Il Rondine fa primavera? (a cura di Simone NoizeWave Vinci, foto di Sonia Monaco)

 

rondine unoNella cornice dell’ormai famigerato Circolo Artenoize, abbiamo intervistato Il Rondine.

Al secolo Claudio Rossetti, Il Rondine ha partorito il suo primo album: Può capitare a chiunque ciò che può capitare a qualcuno.

In vista del concerto, proprio al Circolo Artenoize, il 29 Novembre prossimo, ci siamo incontrati per sondare il terreno, parlare del progetto e per scoprire se è davvero così cinico come è riportato nelle informazioni della pagina Facebook.

Claudio, come nasce il tuo nome d’arte e come nasce questo progetto?

Il mio nome d’arte nasce da una mia illustrazione, perché mi diverto anche a disegnare. “Il Rondine” è nato come un progetto “solitario”, senza l’aiuto di altre persone, ho pensato di scegliere un nome che indicasse la “personalizzazione” del progetto, rispetto ai precedenti. Quindi ho preso il nome da questo mio disegno. Perché Il Rondine, rispecchia anche un po’ il motivo dell’album che è appena uscito. E’ la contrapposizione di essere un animale con l’articolo al femminile, che diventa al maschile. Come magari nel rapporto che ti fanno i carabinieri, magari scrivono “il Rossetti”, ecco, quindi Il Rondine nasce da questo tipo di contrapposizione che è la stessa che ho messo nel mio album, alla fine. Il sarcasmo di parlare di cose serie in maniera divertente o parlare di cose semplici in maniera più pesante. Il progetto invece, è nato un po’ per caso, nel Febbraio del 2012. Io stavo a casa, nei giorni in cui nevicava a Roma. Ho preso la chitarra pensando di creare dei brani strumentali, come facevo col mio progetto precedente. Invece di limitarmi a suonare, iniziai a comporre dei brani, delle canzoni, così mi sono trovato con del buon materiale e mi sono detto ‘Fammi provare a farci qualcosa…’

Qual’è il concetto del primo album de “Il Rondine”?

Spiegare e parlare di situazioni semplici in maniera pesante e di argomenti profondi in maniera leggera. Questa poi è una cosa che si è sviluppata dopo, quando mi sono ritrovato ad ascoltare il materiale, perché mentre lo scrivevo, non pensavo per niente a questa cosa, al concetto. E’ nato istintivamente. Il nome dell’album “Può capitare a chiunque ciò che può capitare a qualcuno” è stata una dedica all’indice della mia mano destra, perché un incidente sul lavoro, qualche tempo prima, me lo aveva fatto finire in mezzo a dei rulli e mi si era un po’ spappolato. Quindi è stata anche una dedica a quell’episodio e questa cosa poi si rispecchia anche nella tematica dei brani.

Quali sono le tue influenze?

Un po’ tutto quello che ascolto, è diffirondine duecile dire cosa c’è dentro questo album nello specifico. Io, nelle mie canzoni, ci sento sia il post-rock che il cantautorato italiano, tipo: Piero Ciampi, De Andrè, Branduardi, Battisti e Battiato, ma dentro ci sento anche degli elementi Dream Pop, come i Beach House, oppure i Blonde Redhead che sono un gruppo che amo tantissimo, esclusi gli ultimi album, però. Queste sono prevalentemente le mie influenze. Ovviamente non ho scritto le canzoni pensando di inserire delle influenze, ma riascoltandolo, sento da dove posso aver preso ispirazione.

Cosa farà domani Il rondine?

Continuerò un brano che stavo scrivendo stasera. Quando arriva l’ispirazione devo sfruttarla il più possibile, perché poi arrivano quei momenti di stallo dove sei quasi disperato. I miei pezzi nascono sempre così: inizio e finisco, sennò mi passa l’ispirazione e non ci penso più. Oggi l’ho fissato esattamente come è venuto fuori. Domani penserò a definirlo. Migliorerò l’arrangiamento, cose così.
Quindi domani sicuramente farò questo.

E’ più importante mangiare sano o rimanere ben idratati?

Secondo me tutti e due, come faccio a scegliere…(ride ndr).

Cosa sogna Il Rondine?

Se potessi campare con la musica sarei contento. Come diceva Aristotele: capisci quello che ti piace fare e fai in modo di essere pagato per farlo.

D’inverno, Il Rondine, va in cerca di posti più caldi?

No, casomai Il Rondine va in cerca di posti più freddi d’estate.

rondine treE’ più importante per te fare un buon album o un buon live? Cioè preferisci  essere conosciuto per quello che è contenuto nel disco e per il modo in cui lo esprimi sul palco?

Sono due discorsi separati, per me, e lo si capisce anche da questo disco: nell’album ho cercato di essere il più
scarno possibile, forse più diretto, mentre per il live ho riarrangiato la maggior parte dei pezzi aggiungendo anche altri strumenti. Quindi è come se fossero due cose completamente diverse. Secondo me nel disco le canzoni rendono meglio nel modo in cui le ho arrangiate, così come nel live credo che le canzoni rendano meglio come sono state riarrangiate per il live. Anche se poi la canzone è una sola. Per esempio: la seconda chitarra non c’è in tutti i pezzi dell’album, mentre nei live l’ho messa ovunque, quindi, è come se fossero due “Il rondine” diversi. Ci sono dei pezzi che, per come sono nella versione live, non avrei mai inserito nel disco, anche se l’arrangiamento è più ricco e magari è anche più coinvolgente. Voglio che il mio live coinvolga in un modo, mentre l’album coinvolga in un altro.

Il rondine fa primavera?

Sì dai, speriamo di sì.


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Simone Vinci

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