Camelias Garden – Kite, (Autoprodotto, 2015) di Luca Scarfidi

Wow. In teoria la recensione potrebbe anche finire qui, ma il dovere professionale impone di argomentare e prendere in esame tutti gli aspetti che portano alla suprema sintesi che il -Wow- iniziale rappresenta. I Camelias Garden ci hanno abituati a questi giardini Zen musicali, costruiti intorno ad atmosfere sì folk, ma impreziosite da intensi ricami che pescano dalle più raffinate soluzioni del progressive inglese, cosi come dalle piacevoli note pop d'oltremanica. Il nuovo lavoro, Kite, si inserisce in maniera perfetta nella loro produzione e anzi, ne diventa il più maturo e cristallino esempio. L'ep si apre con i due minuti di Rise, qui una chitarra…

Score

CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'

SOGNATORE

Voto Utenti : 3.55 ( 1 voti)

10422578_829719037113616_2703857088561952547_nWow. In teoria la recensione potrebbe anche finire qui, ma il dovere professionale impone di argomentare e prendere in esame tutti gli aspetti che portano alla suprema sintesi che il -Wow- iniziale rappresenta. I Camelias Garden ci hanno abituati a questi giardini Zen musicali, costruiti intorno ad atmosfere sì folk, ma impreziosite da intensi ricami che pescano dalle più raffinate soluzioni del progressive inglese, cosi come dalle piacevoli note pop d’oltremanica. Il nuovo lavoro, Kitesi inserisce in maniera perfetta nella loro produzione e anzi, ne diventa il più maturo e cristallino esempio. L’ep si apre con i due minuti di Rise, qui una chitarra acustica andante accompagna le lucide frasi armoniche di voce e pianoforte. Il secondo brano si apre con sonorità molto brit pop. Si nota una delle influenze più caratteristiche dei Camelias Garden: i Genesis, quelli più melodicamente sofisticati e ricercati, i Genesis di Carpet Crawlers per intenderci. La classe con la quale il gruppo romano integra questi mondi totalmente distanti è davvero merce rara, vivi complimenti. Leggeri come -aquiloni- ci inoltriamo nel terzo brano di Kite, omonimo. Raggiungiamo forse il punto più alto nell’intera discografia dei Camelias Garden: l’atmosfera iniziale è quel folk edulcorato di cui abbiamo parlato, che ci culla per circa 4 minuti. Ne seguono altri 4 di interludio strumentale, un crescendo cristallino e delicato fra rim shots e ghost notes della batteria, un giro di basso di memoria Radioheadiana che trascina in un esplosione di chitarre e feedback, suoni melodiosi, a tratti post rock. Una sessione da ascoltare e riascoltare cento volte e poi altre mille. Seguono Redlight The world inside you, quest’ultimo in particolare risulta essere il brano più squisitamente folk dell’intero lavoro con sonorità moderne che non possono che richiamare alla mente i Mumford and Sons o l’ultimo Bruce Springsteen. Anche in questa traccia, tuttavia, i Camelias non fanno mancar di sentire le loro ormai note influenze. Kite è chiuso dal brano più curioso: Useless. Il mood è molto più groovoso, si cambia decisamente terreno. A livello strumentale, a primo impatto, siamo nella terra dei Marillion. Le brillantissime session e i chorus coinvolgenti costringono a mettere un gigantesco punto interrogativo sui Camelias Garden. Viene infatti da chiedersi se questo gruppo possa fare un deciso passo verso la sperimentazione. Il pop rock/folk è decisamente pane per i loro denti ma, almeno in Kite (ep), i punti di maggiore interesse risultano essere proprio quelli dedicati, per intenderci, alle atmosfere ricercate. E’ ovvio, comunque, che questo è un gruppo che ha un proprio sound originale e deve assolutamente rimanere coerente. Li lasciamo con enormi complimenti e con la speranza (o curiosità?) di sentirli osare di più nel successore di questo splendido Kite, perchè quando lo fanno raggiungono lidi inesplorati e decisamente meravigliosi.

Tracklist
1) Rise
2) Making things together
3) Kite
4) Red Light
5) The world inside you
6) Useless


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Luca Scarfidi

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