Mastodon – Emperor of Sand (Reprise Records, 2017) di Francesco Sermarini

mastodon-emperor-of-sand-2017Manca qualcosa. E’ questa la prima sensazione che si ha a fine ascolto del settimo lavoro dei Mastodon. Ormai i nostri è da anni che si sono voltati verso un hard rock con sfumature stoner, per alcuni questa scelta ha rappresentato un involuzione rispetto a quello che si era creato in precedenza, ma non si vuole dare ragione o torto a questo pensiero in questa sede. E’ innegabile però che l’innovazione di dischi come Leviathan, Blood Mountain o la magnificenza di Crack the Skye non è stata più raggiunta, ma comunque i successivi The Hunter e Once ‘More Round the Sun risultavano essere dischi comunque più che gradevoli.

E quindi, come sono i Mastodon di questo Emperor of Sand? Difficile dare una risposta coerente. Confezionano un disco che ha dei rimandi al passato, ma continuando sulla strada che hanno deciso di intraprendere tempo fa. Il risultato può risultare positivo al primo ascolto, grazie anche a canzoni come l’iniziale Sultan’s Curse o Andromeda, ma già alla seconda ripassata si incominciano a notare diversi punti che inducono l’ascoltatore a storcere il naso parecchie volte. Show Yourself risulta essere un gigantesco boh, forse la canzone più appetibile dal punto di vista commerciale che il gruppo abbia mai composto, si nota una certa ripetizione tra i brani con versi tirati per poi esplodere in ritornelli più melodici ma contrassegnati da delle linee vocali molto piatte e per niente originali. Sono presenti delle buone idee sparse, ma niente di davvero eccezionale.

In conclusione risulta essere una delusione, un disco comunque ascoltabile e a molti potrebbe anche piacere, ma per gli standard a cui i Mastodon ci avevano abituato in passato questo è in definitiva il loro disco peggiore.

Tracklist:

  1. Sultan’s Curse
  2. Show Yourself
  3. Precious Stones
  4. Steambreather
  5. Roots Remain
  6. Word to the Wise
  7. Ancient Kingdom
  8. Clandestiny
  9. Andromeda
  10. Scorpion Breath
  11. Jaguar God


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Francesco Sermarini

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