Management del Dolore Post-Operatorio – I love you (La Tempesta, 2015)

Se è vero che il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista, i ragazzi del Management del Dolore Post-Operatorio hanno saputo ben sovvertire questo scherzoso assunto. Fu proprio Auff!! (2012) il razzo che mandò nell'orbita dell'indie italiano la band di Lanciano. Un album irriverente e sgarbato al punto giusto che ci consegnava una band, seppur non originalissima, arrabbiata e pronta a tutto per emergere dal marasma. Tuttavia la triste e insensata, ahimé, esposizione fallica durante il concertone del Primo Maggio di due anni fa da parte del frontman Luca Romagnoli, un gesto "anticonformista" all'interno di…

Score

CONCEPT
ARTWORK
POTENZIALITA'

Conclusione : Non conclude

Voto Utenti : Puoi essere il primo !

phpThumb_generated_thumbnailjpgSe è vero che il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista, i ragazzi del Management del Dolore Post-Operatorio hanno saputo ben sovvertire questo scherzoso assunto. Fu proprio Auff!! (2012) il razzo che mandò nell’orbita dell’indie italiano la band di Lanciano. Un album irriverente e sgarbato al punto giusto che ci consegnava una band, seppur non originalissima, arrabbiata e pronta a tutto per emergere dal marasma. Tuttavia la triste e insensata, ahimé, esposizione fallica durante il concertone del Primo Maggio di due anni fa da parte del frontman Luca Romagnoli, un gesto “anticonformista” all’interno di una kermesse ormai super-conformista e noiosa gettava le prime ombre su una band che forse stava perdendo qualcosa per strada.
Nel 2014 McMao segnava invece la svolta della band abruzzese grazie a una ventata di novità, su tutte un migliorato uso dell’elettronica come essi stessi riferivano in un’intervista: “Dato che ci piace parecchio sperimentare, vedere dove possa arrivare ciò che facciamo, può essere che l’elettronica sia una via di scampo; poi non è detto che tra qualche anno diventiamo i Gorillaz, magari torniamo indietro e per deviare nuovamente la togliamo nuovamente”. Un disco apocalittico, pieno di incertezze e rabbioso. Sembravano essere vicino alla deflagrazione definitiva. E poi? Che succede? Succede che il 28 aprile esce I love you, l’ultima fatica di Romagnoli e co., un disco frettoloso e irresoluto.
I temi trattati girano intorno al peccato e al continuo rifiuto di una redenzione terrena: Vieni all’inferno con me, Per non morire di vecchiaia, Il mio giovane e libero amore. Seppur l’intenzione sia, ancora una volta, quella di graffiare le coscienze utilizzando la solita visione nichilista tipica della band, stavolta la mission fallisce perché i testi non riescono, salvo eccezioni (Se ti sfigurassero con l’acido, La patria è dove si sta bene) a fare breccia e il risultato complessivo ricorda costantemente una cover di se stessi. Bloccati, dunque, all’interno di un sistema che parte proprio dalla voce di Luca Romagnoli, i MaDe DoPo fanno un passo indietro vanificando il grande balzo in avanti fatto con McMao. E’ lecito a questo punto aspettarsi di più.
La traccia migliore, guarda caso, risulta la conclusiva Lasciateci divertire, una sincera e spontanea dichiarazione d’intenti che non avrebbe sfigurato in apertura, scevra di allusioni populiste e simbolismi spiccioli.
Questa furbata però non riesce a salvare I love you, album che si schianta senza mai essere decollato.

Tracklist:
1. Se ti sfigurassero con l’acido
2. Scimmie
3. Vieni all’inferno con me
4. Scrivere un curriculum
5. La patria è dove si sta bene
6. Le storie che finiscono male
7. Il Primo maggio
8. Per non morire di vecchiaia 
9. Il mio giovane e libero amore
10. Il campione di sputo
11. Lasciateci divertire


Commenti

Stefano Capolongo

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