Quarzomadera – Apologia del Calore (Discipline Records, 2016) di Riccardo Seghizzi

QuarzomaderacoverI Quarzomadera sono una band brianzola composta da due elementi, Davide Sar (voce, basso, chitarra e tastiere) e Tony Centorrino (batteria e percussioni). Li possiamo definire rock sempre in evoluzione e sempre pronti a proporre qualcosa di nuovo, inaspettato, ricercato.

Nato nel 2000 dopo svariate formazioni locali, il gruppo vanta la pubblicazione di ben 4 album. Nota fondamentale è il legame che li unisce. Partendo dall’esordio Cardio & Psiche (2006) che rappresenta l’elemento naturale dell’acqua, si arriva infatti al fuoco con l’ultimo capitolo recentemente uscito, Apologia del calore (2016), passando per l’aria con Orbite (2009) e la terra con L’impatto (2012). Un cerchio che si chiude dopo anni di lavoro.

Partendo dal principio, nel 2003 i Quarzomadera realizzano il mini CD Lunica, un lavoro che tratta in modo amaro, detestabile e allo stesso tempo amorevole, la figura femminile. Ne emerge chiaro lo stile, un rock classico italiano che, sebbene in questo caso denoti testi non ancora eccezionali e ritmi embrionali, lascia grandi speranze per il futuro che il duo non tarda ad accontentare.

Con Orbite, molti sono gli spunti e sfaccettature. Rock limpido, autentico, essenziale che accoglie stavolta differenti influenze, dal pop al grunge fino alla psichedelìa. Testi senza dubbio meno banali, che cercano di entrare nel profondo, e una voglia di stupire attraverso l’utilizzo di strumenti inusuali come l’arpa. Brani piacevoli che con i ritornelli giusti catturano sicuramente l’attenzione. Un grande passo in avanti, un cambio di ritmo, un ottimo lavoro.

Il successivo L’impatto è preciso, sapiente, pensato. Un viaggio tra moltissime sonorità, tra potenti riff e ritmi serrati, parti di brani molto calmi e ritornelli esplosivi, per arrivare a soluzioni di tipo cantautoriale.

Il ritorno sulle scene è storia recente. Il 30 maggio scorso è uscito per la label Discipline, Apologia del calore, epilogo del viaggio sonoro e degli elementi. Il fuoco ivi celebrato, temuto e rispettato è perfetto per la chiusura. Esso rappresenta la possibilità di ripulire ogni cosa, così come di distruggerla facendo di questo disco un monito nei confronti della società contemporanea e dei suoi difetti. Il sound è un mix tra stoner, progressive e funk.

Bellissima poi la cover del brano, datato 1975, de Le Orme, Amico di ieri, scelta originale che lascia alla band l’occasione di cambiare ancora volto, una gemma che va ad impreziosire un lavoro camaleontico, eclettico e ambizioso; un disco da capire, nel quale immergersi completamente e dal cui fuoco potrà nascere sicuramente qualcosa di nuovo.


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Luca Scarfidi

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