Dadamatto – Rococò (La Tempesta Dischi, 2014) di Caterina Francorsi

Dadamatto sono Marco Imparato, Andrea Vescovi, Michele Grossi, tre amici dai tempi della scuola che decidono di unirsi nel 2003 per raccontare il loro lato “matto”. Rococò è uscito lo scorso 4 novembre, la struttura è quella di una storia. Un album sicuramente maturo, impegnato, in cui la band si esprime in tutta la sua complessità. Come tutti sappiamo, le storie, iniziano con un prologo, proseguono con uno svolgimento e terminano con un epilogo. In questo caso ci troviamo di fronte ad una fiaba cantata, ad un mondo disincantato e crudo. Marina – Racconta una visione un po' come accade nel…

Score

CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'

Conclusione : Tra realtà e disincanto

Voto Utenti : 3.7 ( 2 voti)

DadamattoDadamatto sono Marco Imparato, Andrea Vescovi, Michele Grossi, tre amici dai tempi della scuola che decidono di unirsi nel 2003 per raccontare il loro lato “matto”. Rococò è uscito lo scorso 4 novembre, la struttura è quella di una storia. Un album sicuramente maturo, impegnato, in cui la band si esprime in tutta la sua complessità. Come tutti sappiamo, le storie, iniziano con un prologo, proseguono con uno svolgimento e terminano con un epilogo. In questo caso ci troviamo di fronte ad una fiaba cantata, ad un mondo disincantato e crudo.

Marina – Racconta una visione un po’ come accade nel mondo di Amelie Poulin, una visione personale, con suoni spaziali che, riescono ad introdurre una realtà assurda e sarcastica.
Pluridimensionalità – Siamo a corte, insieme a menestrelli e giullari, atmosfere erotiche. Boccaccio, con le sue novelle ci sta narrando di come sia decadente il mondo intorno.
A due passi dal mare – Un suggerimento? Forse, quello che è certo è che troppo spesso si tende a chiudere gli occhi, a non guardare cosa abbiamo di fronte, proprio a due passi. Il ritmo è malinconico.
Orte/sorte – Un gioco di parole, un testo criptico, sound elettrico che sovrasta quasi il cantato.
America – Molto strumentale, poche parole, essenziali. Possiamo definirlo un manifesto, una descrizione della storia del mondo e della nostra posizione.
Arrivederci – Torniamo ad una struttura quasi giocosa del testo, con semplicità ci vogliono dire che molte volte è possibile vedere le cose in molto più semplice, lo fanno con ironia.
I cinque dell’Ave Maria – Questa canzone ha tutto il sapore ruvido di una storia spessa, forte e decisamente sporca. Il coro fornisce a questo pezzo una sensazione di indefinito quasi di sacro.
Insieme – Giocando il cantante esprime come può sembrare triste la realtà di una vita condivisa senza una reale convinzione. Il suono tagliato definisce la storia, il piano crea la profondità del brano e consente un abbandono in un mondo incantato.

Un piccolo appunto possiamo farglielo, nonostante la piacevolezza del disco, potrebbe apparire un po’ piatto, i pezzi non si distinguono troppo gli uni dagli altri. Una scelta stilistica? Sicuramente, abbiamo detto all’inizio che il filo conduttore è una storia. Quindi ritroviamo la logicità della narrazione, la scelta è quella di raccontare in un modo, il più naturale possibile, il cambiamento. La voce infatti è sempre stabile, con poche inflessioni, non dobbiamo distrarci e distaccarci dalla storia, il fulcro è tutto lì.

La scelta del titolo dell’album, Rococò sembra, a noi di Relics, una scelta centrata. La volontà è quella di tornare ad uno stile più delicato, sicuramente meno eccessivo e sfrenato, in cui sfarzi ed esagerazioni erano fondamentale espressione del periodo barocco.
Un profondo contrasto è evidente tra la tranquillità del cantato e una costruzione musicale assolutamente più importante, un basso sempre presente e una chitarra distorta, suoni tra loro anche “cacofonici”, che però sono la loro forza e caratteristica. Come si suol dire “di nicchia”, dei testi complessi, la denuncia di situazioni e realtà che sono raccontate in strofa. Il sound elettronico irrompe in tutta la sua profondità da subito.
Un dipinto prende forma davanti ai nostri occhi, una realizzazione sui generis che non è semplice riuscire ad interpretare. Soltanto pochi eletti riescono a percepirne le sfumature, solo un’occhio abituato cattura i colori e le forme che ne emergono. Consigliamo quindi di farvi cullare dalle melodie e farvi trascinare nella storia, non è semplice, non è per tutti, ma sicuramente una volta entrati in questo mondo, sarete in grado di guardare il “tutto” con occhi diversi. In questo periodo storico disilluso, è una sfida di non poco conto, riuscire a raccontare qualcosa di profondo. In un panorama musicale dove regna la superficialità, tutto questo sembra anormale. La speranza, la visione del cambiamento contro un senso di decadenza che ha pervaso l’essere umano.

Tracklist:
01. Prologo
02. Marina
03. Pluridimensionalità
04. A due passi dal mare
05. Orte
06. America (feat. Emidio Clementi)
07. Arrivederci
08. I cinque dell’Ave Maria
09. Insieme
10. Epilogo


Commenti

Silvano Annibali

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