A Forest of Stars – Grave Mounds And Grave Mistakes (Prophecy Productions, 2018) di Giuseppe Grieco

Di solito si pensa al black metal secondo canoni ben precisi, poco aperti a sperimentazioni eccessivamente ardite. Ci sono poi formazioni che riescono a smantellare questa formula fissa e tante volte stantia, donando una ricca ventata d’aria fresca al genere, un influsso destinato a riflettersi su molte altre band del sottobosco del metal più d’avanguardia. Gli A Forest of Stars appartengono esattamente a questa cerchia di coraggiosi riformatori, avendo creato uno stile complesso e perfettamente riconoscibile, definito spesso pittorescamente come psychedelic black metal. Definizione questa che a mio avviso rappresenta perfettamente le allucinazioni terrificanti di stampo vittoriano che questi…

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Di solito si pensa al black metal secondo canoni ben precisi, poco aperti a sperimentazioni eccessivamente ardite. Ci sono poi formazioni che riescono a smantellare questa formula fissa e tante volte stantia, donando una ricca ventata d’aria fresca al genere, un influsso destinato a riflettersi su molte altre band del sottobosco del metal più d’avanguardia.

Gli A Forest of Stars appartengono esattamente a questa cerchia di coraggiosi riformatori, avendo creato uno stile complesso e perfettamente riconoscibile, definito spesso pittorescamente come psychedelic black metal. Definizione questa che a mio avviso rappresenta perfettamente le allucinazioni terrificanti di stampo vittoriano che questi musicisti inglesi hanno imparato a suscitare.

Il precedente A Shadowplay For Yesterdays era un album dal respiro più ristretto di Grave Mounds And Grave Mistakes, che invece presenta momenti spazialmente più ampi. La formazione a sette elementi dona grande varietà al comparto timbrico dell’album, a partire dalla traccia di apertura Persistence Is All, di carattere fortemente atmosferico. Precipice Pirouette è una lunga cavalcata negli incubi fumosi del gruppo, in cui i forsennati ritmi black sono accompagnati da un elegante quanto sinistro violino, il tutto guidato dalla voce di Mister Curse, sempre più accostabile alla figura di un profeta impazzito. Tombward Bound con i suoi colpi di synth è un bellissimo esempio di atmospheric black metal, mentre Premature Invocation accentua il lato psico-folcloristico grazie all’ausilio del flauto e arpeggi di chitarra molto cinematografici. La stessa tensione è mantenuta nella successiva Children of the Night Soil, che con il suo violino sembra trasportarci su un molo notturno, misterioso e carico di potenziali pericoli.

Il momento più poetico del disco è Taken by the Sea, bellissimo pezzo interpretato da Katheryne, la seconda voce del gruppo, che con questo dolce intermezzo spezza la brutalità del disco, ripresa in Scripturally Transmitted Disease, densa di pulsazioni elettroniche perfettamente equilibrate con tutto il resto e presenti anche nella successiva e ultima traccia Decomposing Deity Dance Hall.

Molto articolato e impegnativo, il quinto album degli A Forest of Stars riconferma ancora una volta la loro eccezionalità nel panorama musicale, nonché la consolidata qualità artistica che da sempre li caratterizza.

Tracklist:

1. Persistence Is All
2. Precipice Pirouette
3. Tombward Bound
4. Premature Invocation
5. Children of the Night Soil
6. Taken by the Sea
7. Scripturally Transmitted Disease
8. Decomposing Deity Dance Hall


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Giuseppe Grieco

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