Lilies on Mars: un duo che vi consigliamo di ascoltare se cercate musica più originale e stimolante, che amalgami bene talento, passione e voglia di sperimentare.
Complimenti in primis per la vostra musica, nonché per il talento e la passione che ci mettete. E’ davvero uno stile che lascia senza fiato ed in grado di connettere passato, presente e futuro in uno stesso spazio fisico. Come nasce un vostro pezzo? Da cosa traete maggiormente ispirazione?
Grazie, sono parole che ci riempiono davvero e ne siamo onorate. I nostri brani hanno diverse dinamiche per svilupparsi, talvolta e’ un rumore che ci intriga, a volte una melodia che risuona in noi senza un origine precisa, quando la mente e’ sgombra ma anche il contrario. L’ispirazione è tutto quello che viviamo, quando siamo coscienti o meno. Quello che poi avviene in studio una di fronte all’altra è il risultato di queste esperienze che condividiamo e suoniamo, raccontandoci. Capita spesso che sia una vibrazione, un’ oscillazione o un’onda poco definita a creare intorno a se una sorta di stratificazione di altri componenti sonori che manipoliamo a loro volta. In questo c’e’ una forte passione che ci spinge a studiare e ricercare il suono stesso.
Presentatevi voi brevemente a chi ancora non avesse avuto la fortuna di ascoltarvi: come vi piacerebbe essere presentate e quali gli aspetti di voi sia come persone sia come duo musicale vorreste balzassero subito all’occhio di chi si approccia alla vostra musica con curiosità e stupore?
Presentarci diversamente da come sappiamo comunicare è molto complicato. Infatti abbiamo sviluppato questo linguaggio che ci appartiene e che ci racconta meglio. La nostra espressione è la musica. Raccontiamo quello che siamo e le sfumature delle nostre percezioni, noi speriamo arrivi la semplice seppur complessa condivisione di coscienza, che si evolve, muta e si arricchisce. Sono messaggi buoni i nostri, che istigano alla conoscenza e che si sviluppano quando la nostra connessione arriva a livelli più alti, ovvero dove sviluppiamo la nostra ricerca. La musica è un mezzo di una potenza sconcertante per sviluppare una forte energia, purtroppo in molti lo hanno dimenticato e non più riconoscono questo meraviglioso potere, che cura e che eleva.
So che vivete più o meno stabilmente a Londra e sarebbe veramente superfluo e molto scontato chiedervi cosa proprio di quella città vi ha così intrigato e spinto a rimanere, quindi la domanda è invece inerente a quale posto nel mondo fra i tanti che avete visto sentite più in sintonia con voi e perché, e quanto costa l’ambiente circostante nello stimolare la creatività o al contrario affossarla e censurarla?
Londra ci ha catturate e adottate da adolescenti e l’ abbiamo vissuta intensamente per 13 anni come la nostra prima casa, dobbiamo a questa città la nostra formazione musicale, ma e’ anche vero che recentemente abbiamo riscoperto la terra dove siamo nate, la Sardegna, che ci ha richiamate e trattenute fortemente. Siamo spesso in tour e la nostra base non è collocabile in questo momento. Diverse città degli Stati uniti ci hanno stimolate particolarmente, San Francisco, Los Angeles, New York, Seattle, sono tutti posti molto differenti tra loro ma che hanno in comune un forte spirito predisposto all’ attenzione e curiosità per il nuovo, cosa per noi fondamentale. Senza la conoscenza o il desiderio di conoscere, si muove poco culturalmente in una società che irrimediabilmente rimane indietro. Ovviamente questo discorso va di pari passo con lo stimolo della creatività, anche se il luogo non è definito, noi dobbiamo molto al passaggio tra Londra e la Sardegna, due posti così differenti che nel nostro percorso si sono scontrati amalgamandosi e generando un’ energia bellissima. Ma è anche palese che la nostra creatività, in modo visionario, l’abbiamo visualizzata in un mondo inesplorato, molto lontano più lontano, dove abbiamo immaginato un fiore delicato come il giglio, crescere in un pianeta roccioso, rosso passionale.
