Lelandidit – Intervista di Laura Dainelli

Leland_Ph_2I Lelandidit sono un quintetto che si muove in un territorio al limite fra elettronica e new wave. Il loro nuovo album Tempo sta riscuotendo grande consenso.

Ciao ragazzi, piacere di conoscervi
Che cos’è per voi la musica e in che modo rappresenta una forma di aggregazione? Mi riferisco agli equilibri della vostra band e a come è nata, prima ancora che a quello che vorreste trasmettere a chi vi ascolta.
La musica per noi è un forte mezzo di astrazione, suonare è un modo per esistere in dimensioni che normalmente non si manifestano. Basandoci sulle nostre esperienze possiamo dirti una cosa: musica è sinonimo di aggregazione. Nella nostra città a metà anni 2000 c’erano moltissimi gruppi di ragazzini (fra cui noi) che suonavano le cover dei propri gruppi preferiti, si finiva per conoscersi tutti. Molti di noi hanno suonato con più formazioni, mischiando le
influenze di ognuno e quindi gli stili in modo del tutto spontaneo. Altrettanto spontaneamente abbiamo creato Leland Did it due anni e mezzo fa: eravamo nella nostra sala prove a fare una jam, quando Michele Scagliusi iniziò a cantare sui riff che stavamo provando: la sua voce ci ipnotizzò e decidemmo di usare i sintetizzatori insieme a chitarra/basso/batteria, dopo un mese registrammo un EP, Cake_Tales.

Dai vostri pezzi emerge uno stile molto sofisticato e ricco di sperimentazioni: l’incontro dei vari strumenti musicali mischiati all’utilizzo di sintetizzatori e forti richiami all’elettronica da quali esigenze compositive nasce?
Nessuno di noi ha mai studiato composizione, quindi ci lasciamo andare all’istinto. In questo conserviamo il nostro spirito rock, per cui affiniamo in un secondo momento delle strutture grezze che vengono fuori dalle nostre lunghe jam session. A volte è la voce che mette ordine nelle tracce, altre volte le basi ritmiche. Procediamo in ogni direzione, con la consapevolezza che fin quando avremo da dire qualcosa, riusciremo sempre a trovare nuove tracce.

Il nome della band immagino provenga dal personaggio di Twin Peaks: scelta geniale! Ma la mia curiosità è se collegate a voi e alla vostra musica questo personaggio in qualche modo o semplicemente volevate rendere omaggio a Twin Peaks perché in qualche modo è parte di voi…
Il nome è un’idea di un nostro caro amico: ci è stato proposto in un momento in cui stavamo guardando la serie e ci aveva preso di brutto. Il nome ci è piaciuto subito, anche se qualcuno ci accusa di aver spoilerato la serie. Ma Twin Peaks esiste da più di 20 anni… Col tempo abbiamo riflettuto sul personaggio di Leland Palmer, e ancora di più ci
piace l’idea di leggere “è stato Leland”. Questa è un’affermazione vera a metà, scava nella profonda complessità degli esseri umani. Il male e il bene convivono in ciascuno di noi e alla fine siamo il risultato dell’equilibrio fra queste due forze. Oppure semplicemente Leland did it suona bene.

Parlateci del vostro album Tempo e di cosa si cela dietro a pezzi come MidnightGreen, che credo lascino senza fiato chiunque li ascolti. Riff apparentemente semplici si mischiano a sonorità profondissime e complesse degne della migliore scena grunge o stone, ma sapientemente contaminata da elettronica e senza mai omologarsi o incasellarsi comunque in nessun genere musicale pre­etichettato o già sentito. Come mai proprio in Puglia avete sentito questi richiami così forti?
Tempo nasce dall’idea di utilizzare, come spesso si fa nel linguaggio comune, l’identificazione di un’emozione con un colore. Volevamo semplicemente partire dai colori primari e parlare di quelle emozioni che sono alla base di ció che proviamo costantemente: come su una tavolozza, questi colori possono dare origine a qualcosa di molto più Leland_Ph_1complesso se mescolati assieme, o sottratti da un qualcosa di più grande. Nasce dall’esperienza di una sinestesia, in cui un l’idea di un colore ha invaso gli altri sensi, come se ci fosse stato un corto circuito emotivo, nel momento in cui veniva rievocata un’esperienza molto remota. In Puglia c’è una bella scena di musica indipendente, capita di collaborare con altre band e altri artisti e questo ci arricchisce molto. Ci sentiamo solo un po’ lontani dall’Europa geograficamente … a proposito conoscete gente che noleggia furgoni a GPL?

Progetti nel breve futuro di cui volete parlarci? Saremmo contenti di ascoltarvi, possibilmente anche live
Quest’estate abbiamo diversi live, abbiamo suonato con Go Dugong, è stato fantastico, suoneremo con CLAP! CLAP! e con GodBlessComputers. Saremo al Disorder di Eboli e in generale saremo sempre in giro. Quando non abbiamo live, ci piace lavorare a nuove tracce. Abbiamo l’idea per un nuovo EP, ma non lo dite a nessuno!


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Luca Scarfidi

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