Kursaal – Intervista di Laura Dainelli

17793460_10212833950303514_1125559237_nCominciamo con una nota di sincera ammirazione per la grande classe con cui riuscite a suonare pezzi fra loro molto diversi, dal pop più puro al rock più intimista, di quelli che fanno venire i brividi, e con toni quasi dark. E stessa considerazione vale per la voce della fantastica Valentina, che è tanto profonda e toccante quanto eclettica e versatile.

Quali sono le vostre rispettive ed individuali influenze musicali e come siete arrivati ad amalgamarle con un risultato così armonioso e naturale?

Ciao, innanzitutto ti ringrazio per le belle parole. Effettivamente ci piace dare libero sfogo alle nostre pulsioni artistiche, respingendo le etichette e gli inquadramenti, sia in termini di genere sia per quanto riguarda i contenuti espressi. Credo in realtà che il tutto sia nato dal fatto che ciascuno di noi viene da realtà musicali molto differenti, chi dal rock-metal, chi dal pop e chi dal progressive e che sia stato dunque un processo di naturale influenza reciproca. Il tutto poi rimescolato e riproposto secondo i nostri tre principi cardine: melodia, espressività e capacità di coinvolgere l’ascoltatore.
In sala prove il lavoro è sempre stato duro, e non ti nascondo che questo processo di fusione dei diversi stili e dei diversi ascolti personali è stato piuttosto difficile: a volte qualche battibecco ha allungato il lavoro e complicato il tutto! Però fa piacere sapere che gli sforzi non sono stati vani!

C’è un target di riferimento specifico come pubblico che vorreste conquistare ma che vi sembra di non essere ancora riusciti ? Sappiate che non valgono le risposte troppo scontate….che la musica unisce i popoli e abbatte barriere impensabili lo sappiamo già. 

Direi che la musica unisce i popoli e abbatte barriere… ah no… In realtà sono fermamente convinto che la nostra musica si ponga in modo abbastanza trasversale, prediligendo un pubblico che sappia ascoltare ed apprezzare ciò che ascolta, lasciandosi coinvolgere e godendosi quello che abbiamo da dire. Poi si sa, lo scenario musicale odierno è talmente frammentato da rendere praticamente impossibile limitarsi ad una nicchia di pubblico di riferimento.
Sicuramente ci piacerebbe riuscire a raggiungere quella nicchia di persone (che poi nicchia non è) che ascoltano soprattutto musica etnica: in particolare musica giapponese – non so se si è notato, ma nei nostri pezzi c’è tanto Giappone.

Parliamo dei vostri pezzi più da vicino: definireste Invisible come un concept EP o meno e come introdurreste all’ascolto chi ci si avvicina per la prima volta? Anche l’album che state registrando se non erro in questo periodo ha una tematica di fondo che funge da filo conduttore e legame fra i vari pezzi?

La domanda è interessante e per certi versi particolarmente difficile. In Invisible abbiamo voluto dare sfogo alle principali emozioni che avevano caratterizzato il periodo successivo allo scioglimento degli Absinthe (ndr: gruppo precedente di due elementi della band). Quindi il senso di smarrimento e di perdita (The End), la rabbia e la voglia di rivincita (Feels So Right (Since You’ve Gone). A queste due canzoni si è aggiunta la title track, ispirata da quanto di buono viene fatto da Amnesty International proprio per coloro che spesso paiono invisibili al mondo. Quindi più che di concept, parlerei di un EP improntato alle emozioni, belle e meno belle. Lo stesso pare che sia accaduto nella composizione del nuovo EP, di prossima uscita.

Potete già darci qualche info a riguardo?
17690568_10212833949823502_485101235_nCertamente. Ma poi dovremmo ucciderti. Il nuovo EP sarà composto da cinque pezzi, di cui tre inediti, una versione aggiornata di Feels So Right (Since You’ve Gone) e una reinterpretazione in chiave Kursaal di un pezzo degli Absinthe Revolution (ndr: altro gruppo di due membri della band). Insomma un EP che guarda al futuro, ma non dimentica quanto di buono è stato fatto in passato, e che segna anche il debutto di Valentina alla composizione.
I pezzi inediti dell’EP in uscita propongono dei testi che hanno come filo conduttore il cambiamento, sia inteso come desiderio di unione e rispetto tra diverse ideologie, sia inteso come rinascita dopo i momenti difficili che rendono le person
e sempre più fragili e vulnerabili. La scrittura dei testi è stata abbastanza spontanea, sono state semplicemente messe su carta esperienze e persone reali.

Secondo voi in una band quanto conta il rapporto umano? Nel vostro caso ritenete che l’amicizia che vi lega sia un collante forte nel suonare bene oppure è solo un piacevole elemento aggiuntivo? (ndr: risposte individuali)

Stef: Ti risponderò molto sinceramente. Una volta avrei scommesso a colpo sicuro sulla grandissima importanza dell’amicizia per la buona riuscita di un gruppo. Oggi, dopo anni di musica, posso dire che il gruppo che funziona è il gruppo i cui membri si rispettano e si stimano, apprezzando le caratteristiche di ciascuno, anche in assenza di un forte legame di amicizia. L’amicizia però, se correttamente convogliata nel flusso creativo, può certamente dare una marcia in più.
Matt: secondo me l’amicizia è una bella fetta della musica…  se si è amici prima che musicisti credo che tutto venga più facile. Certo si potrebbe fare musica e non essere amici, e penso alle mille mila orchestre del mondo o alla miriade di turnisti che registrano i dischi di altri, ma loro sono professionisti veri! Io non lo sono quindi prima voglio divertirmi! E senza amici che divertimento è?
Valentina: personalmente il segreto della buona musica è il continuo voler crescere e migliorarsi, accettando reciprocamente i difetti di tutti e valorizzando quelli che sono i pregi di ognuno di noi. Ovviamente nel momento in cui ci sono relazioni di affetto e amicizia tra i vari componenti questo procedimento non può che essere più spontaneo e piacevole.

Parlateci dei vostri prossimi progetti e se vi va salutate chi ci sta leggendo dando tutti i riferimenti possibili per iniziare ad ascoltarvi davvero e farsi un’idea migliore con le proprie orecchie

Nei prossimi due mesi vedrà la luce il nostro nuovo EP, di cui abbiamo appena ultimato il mastering. Una volta usciti, si tornerà dal vivo per fare un po’ di sana promozione con live e videolclip; poi ci si chiuderà nuovamente in studio per ultimare la composizione del nostro prossimo full lenght, di cui abbiamo scritto già alcune canzoni. Quindi vi invitiamo a seguirci, ascoltarci e ad abusare irresponsabilmente della nostra musica. Un saluto a tutti e see you on the road!

Grazie e un grosso in bocca al lupo da tutta la redazione di Relics – Controsuoni !


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Luca Scarfidi

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