockheart sono spesso in secondo piano, echeggianti, quasi a non voler occupare più scena del dovuto. Apprezzabile la contaminazione brasiliana in Theyʼre al KS an Qs Lucien, brano in cui la parte finale è caratterizzata però da un inasprimento dei suoni e da una fulminea accelerazione del tempo che culmina in un noise collettivo.
Ed è proprio in questo momento che arriva WW, il pezzo più estremo e sperimentale dellʼalbum. I sax lanciati in vorticosi soli dissonanti a coprire tutta la dinamica degli strumenti, lʼasprezza di Rochford alle pelli, il pulsare del contrabbasso e la tensione dellʼelettronica di fondo provocano allʼascoltatore un senso di inquietudine che riporta facilmente alla mente i Painkiller di John Zorn.
Il disco prosegue con i migliori due brani dellʼalbum Lost in Death part 2 e Maliana, dove il gruppo inglese riesce a coniugare egregiamente lʼacid iniziale con la tempesta jazz-core di WW. Degno di nota in Lost in Death part 2 è il contrasto tra la delicatezza del tema portato dai sax con la progressione pulsante e incessante di basso e batteria.
Ma negli ultimi brani lʼalbum cala di intensità. Nonostante alcuni eleganti fraseggi dei sax tenori (Lost in Death part 1), il tutto risulta ripetitivo e a tratti noioso (come in Two Storms e nella conclusiva Sometimes). Non riesce a sollevare il trend neanche Life and Life, la più vicina allʼimpulsività e alle sonorità di WW ma purtroppo senza la stessa carica emotiva.

In Each and Every One è alla fine un buon album, in grado di coinvolgere e stupire lʼascoltatore, studiato nei minimi dettagli. Lʼalbum conferma la personalità e lʼoriginalità dei Polar Bear .

Sicuramente questi ragazzi inglesi hanno ancora molto da dire.

Tracklist:

1. Open See
2. Be Free
3. Chotpot
4. Theyʼre All Ks an Qs Lucien
5. WW
6. Lost In Death Part 2

7. Maliana
8. Lost in Deat Part 1
9. Life and Life
10. Two Storms
11. Sometimes


Commenti

Stefano Capolongo

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