A distanza di 3 anni dall’esordio, gli Earthset presentano il loro album di debutto In A State of Altered Unconsciousness, uscito il 26 ottobre per la Seahorse Recordings, composto da 11 tracce di un genere che loro stessi faticano a classificare. Nel trascorso si sono presentati nelle mecche no-mainstream bolognesi (Freakout, Locomotiv, Arteria) arrivando ad esibirsi al The Good Ship di Londra, capitale indiscussa della scena underground che, nell’Italia radiofonica di sempre, stenta ad entrare. Guardando, o meglio, ascoltando le tracce dall’alto, saltano all’orecchio molteplici sonorità provenienti dalla più ampie e sconfinate colline dell’indie psych rock e del calmo grunge undistorted. Passando a setaccio i colpi e le pennate del quartetto si ha un forte richiamo al più felice dei trascorsi alternative degli anni 90.
Gli squillanti single coil della Stratocaster del cantante Ezio Romano portano alla New York degli anni 80, dove Kim Gordon e Thurston Moore (ex Sig.ra e Sig. Sonic Youth) davano vita a suoni acidi e dissonanze quasi disturbanti, che gli Earthset purtroppo (o no) si sono fatti sfuggire.
Lovecraft è uno dei quei pezzi che sicuramente trascina la mente in uno dei vari stati alterati di coscienza cui la band fa riferimento, dove buona parte del tempo viene dedicata ad un puro e sincero strumentalismo fatto di alti e bassi trascinanti. La voce allude ad un lamento in cui l’intenzione ricorda molto quella di Brain Molko (Placebo) soprattutto in Epiphany, con la parte vocale più presente e dinamica. La pronuncia, seppur molto buona, rimane sempre un neo per loro come per la maggior parte delle band italiane le quali, per scelta/facilità o per ampliare l’ascolto ad un pubblico più vasto ed intenditore, decidono di dedicarsi alla più scorrevole e usata delle lingue.
Dopo la conclusione, il 5 luglio scorso, della loro tournée di 23 date dentro e fuori provincia, l’uscita del primo singolo (r)Evolution of the Species il 25 settembre e quella del disco il 26 ottobre, non rimane che aspettare cosa riserverà il futuro agli Earthset, compagine che ha tutte le carte in regola per dare una serena sberla alla scena emergente bolognese, oramai da anni trascurata e lasciata in balia di Dj e aperitivi che di promettente hanno ben poco.
Tracklist:
1. Ouverture
2. Drop
3. The absence Theory
4. Revolution of the Species
5. Epiphany
6. So what?!
7. Skizofonia
8. Gone
9. A.S.T.R.A.Y.
10. Lovecraft
11. Circle Sea