A mio parere il vostro album merita uno, dieci, mille ascolti integrali, di tutto l’album per intero, perché è come un filo conduttore di emozioni che attraversano un continuum interiore e nell’atmosfera, ma se qualcuno vi chiedesse da quale pezzo iniziare ad ascoltarvi, magari in quei giorni in cui cerchi distrattamente sul web nuovi stimoli ma non sai bene in che direzione muoverti e non hai neanche troppo tempo. Da quale gli consigliereste di iniziare dicendo “ecco, questo siamo noi al 100%” ?
Posso solo confermare che l’album ascoltato integralmente ci rappresenta al 100%. Ci sono molti momenti diversi racchiusi nel disco e ognuno di questi ha una sua interezza se si conosce anche il momento precedente e successivo. E’ difficile sceglierne uno solo, anche perché i brani sono stati composti con stati d’animo diversi ed un giorno potrei suggerire l’intimità di It Might Be e quello successivo la speranza di Dancing Star o la consapevolezza di I’ve Got You. Per citare solo tre di 9 brani che mettono insieme tutto dando un senso ed un respiro più ampio a questo disco.
Che cosa vi ha maggiormente spinto verso un genere musicale così che in Italia è purtroppo ancora troppo di nicchia e sicuramente meno ascoltato di altri? Quali sono state le vostre influenze musicali più forti e come ancora oggi ve le portate dentro?
Mi ripeto dicendo che quello che ci spinge a fare questo genere, che poi sono tanti così come le influenze che si legano, è la ricerca. Non facciamo musica aliena, ci siamo solo avvicinate ad esplorare un mondo che non prevede schemi musicali semplici e semplicistici. Facendo della nostra passione un poco una missione. Studiamo molto e passiamo il nostro tempo anche ad ascoltare molta musica. Non abbiamo un limite in questo ne di genere ne di tempo e speriamo che accada presto che una musica diversa, susciti interesse piuttosto che sgomento. Abbiamo le orecchie sature di schemi musicali molto regolari, che funzionano a priori per calcoli matematici, per noi la musica va oltre questo. Ha influenzato molto per noi la musica elettronica alla fine degli anni ’50. Scienziati e scienziate del suono che hanno inventato macchine e onde sonore nuove. Delia Derbyshire e Daphne Oram sono per noi due donne ingegneri del suono di grande ispirazione.
Ritenete che il fatto di essere due ragazze e belle vi abbia più avvantaggiato o creato difficoltà nell’ingresso nel mondo della musica? Riscontrate in quest’ambito una qualsiasi forma di discriminazione fra i sessi oppure ritenete che nella musica almeno siamo un po’ più avanti che altrove?
Ti ringrazio per il complimento. In realtà non abbiamo mai pensato a questo come un vantaggio o uno svantaggio. Condanniamo qualsiasi forma discriminante e sessista, sintomo di deplorevole pochezza umana e sociale. Ci fa male l’ingiustizia e la musica è sicuramente per noi un rifugio. Le discriminazioni purtroppo esistono insite nell’ignoranza umana. Noi facciamo il nostro lavoro, noi cerchiamo il bello per soccombere il brutto. Un nostro testo dice: “C’è ancora tempo per trovare la tua luce”. Nel nostro piccolo lanciamo dei messaggi, spesso andando oltre le parole. Ognuno è artefice della propria evoluzione e non crediamo che qualcuno ad un certo punto venga a salvarci se non noi stessi, c’è un tempo dove ci si sente pronti, c’è chi ci arriva prima, chi dopo.
Le date del tour sono in continuo aggiornamento sul nostro sito e sulla nostra pagina facebook. Poi siamo già in studio per nuovi lavori: a febbraio l’uscita di AGO in vinile con una cover e un inedito in free download! Grazie per le parole ed il supporto!