Sette per quattro #2: Il vuoto elettrico, CarmenSita, Filippo Andreani, Dead Bouquet

vuoto elettricoIl vuoto elettrico – Virale (Dreamingorilla, 2015) di Stefano Capolongo

Una bambina in penombra che quasi svanisce nel vuoto. Al play tale sensazione di vacuità è riempita da uno straniante e distorto post-grunge che ben sorregge liriche senza sottintesi e rigorosamente in italiano. Nonostante l’azzardo (eccessivo) sulla cover di Emilia Paranoica, i bresciani realizzano un buon esordio.

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CarmenSita – Outta Kali Phobia (Autopr. 2015) di Stefano Capolongo

Un viaggio hippie-psichedelic-blues per la premiata ditta Cangiano Fabbrini che esordisce con una coloratissima esplosione. Forte spiritualità indiana, percussioni e back-vocals che riconducono a certi viaggi interiori di fine ’60 uniti ad un background urbano fatto di solido rock-blues. Il risultato è un disco raffinato e personale. Da ascoltare.

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andreani filippo

Filippo Andreani – La prima volta (Master Music, 2015) di Stefano Capolongo

Gettare il cuore oltre l’ostacolo. E proprio questo ciò che ha fatto Filippo Andreani, ritrovando il suo “coraggio del pettirosso” e sfornando un album toccante e romantico. In questo lavoro, ricco di collaborazioni illustri, si piange (Gigi Meroni), si riflette (Il prossimo disco dei Clash), si balla (Numero nove) senza dimenticare l’appartenenza al mondo del punk. Resistenza.

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Dead BouquetDead Bouquet – As far as I know (Seahorse Recordings, 2014) di Silvano Annibali

Il disco d’esordio della rock band laziale lascia il segno. Il trio, composto da Carlo Mazzoli, Daniele Toti e Alberto Croce, ci propone 13 brani ispiratissimi caratterizzati da sonorità folk con connotazioni psichedeliche. E’ un lungo viaggio che abbraccia terre lontane, tra suggestioni celtiche e ruvidezze acustiche riecheggianti dalla West Coast. Da non perdere.


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Stefano Capolongo

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