Tune-Yards – Nikki Nack (4AD, 2014) di Mario Cutolo

Nikki_Nack_artworkSono quasi convinto (ed in cuor mio spero sempre di sbagliarmi) che dei tUne-yArDs poco si conosce dalle nostre parti. Eppure, tre anni fa il loro W H O K I L L e’ stato salutato come il miglior disco dell’anno nella classifica del Village Voice, il mitico giornale newyorkese.
Ora, evitando di fare una seppur piccola biografia (dopotutto siamo nell’era di internet e ve la potete cercare da soli) ci addentriamo direttamente dentro Nikki Nack, il loro terzo e magnifico album.
Diciamo subito che mi sono trovato piuttosto in difficoltà’ a raggruppare i pensieri per descrivere il disco. Possiamo partire dal fatto che la musica dei tUnE-yArDs e’ un immenso contenitore di idee che mescola ritmi di natura tribale (in questo caso ispirate ad un viaggio ad Haiti), un prominente basso ed un intelligente uso dell’elettronica. Detto così sembrerebbe facile. D’altronde, l’accostamento tra  i ritmi primitivi e l’elettronica non è una novità se si citano capolavori come Remain in Light dei Talking Heads, Peter Gabriel IV o Graceland di Paul Simon. Eppure Nikki Nack e’ una creatura diversa.
Per capire meglio la sensazione che si prova ascoltando l’album forse vale la pena fare accostamenti di natura non musicale. Appena parte Find a New Way, sembra quasi che si cade nella tana del Bianconiglio, e noi, poveri ascoltatori nei panni di Alice, ci ritroviamo a bere le canzoni che ci rendono troppo grandi o troppo piccoli fino a che non riusciamo a trovare la giusta misura per continuare il viaggio comodi ed in controllo della situazione.
Come se non bastasse, l’altro aspetto estremamente importante è la tematica dell’album che sembra una sorta di diario di viaggio dentro le pressioni, le illusioni  e le aspettative di ogni artista che si confronta con la propria creatività cercando di combattere contro il ruolo di essere definitivo e quindi categorizzato entro limitanti confini. Se infatti il disco si apre con Find a New Way più avanti si trova Real Thing, in cui Merrill Garbus lotta contro l’etichetta attribuita al gruppo di essere reale, facile definizione che in realtà mette le basi di una futura critica se il gruppo decidesse di esplorare nuove vie. Per usare un altro accostamento non musicale, potrei usare l’azzardo di paragonare Nikki Nack all’ 8 &1/2 di Fellini.
Per finire possiamo dire che rispetto al loro esordio Bird Brains, i tUnE-yArDs sono passati da un lo-fi and un hi-fi diventando artisti maturi, senza perdere nemmeno un grammo della loro creatività ma anzi mettendo a fuoco meglio le loro idee e facendo diventare lo studio un componente del gruppo. Per il momento quindi vale la pena salutare Nikki Nack come il capolavoro che ci si aspettava da Merril Garbus, confermando ancora una volta che la creatività al femminile sta sorpassando di gran lunga quella maschile sul piano dell’innovazione musicale. Tra Nikki Nack e St. Vincent, non saprei proprio chi scegliere.

Tracklist:

1. Find a new way
2. Water fountain
3. Time of dark
4. Real thing
5. Look around
6. Hey life
7. Sink-O
8. Why do we dine on the tots?
9. Stop that man
10. Wait for a minute
11. Left behind
12. Rocking chair
13. Manchild


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Stefano Capolongo

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