Live eXperiment 2 @ Init, Roma (di Simone NoizeWave Vinci, foto di Mario Cordaro)

DSCF4743C’è un trait d’union particolare nel mondo della musica, che può legare un padre con un figlio (ma anche un nonno con un nipote): è la musica Prog. E’ un legame generazionale, fatto di virtuosismi e mondi immaginari che unisce la prima generazione, quella dei ventenni degli anni 70 e la seconda generazione, quella dei ventenni di oggi. LX2 è la dimostrazione tangibile di come la musica riesce ad attraversare 40 anni senza minimamente perdere il suo fascino, riuscendo a coinvolgere anche i più giovani. Sul palco tre gruppi della nuova generazione, diversi tra loro, ma capaci di tenere sotto il palco dell’Init l’esigente pubblico romano.
Il Live eXperiment 2, secondo appuntamento di una serie di eventi a base Prog organizzata da Progressive World, vede in veste di headlineri norvegesi Wobbler, importante formazione Prog tra le maggiori esponenti della corrente scandinava.
LX2 è stato aperto dai giovanissimi Ingranaggi della Valle. Il gruppo romano, composto da 7 elementi tutti poco più che ventenni, ieri 6 sul palco, non si è fatto prendere dall’emozione, liberando le note contenute nel loro primo album, In Hoc Signo. Le cose che colpiscono sono la tecnica e la naturalezza con cui affrontano la musica costruendo le loro melodie, tradendo la loro giovane età. Sono sfrontati, come tutti i ventenni, ed anche se hanno ancora molto da imparare, non hanno assolutamente nulla da invidiare alla generazione dei fenomeni di vent’anni che animarono la scena Prog negli anni DSCF472670.
Dopo la brevissima pausa, salgono sul palco i milanesi Not a Good Sign. Anche se più grandicelli d’età, sono una formazione nata soltanto tre anni fa dalle esperienze precedenti dei membri nel mondo Prog. Rispetto agli Ingranaggi risultano molto più “puliti”, meno sanguigni e riescono a giocare anche con i silenzi. La tecnica è raffinata e mentre si seguono i pezzi del loro disco omonimo a pezzi in anteprima del prossimo, risalta il modo in cui conservano la freddezza degna di un gruppo del nord Europa. Il contatto col pubblico è affidato al carisma del cantante Alessandro Calandriello, un po’ eccessivo nel cercare di coinvolgere il pubblico, quasi decontestualizzato rispetto agli altri membri, come un cerino in mezzo ai ghiacci.
Mentre gli avventori dell’evento techno (perchè?) che seguirà il Live eXperiment, si ammassano fuori dalle porte dell’INIT, salgono sul palco i norvegesi Wobbler: band nata nel 1999, che con tre dischi alle spalle, che rappresenta una delle realtà più brillanti della scena scandinava. Avendo avuto la possibilità di ascoltare solo l’ultimo album, Rites at Dawn, con sonorità molto più Yes del solito, mi aspettavo una performance tiepida eseguita da gente freddissima, come nella migliore tradizione nordica. Invece no. Andreas Vilthagen, il frontman, arriva sul palco che sembra più un hipster che un collega degli Anglagard. Nel momento dell’attacco rimango un po’ spiazzato dal calore espresso dai quattro norvegesi. La loro performance esprime tutta la bravura e l’affiatamento figlio di uno studio ininterrotto alla DSCF4770ricerca dell’amalgama di suoni perfetta. Nei loro suoni è possibile trovare elementi della scena di Canterbury, elementi della scuola italiana ed elementi folk della cultura scandinava, che rende tutto il progetto uno dei più completi dell’intera scena. L’emblema del Prog moderno, saltellando da un’influenza all’altra con una facilità tale da farlo sembrare una cosa normale, riuscendo a dare un senso logico a due pezzi diametralmente opposti come A Faerie’s Play e Rubato Industry. Alla fine si lanciano anche in un divertente esperimento linguistico, con una canzone che a me è sembrato si chiamasse tipo Gnocchi (ma è una libera interpretazione), figlia dello studio sulla lingua e sul prog italiano. Dieci minuti di delirio linguistico in uno stentato ed improbabile italiano. Ho scoperto che i norvegesi non hanno un buon rapporto con le vocali, ma è stato divertente anche per loro.
A fine serata non resta che raccogliere le proprie cose in fretta e furia, mentre la fauna urbana composta da gabber, rimastini e quant’altro invade il locale. Il Live eXperiment dà l’appuntamento a tutti a settembre, per la nuova stagione.


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Simone Vinci

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