Kraftwerk @OGR di Torino (testo e foto di Mauro Tomelli)

E’ un po’ difficile descrivere l’importanza che un gruppo come i Kraftwerk ha avuto nella storia della musica contemporanea. E che continuano comunque ad avere. Hanno contribuito ad alimentare tanti generi musicali. Hanno influenzato il rock, l’hip pop, la EDM e tutta l’elettronica fino ai giorni d’oggi. Ma non solo. La maggior parte della musica pop di oggi deve molto al suono Kraftwerk che nel anni ’70 hanno intrapreso e  porta avanti il loro personalissimo e geniale connubio pensiero musicale uomo-macchina. Ralf Hütter e Florian Schneider sono e rimangono i fondatori e le menti assolute di questo “gruppo” che ha esplorato e interpretato in modo sempre ironico e critico la tecnologicia, che poi è tra i modi migliori per studiare e capire la realtà e la società moderna. Ragionamenti che sono rimasti molto attuali.

Senza produrre nuovi dischi dal 2003, il progetto Kraftwerk si concentrato negli ultimi anni nelle esibizioni dal vivo in 3D, inaugurate con l’esibizione del 2012 al MoMA di New York. Le performance di 3-D: The Catalogue ( il cofanetto che racchiude le versioni live di AutobahnRadio-ActivityTrans Europe ExpressThe Man-MachineComputer WorldTechno PopThe Mix e Tour De France), dopo il concerto del 25 Luglio 2016 all’Arena di Verona e di Umbria Jazz 2017, tornano in Italia. A riportare il gruppo tedesco sono stati i bravissimi organizzatori del Club to Club di Torino; “The Catalogue – 1 2 3 4 5 6 7 8“ sono stati quattro show che riproponevano gli otto album più importati della band tedesca. La serata del 5 novembre è stata quella dedicata a Trans Europe Express (1977), The Man-Machine (1978). Il concerto si è tenuto alle OGR (Officine Grandi Riparazioni) uno spazio bellissimo dove un tempo si “appendevano” le locomotive ed ora è uno dei centri culturali più importati della città.  

Tempo di mettere gli occhialini per le animazioni 3D, qualche secondo di buio e i quattro salgono con le loro neon bodysuit, che simboleggiano quella dell’operaio, appostandosi alle loro console. E’ la celebre iconografia scenica dello show. I concerti dei Kraftwerk sono sempre stati così, asciutti, pittoreschi, ironici e geniali. Qualcosa che trascende e spesso si fa opera d’arte vera e propria. Un tempo evocavano il futuro ora invece il passato, che a ragion veduta sembra raccontare molto del presente. Oltre due ore di estesi dove viene snocciolato tutto il loro repertorio migliore, soprattutto quello dedicato ai due album celebrativi della serata. Si comincia con “Numbers” e “Computer World” e si ripercorrono gli anni Settenta con “Pocket Calculator” e “Spacelab” (nelle immagini in 3D si sta in orbita per poi atterrare alle OGR)Radioactivity“, ode alle onde radio e alle radiazioni, è diventata ora una dedica alle vittime delle catastrofi nucleari, da Sellafield a Chernobyl, da Hiroshima a Fukushima. “The Man Machine” uno dei pezzi più amati dai fan è forse quella che ha le animazioni migliori. 

Inaspettatamente poi lo show sconfina anche verso un’altro repertorio; ecco quindi “Autobahn”, accompagata da immagini e animazioni nostalgiche con vecchie berline Mercedes e maggiolini Volkswagen, simboli dell’allora rinascita automobilistica teutonica. Non poteva mancare “The Model” uno dei loro brani più ballabili e infatti si fa molta fatica a sto punto a stare sulle poltroncine. Poi si tira il sipario e dopo qualche minuto entrano in scena finalmente gli attesissimi robot che sostituiscono la band, invitati speciali per eseguire “The Robots”. E’ la storia dell’elettronica che si percorre a lunghe falcate, fino a giungere al termine con “Music Non Stop”. Il pubblico li acclama – è la celebrazione del lavoro di una vita – e queste performance sono il regalo più bello che i Kraftwerk e il Club To Club potevano fare agli amanti della musica in generale; quello più attempato – che era giovane nel periodo d’oro dei quattro di Düsseldorf – ma anche quello che all’epoca doveva ancora nascere, ugualmente ben rappresentato in questa magica serata dove il passato si è fatto futuro.

 


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Mauro Tomelli

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