Psych Fest @Monk, Roma (foto di Nael Manuela Simonetti, testo di Tiberio Flammia)

nael_romepsychfest_day2_03Il primo e il secondo di Ottobre, al Monk, si è svolto il primo festival romano di rock psichedelico, progressive, noise e tanto altro: il Rome Psych Fest. Si può dire senza dubbio che a Roma è nata una scena psych. Con questo non intendo dire che fino ad ora la scena romana fosse priva di band che portassero avanti queste idee musicali, ma intendo dire che qui a Roma è nato finalmente un punto di riferimento che possa accomunare pubblico e artisti della moderna psichedelia.

Per due notti di fila band italiane ed internazionali si sono susseguite con esibizioni così intense da far raggiungere stati di trance che terminavano rovinosamente nel vuoto non appena si concludeva il set. Tra le band italiane più famose troviamo i Julie’s Haircut, Big Mountain County, The Winstons, quest’ultima composta da Dellera (Afterhours) Gitto (Lato B) e Gabrielli (Calibro 35). Per le formazioni straniere troviamo, tra gli altri, i Clinic e i The Oscillation, entrambe le band sono inglesi e hanno portato una ventata di aria nuova e lisergica all’interno di questo genere così particolare. Per la cronaca era prevista l’esibizione anche dei francesi J.C.Satan, band molto nota nella scena d’oltralpe che purtroppo, all’ultimo, ha dato forfait. E poi ancora molte altre band, più o meno famose, ma che sono state altrettanto capaci di far volare attraverso echi di suoni e giochi di luci, come i magnifici The Gluts: formazione della zona milanese che regala una performance assai intensa, potente, trascinata da un frontman che sembra recitare nello studiato caos sonoro della band.

Con l’intenzione di mettere in luce una scena purtroppo e/o per fortuna di nicchia, nei due giorni ho cercato di raccogliere informazioni, pareri e suggestioni che riguardassero la scena psych, sia italiana, sia vista in un ottica regionale. Dopo aver chiesto alle formazioni del nord Italia e alle band straniere notizie riguardo la loro situazione e quella italiana, il quadro che ne è emerso rispecchia un cronico ritardo nello sviluppo e nella crescita della scena italiana rispetto a quella francese e tedesca, ma sopratutto nei confronti di quella inglese e americana, ovviamente. Nonostante questo alcune band nostrane sono conosciute all’estero: sia la canadese Tess Parks, sia i californiani Levitation Room mi hanno fatto i nomi dei Go!zilla e dei Sonic Jesus.
Tornando in patria, su livello più fine risulta evidente la distanza fra Roma e il nord, più organizzato, a questo si aggiunge una quasi totale assenza di band del sud.nael_romepsychfest_day1_03
C’è però una nota positiva: sia i già citati The Gluts (Milano) sia i Father Murphy (Torino, creatori di uno stile particolarissimo e stupendo: l’Avant Churc Music) mi hanno confermato che hanno riscontrato una forte partecipazione da parte del pubblico romano che di solito non riscontrano negli altri palchi, come quelli milanesi: “In molti casi da noi il pubblico viene agli eventi solo per “farsi vedere” o per salutare qualcuno, qui invece hanno veramente voglia di ascoltare, ti fissano per tutto il tempo dell’esibizione e lo vedi che ti sentono. E’ molto bella questa cosa.” dice uno dei membri dei The Gluts.
Il pubblico romani ha voglia di ascoltare dunque. Speriamo che a questa voglia segua qualcosa di più concreto: nuovi eventi e iniziative, certo, a sopratutto una rete che faccia fluire musica e notizie da Nord a Sud, una rete che crei collaborazione tra i diversi locali d’Italia e tra le diverse band.
Come ha ben detto un membro dei Levitation Room, traducendo: “Questa musica vive di corsi e ricorsi -like a wheel- e ora è un buon momento”.
Ora è un buon momento. Non perdiamolo.


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Tiberio Flammia

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