Kayleth – Space Muffin (Argonauta Records, 2015) di Francesco Sermarini

I Kayleth sono una band di origine veronese, attiva ormai sulla scena dal 2005. Le sonorità alle origini della band sono da classificare come un doom metal/stoner, figlio di gruppi come Kyuss o Orange Goblin (come la stessa band specifica di esserne fan sulla biografia nella loro pagina bandcamp ufficiale), ma dopo diversi ep ed album auto-prodotti, trovano il proprio sound e l'anno scorso pubblicano Space Muffin. Nell'album ritroviamo lo stoner, ma con reminiscenze al rock classico e progressivo con qualche spruzzo di space: l'ambientazione perfetta per un lavoro dai forti connotati psichedelici. Fin dalla prima traccia, Mountains, la band…

Score

Concept
Artwork
Potenzialità

Conclusione : Spazio profondo

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KAYLETH_Space_Muffin-1024x1024I Kayleth sono una band di origine veronese, attiva ormai sulla scena dal 2005.
Le sonorità alle origini della band sono da classificare come un doom metal/stoner, figlio di gruppi come Kyuss o Orange Goblin (come la stessa band specifica di esserne fan sulla biografia nella loro pagina bandcamp ufficiale), ma dopo diversi ep ed album auto-prodotti, trovano il proprio sound e l’anno scorso pubblicano Space Muffin.

Nell’album ritroviamo lo stoner, ma con reminiscenze al rock classico e progressivo con qualche spruzzo di space: l’ambientazione perfetta per un lavoro dai forti connotati psichedelici.
Fin dalla prima traccia, Mountains, la band ci sorprende con chitarre energiche e distorte, alienandoci completamente da quello che ci circonda.

Il lavoro diventa più intenso traccia dopo traccia, i Kayleth dimostrano di saper affrontare temi profondi nelle loro lyrics, andando a porre interrogativi sui motivi dell’esistenza.
L’opera si dimostra essere una creatura in continua mutazione, momenti di aggressività e paranoia si alternano a momenti mistici e introspettivi (gli esempi migliori sono canzoni come Spacewalk Born To Suffer).

Ovviamente per tutta la durata dell’ album la band dimostra di avere ottime capacità tecniche: riff mastodontici, una sezione ritmica eccezionale e degli assoli ispirati ed evocativi. L’unica pecca è una voce forse fin troppo monotona, ma riesce ad essere apprezzabile lo stesso per tutto il tempo con una timbrica graffiante e orecchiabile.

Questo Space Muffin risulta essere una vera e propria perla, in cui le sonorità classiche si intrecciano con inserti elettronici in un sound particolare e moderno. Ai puristi potrebbe far storcere il naso, ma è vivamente consigliato per chi cerca sonorità suggestive.

Tracklist:

  1. Mountains 
  2. Secret Place
  3. Spacewalk
  4. Bare Knuckle
  5. Lies Of Mind
  6. Try To Save The Appearances
  7. NGC 2244

 

 


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Francesco Sermarini

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