Score
CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'
Conclusione : ROBOANTE


Che i MS siano fortemente influenzati da tutta la scuola grunge/hard rock anni 90 appare evidente in circa due secondi e mezzo. Il riff che apre l’album, nonché il brano Sick man of Europe, è la premessa di un lavoro che urla ai quattro venti che non sarà originale ma sicuramente di alto livello. La voce profonda e maschia stile Eddie Vedder accompagna chitarre groovose che non possono che far riaffiorare alla memoria Alice in Chains, Soundgarden, gli stessi Pearl Jam. Il ritornello è un’ evidente pacca sulla spalla di coloro che vogliono cantarsi distrattamente una melodia senza ricordare di che canzone si trattava. Va bene cosi, furbi. Mentre si prosegue nell’ascolto fra brani più tooliani come Discotech e Believe non si può non notare il capolavoro sonoro che hanno creato, in tandem, i sopracitati Babbini e Weinberg, questo è esattamente il modo in cui un cd dovrebbe suonare: non compresso, dinamico, sfumato, fedele. Vecchia scuola. E i Mad Shepherd non possono che bearsi di questa possibilità, tirando fuori il meglio delle loro capacità sonore. Interessante anche il taglio più moderno di altri brani, in cui il sound stile Alterbridge è padrone: So it goes e Rising, con i loro riff crescenti, i ritornelli melodici ma distorti, la batteria incalzante sembrano uscite direttamente da ‘Blackbird’ o il più recente ‘Fortress’. Il brano più brutto, o forse il più bello, scontato ma nuovo (insomma ascoltatevelo) è proprio il già citato California. Qui l’orecchio più esperto riconosce il classico stampo Deftoniano dove gli strumenti a corda lavorano su frequenze molto basse (drop C?) mentre la voce ci accarezza le orecchie con una melodia molto più dolce e mielosa. Accostamento che Weinberg sa gestire in modo impeccabile. Questo cd, a tratti troppo uguale a se stesso, ci accompagna alla fine con il brano più lungo e più maturo: Blood Thief. Il tempo diventa più cadenzato, la melodia intelligente, l’arrangiamento meno scontato. Non si può fare a meno di notare che il lavoro del producer Babbini è, soprattutto in questo brano, mostruosamente perfetto. Tornando alla metafora di inizio recensione: la ciliegina è decisamente più grande della torta e di fronte a nomi del genere non potrebbe essere altrimenti, ma è comunque una torta, quindi va mangiata. Fuor di metafora, è un lavoro di alto livello, ambizioso, forse troppo. Dieci canzoni sono tante per un gruppo che, nonostante le collaborazioni, può e deve essere definito emergente; di conseguenza è facile risultare autoreferenziali e accartocciarsi intorno alle proprie idee musicali. Resta il fatto che siamo davanti ad un album che va ascoltato, perchè nell’immensità del mondo musicale moderno, dove basta avere un software e un pc per prodursi un cd, questi lavori ci ricordano di come un disco debba suonare per essere definito tale. Perciò grazie ai Mad Shepherd per il regalo. Indipendentemente dal pensiero personale, QUESTO è un cd. Ed è tutt’altro che scontato.
Tracklist:
1) Sick man of Europe
2) Discotech
3) California
4) Monarch
5) Believe
6) So it Goes
7) Rising
8) Serial Number
9) Rebirth
10) Blood Thief
LINE UP:
Stefano Di Pietro – Vocals
Salvatore Dragone – Guitars
Francesco Leone – Bass and Backing Vocals
ETICHETTA:
Limited Music Trade, Suburban Records
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