Wadada Leo Smith, Joe Morris, Jamie Saft, Balazs Pandi – Red Hill (RareNoise Records, 2014) di Fabio Montemurro

Wadada_Leo_Smith_(Red_Hill)Una sessione d’improvvisazione di grande spessore e profonda intensità introspettiva quella del quartetto formato da Wadada Leo Smith (Tromba) Jamie Saft (Pianoforte tracks 1-2-4-5-6, Fender Rhodes track 3) Joe Morris (Contrabbasso) Balazs Pandi (Batteria) che ha portato alla pubblicazione di questo secondo lavoro (di tre) pubblicato nel 2014 dalla Rare Noise, Red Hill.

Sul filo conduttore molto drammatico e fortemente espressivo della tromba di Wadada si inseriscono/alternano a più tratti le esplosioni ritmico-free di basso-piano/ Fender Rhodes-batteria dei tre supporter. Le trame musicali delineate dalla tromba, in bilico tra lo stile modale del Davis della fine degli anni ’50 e lo stile funkjazz delle sessioni d’incisione di Bitches Brew, si alternano e intrecciano alle trame tratteggiate dalla sessione ritmica che si contrappone e si immette nella linea melodica principale riecheggiando dell’oscuro sound delle incisioni EMC della metà degli anni ’70 servendosi di un’approccio espressivo il più delle volte Free.

Disco molto evocativo questo Red Hill che ci immerge fin dalle prime note in atmosfere nebbiose e noir che fanno emergere subconscie lande brumose scosse da gelide folate di vento, alle porte di stanche albe tardo-autunnali che si trasformano, già a partire dalla seconda traccia, nelle esalazioni dei tombini delle strade di labirintiche metropoli illuminate dai riflessi di insegne al neon sull’asfalto bagnato, dove un’umanità stressata si è lasciata andare alla deriva dell’alienazione individuale. Un ottimo lavoro dove confluiscono tutte le poliedriche esperienze di Wadada e che ribadisce una meritata fama costruita sulle sulle solide basi di una carriera quasi cinquantennale scandita dalla ricerca stilistica e dalla sperimentazione più audace (basta solo pensare alle collaborazioni prima con Braxton e Brown poi con Zorn).

Un ascolto che rivela essere un vero e proprio viaggio all’interno delle proprie recondite zone d’ombra, un’esperienza acustica che con la sua ricchezza di sfumature tocca in profondità… assolutamete da fare.

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Tracklist:

1. Gneiss
2. Janus Face
3. Agpaitic
4. Tragic Wisdom
5. Debts Of Honor
6. Arfvedsonite


Commenti

Silvano Annibali

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