7Marzo – Vorrei rinascere in un Lama (Mononoke Records, 2017) di Elide Ferrari

Oggi ci sono quasi più scrittori che lettori e lo stesso vale per la musica, dove sembrano esserci più musicisti che ascoltatori o non si spiegherebbe la grande mole di uscite discografiche, soprattutto indipendenti e autoprodotte, a fronte di un pubblico sempre meno interessato alla musica “nuova”. Per farsi strada in un caos così indistinto è quindi non più solo importante ma assolutamente imprescindibile avere “un qualcosa in più” degli altri, per sperar di lasciare almeno un ricordo (e possibilmente positivo) nei cosiddetti “addetti ai lavori” che si trovano ad ascoltare quotidianamente più musica di quanto una persona media oggi ascolta in tutta una vita. Quel “qualcosa in più” i milanesi 7Marzo sembrano decisamente averla, presentandosi con un disco d’esordio ben scritto, ben suonato, ben arrangiato e con testi che raccontano la quotidianità spesso burlandosene o parodiandola senza mai risultare però volgari o forzati. È bastato infatti un buon disco d’esordio autoprodotto (con la Mononoke Records, etichetta fondata dalla band) e tanta determinazione per farsi notare addirittura da Radio Deejay, che non ha saputo resistere all’autoironia e alla dirompente sfacciataggine del brano “Dai passa questo pezzo” che recita proprio “Dai passa questo pezzo su Radio Deejay, l’abbiamo scritto per i giovani come voi” (accompagnato da un video altrettanto esilarante, che mostra il gruppo a proprio agio anche di fronte alle telecamere: https://www.youtube.com/watch?v=JqudOIfYbHM).

In generale i racconti dei testi sono soprattutto in prima persona in queste dodici tracce diversissime tra loro ma all’interno delle quali si riesce ugualmente a distinguere la firma della band. Il genere musicale è a dir poco variegato, tanto che i 7Marzo stessi lo definiscono come qualcosa a metà strada “tra i Foo Fighters ed Elio e le Storie Tese” ed effettivamente si sentono sfumature differenti e apparentemente agli antipodi di generi che vanno dal punk al funk fino alla musica cantautorale, di cui è splendido esempio la conclusiva “Ciao”, pur mantenendo però uno stile unico.

La formazione accademica del frontman, Franz, forse tende a calcare un po’ la mano, forgiando un disco che pecca di impeccabilità, ma che pur conquista dalla prima all’ultima traccia. Oltre alle già citate, altre canzoni degne di nota contenute in questo disco, che dovrebbero trovarsi in tutte le playlist che si rispettino, sono senza dubbio la title-track “Vorrei rinascere in un lama” e la struggente “Eva correva”, l’unica narrata in terza persona e che sottolinea la capacità della band di trattare anche temi seri come un brutale omicidio di cui Eva è stata fragile testimone.

Un disco da ascoltare almeno una volta nella vita, per accorgersi di non poter fare a meno di riascoltarlo e riascoltarlo ancora, scoprendo sempre nuove sfumature che l’attitudine scanzonata delle melodie ha impastato volutamente con gli ingredienti più insoliti. Un po’ come accade con gli Elio e le Storie Tese, di cui i 7Marzo potrebbero essere davvero degni eredi.


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Luca Scarfidi

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