Robben Ford è unanimemente considerato uno tra gli indiscussi miti della chitarra. Classe 1951, figlio d’arte (il padre Charles era leader della Charles Ford Blues Band), con più di 35 album alle spalle e una carriera costellata di collaborazioni eccellenti (basti pensare che nel 1986 fu in tour con Miles Davis), Ford vanta uno stile inimitabile, impossibile da etichettare entro i limiti di un genere: suona e canta il blues con grande classe, ma il suo percorso artistico ha previsto tappe nel jazz, nella fusion e nel funky. Cinque volte candidato ai Grammy, Ford è stato definito dalla prestigiosa rivista Musician “uno dei 100 più grandi chitarristi del XX secolo”. In occasione dell’uscita del suo ultimo album solista Purple House, il nuovo tour europeo di Ford sta attraversando in questi giorni il nostro Paese. Relics ha avuto l’occasione di assistere allo show di Bologna dello scorso 14 Novembre, presso l’elegante location del Teatro Auditorium Manzoni.
La serata non prevede antipasti, niente gruppi spalla: piatto unico ed essenziale ma ricco, con il palco già predisposto per l’arrivo della band, su cui fa bella mostra la strumentazione; in particolare, l’attenzione del pubblico (prevalentemente musicisti professionisti o amatoriali, sicuramente intenditori) è monopolizzata dalla Telecaster bianca di Ford accoppiata alla sua prestigiosa testata Dumble Overdrive Special, pressoché introvabile.
Si spengono le luci e la band fa il suo ingresso in sala. L’atmosfera è intima, un semplice fondale nero, luci calde e soffuse, niente che possa distogliere l’attenzione dalla protagonista principale della serata, la Musica. Due chitarre, un basso, una batteria. Non occorre altro. Affiancato da tre giovani e talentuosi musicisti, il leone californiano appare in forma smagliante, le sue dita danzano sulla tastiera della Telecaster e regalano al pubblico dell’ottimo blues con digressioni jazzistiche; Ford alterna pezzi storici con qualche brano del nuovo album; non mancano lunghi e raffinati assoli, una splendida versione di Indianola dedicata alla memoria del compianto B.B. King e, tra gli applausi e gli incitamenti del pubblico ben due encore.
Vi lasciamo alla gallery fotografica del nostro Giovanni Cionci.