REAL RELICS #13 – TOOL @Palaghiaccio di Marino, RM (foto di Matteo Pizzicannella)

Il 21 Giugno 2006, concerto dei Tool al Palaghiaccio di Marino (Roma). Ultima visita live della band (tutt’ora scomparsa) nella capitale, data che già inizialmente aveva destato alcuni dubbi sulla scelta della location. In effetti originariamente il concerto si sarebbe dovuto tenere al centrale del tennis di Roma ma poi alla fine è stato tutto dirottato a Marino per problemi strutturali legati alla centrale palazzetto precedentemente selezionato. Forse proprio questo trasloco ha ritardato un po’ tutto: cancelli aperti solo poco prima delle 20 e concerto che è iniziato verso le 22.
Recita una recensione dell’epoca:

“Alla fine la nuova location non mi è sembrata male dal punto di vista dell’acustica anche se a dir la verità un vero e proprio confronto col forum italico non lo posso fare non essendoci mai stato a seguire un concerto. Il palco era posizionato logicamente al di sotto di una curva del Palaghiaccio ed aveva quattro schermi tipo cinema ma in verticale dove venivano proiettate immagini astratte-virtuali molto curate. La performance inizia con Lost Keys del loro ultimo album con questo lunghissimo suono di sottofondo che apre poi alla chitarra un brano breve che fa da intro al successivo e lunghissimo brano Rosetta Stoned. Solo quando comincia questo brano si vede finalemente Keenan che poi si è nascosto dietro ad uno degli schermi rendendo visibile al pubblico solo la sua ombra anche se dalla mia posizione riuscivo a vederlo tranquillamente. Ogni colpo della grancassa della batteria fa tremare le gambe e sembra quasi che ci sia qualcuno che ti sta praticando un massaggio cardiaco anche se il cuore batte già a mille. I suoni sono praticamente identici a quelli che puoi ascoltare dai loro cd anche se forse il cantato risente un po’ del live. Keenan delude un po’ tutti quando, pur presentandosi sul palco comincia a cantare rivolgendo le spalle al pubblico anche se poi questa è ormai una sua caratteristica, non molto apprezzata dai suoi fans, che lo accompagna da molto e che è motivata da un fastidio dei flash fotografici* anche se per lui c’è un’attenuante: dei volantini distribuiti prima del concerto dove si invitano tutti a non usare i flash per volere della band. A mio avviso però non si può fare un intero concerto come ha fatto lui!!!

Ma torniamo al concerto. La successiva Stinkfist lascia davvero col fiato sospeso nonostante qualche piccola incertezza colmata però dalla magica esperienza della band. Comunque la maggior parte de concerto è dedicata al nuovo album 10000 Days spaziando da Jambi a Vicarious. Dopo più della metà del concerto i membri della band si riposano letteralmente sedendosi tutti vicini al sul palco ed incitando il pubblico. Alla fine però nessuno si aspettava che dopo un’ora e mezza salutassero ed uscissero dalla scena deludendo un po’ i più. Purtroppo forse suonare ad un livello così alto per tutta la durata del concerto comporta inevitabilmente una scelta del genere, scelta che è difficile poi criticare a freddo, tirando le somme dell’evento, questo perché ci si rende conto della qualità della loro musica anche dal vivo e prolungare un concerto magari a scapito proprio di questa qualità sarebbe assurdo e lederebbe fortemente alla loro immagine creando sicuramente sconforto tra i fans. Il bilancio finale è estremamente positivo, un’esperienza UNICA!!!!”

*chi all’epoca scrisse l’articolo probabilmente non sa che non è consentito l’utilizzo del flash sottopalco (pena l’allontanamento) e soprattutto, se fosse veramente quella la causa, e non un mero atteggiamento da “star” atto a far parlare di se, il buon Keenan avrebbe dovuto forse evitare di piazzarsi di fronte a maxischermi con proiezioni multicolori e nettamente più inclini a “disturbare”.
Ecco la gallery originale dell’epoca negli scatti in pellicola del nostro Matteo Pizzicannella:


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Stefano D'Offizi

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