Mach Shau – Things Happen in Winter (Moquette Records, 2014) di Emanuele Genovese

Mach Shau! ovvero “Fate casino”!,  così gridava il pubblico amburghese a quei quattro ragazzotti inglesi sul palco nei primi anni sessanta, ancora semi-sconosciuti, ma che di lì a qualche anno sarebbero stati consacrati come una delle band più importanti della storia della musica: i Beatles. I Mach Shau! sono presenti sulla scena musicale da diversi anni, hanno alle spalle un album (Ten Violent songs) e un EP (No use for Cocaine) senza tralasciare un’intensa attività live che comprende numerose tappe in giro per l’Italia e l’apertura di concerti per band blasonate come ad esempio gli  Zen Circus. Gli attori che danno…

Score

Artwork
Potenzialità
Concept

Conclusione : Divertente

Voto Utenti : 3.65 ( 1 voti)
mach-shauMach Shau! ovvero “Fate casino”!,  così gridava il pubblico amburghese a quei quattro ragazzotti inglesi sul palco nei primi anni sessanta, ancora semi-sconosciuti, ma che di lì a qualche anno sarebbero stati consacrati come una delle band più importanti della storia della musica: i Beatles.

I Mach Shau! sono presenti sulla scena musicale da diversi anni, hanno alle spalle un album (Ten Violent songs) e un EP (No use for Cocaine) senza tralasciare un’intensa attività live che comprende numerose tappe in giro per l’Italia e l’apertura di concerti per band blasonate come ad esempio gli  Zen Circus. Gli attori che danno vita al progetto Mach Shau! sono Luca Viganò (voce e chitarra), Lorenzo Galbiati (chitarra/cori), Gabriele Galbusera (basso/cori), Roberto Romagnano (batteria).

Things Happen in Winter è il secondo EP della band, e vanta la registrazione e il missaggio di Matt Bordin (The Mojomatics), tutto effettuato con registrazioni analogiche che danno all’album un sound decisamente seventies.

La musica dei Mach Shau oscilla tra l’alt rock e un qualitativo pop-rock. Il trittico iniziale dell’album è abbastanza leggero e scanzonato. Have a clearer day, God knows I’m nothing but a singer e Your love si basano su ritornelli catchy che entrano facilmente in testa dopo un paio di ascolti, supportati dalle ottime chitarre di Viganò e Galbiati che donano ai pezzi slancio e quel pizzico di rock dal sapore garage. Chitarre ancora protagoniste nella ballard Re-turning birds, pezzo piacevole e valido, dove si mette in luce anche Galbusera con una linea di basso semplice ma gradevole, mentre con Always on the run si torna invece alla leggerezza e solarità dei pezzi iniziali. La parte finale è la migliore dell’EP. Ritmiche più aggressive e chitarre tirate, caratterizzano sia In the strange city che Sunset boulevard vampires, quest’ultima con riff e soli veramente curati, che dimostrano una capacità tecnica e compositiva di livello dei Mach Shau! Nonostante la buona  qualità generale dei brani, anche saggiamente disposti in scaletta, la voce di Viganò non è spesso all’altezza della situazione. Indipendentemente dal carattere del pezzo, l’interpretazione è sempre la stessa, abbastanza piatta e in alcuni brani si denota una certa difficoltà di estensione. Ciò pregiudica la resa di pezzi come Re-turning on the sun e l’ottima Sunset boulevard vampires, quest’ultima vittima di una interpretazione senza mordente.

In conclusione un lavoro onesto questo Thinghs Happen in Winter, decisamente ben suonato e mai noioso. Qualche problemino c’è ma nel complesso il giudizio non può che essere positivo.

Tracklist

1. Have a clearer day
2. God knows I’m nothing but a singer
3. Your love
4. Re-turning birds
5. Always on the run
6. In the strange city
7. Sunset boulevard vampires


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Emanuele Genovese

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