St. Vincent + Coves @ Alcatraz, Milano (foto e testo di Marco Calò)

st41Annie Erin Clark, meglio nota come St. Vincent (dal nome di una chiesetta sulla 24esima strada di Manhattan dove la giovane Annie si innamorò per la prima volta) sbarca in Italia per una due giorni di concerti, prima a Roma e il giorno seguente a Milano. La cantautrice americana e la sua band arrivano sull’onda del tour promozionale del quinto disco, appena uscito, battezzato St. Vincent, che sta riscontrando un discreto successo e apprezzamento da parte dei numerosi fans, vecchi e nuovi. Non è la prima volta che Annie viene a farci visita chitarra alla mano, ha già calcato più volte i palchi italiani, come in occasione del tour di Strange Mercy del 2011 e insieme a David Byrne con Love This Giant. Ma questa volta il disco ha portato con se una netta metamorfosi al progetto St. Vincent, il sound è nettamente più elettronico e con approccio più pop rispetto al passato, e dal punto di vista estetico è proposto un look dello stage e della band totalmente nuovo, a cominciare da una versione di Annie decisamente più sexy rispetto a come eravamo abituati a vederla in passato. Una Annie che divora letteralmente il palco tra coreografie e movenze teatrali che miscelate ad un ottimo lavoro di luci hanno entusiasmato il pubblico dell’Alcatraz.

In supporto alle date di St. Vincent ci sono i Coves, band britannica che propone un indie rock con marchiate influenze brit-pop. Quest’anno in uscita con il lorocoves63c primo lavoro Soft Friday. 

L’inizio del concerto è previsto per le 21 e allo scoccare dell’ora i Coves sono già sul palco a darci dentro con la loro musica. Non è mai facile scaldare un pubblico che non si trova lì per il gruppo d’apertura ma bisogna ammettere che i Coves hanno un buon repertorio e una buona presenza scenica e con il passare dei brani riescono a prendersi le attenzioni dei presenti in sala. La band capitanata da John Ridgard con la sua Gretsch ross e da Beck Wood alla voce, che per movenze ricorda molto una giovane Courtney Love. Per loro una buona quarantina di minuti di esibizione prima di lasciare il palco tra gli applausi e dedicarsi al cambio palco per lasciare posto al main event della serata.

Annie Erin Clark e la sua band fanno il loro ingresso sul palco tra le urla dei fans in prima fila e senza troppe cerimonie parte l’intro del primo brano Rattlesnake. Annie è in formissima e incanta tutti fin dall’inizio con i suoi sguardi magnetici a metà tra ironia e riflessione, e con i suoi riff di chitarra che la dipingono come una dolce ragazza dall’animo di chi vuole fare a pezzi ogni fondamento del rock.

La scaletta è uno splendido viaggio che passa inevitabilmente dall’ultimo lavoro omonimo ma senza farsi mancare le classiche del repertorio St. Vincent come Cruel Marrow all’inizio, intervallate da Digital Witness, Every Tear Disappears I Prefer Your Love. Lo spettacolo va avanti senza soste ed Annie dimostra non solo di essere una formidabile chitarrista e cantante, alternando riff e parti di chitarra particolarmente complicate da eseguire durante le vocalizzazioni, ma st56dimostra anche una padronanza del palco non comune. Lo spettacolo è disegnato su misura per lei.

La scaletta prosegue con Actor al quale fanno seguito Regreat Pieta, quest’ultimo brano inedito che Annie propone in versione non musicata. Segue un’ovazione nel momento in cui i synth introducono Surgeon forse il brano più noto del repertorio della Clark.

Il concerto prosegue fino con Cheerleader, Prince Johnny, Birth in Reverse, Huey Newton e la splendida Bring Me Your Love eseguita con l’ormai classica falcata circolare che è diventata la coreografia del pezzo. La band a questo punto si prende qualche minuto di meritato riposo prima di tornare sul palco per eseguire Your Lips Are Red conclusa con un crescendo di noise accompagnato da uno spettacolare tappeto di effetti luminosi e flash durante il quale Annie si lascia trasportare sulle spalle da uno degli addetti per l’assolo finale a tu per tu con il pubblico consegnando infine la chitarra alle prime file. Nel finale la band saluta il suo pubblico decisamente soddisfatto e Annie regala l’ultima perla di spettacolo restando da sola sul palco per abbracciare simbolicamente il suo pubblico, anche lei visibilmente emozionata e soffisfatta, per poi abbandonare lo stage fluttuando alla sua maniera.

Un evento che ha positivamente impressionato per organizzazione (un plauso e ringraziamento alla Dna Concerti per un evento senza la minima sbavatura) e certo ha impressionato la performance di un artista che ha avuto negli anni una incredibile evoluzione e maturazione fino ad arrivare oggi ad essere la St. Vincent che chi era presente all’Alcatraz quel 17 novembre…ha potuto ammirare.

SCALETTA

  • Rattlesnake
  • Digital Witness
  • Cruel
  • (text)
  • Marrow
  • Every Tear Disappears
  • I Prefer Your Love
  • (text)
  • Actor
  • Regreat
  • Pieta
  • Surgeon
  • Cheerleader
  • Prince Johnny
  • Birth in Reverse
  • Huey Newton
  • Bring Me Your Love
  • Your Lips Are Red


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Marco Calò

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