Daughters – You Won’t Get What You Want (Ipecac Recordings, 2018) di Francesco Sermarini

Nessun disco in questo 2018 riesce a fare male tanto quanto questo ritorno in grandissimo stile degli americani Daughters. Dopo 8 anni di silenzio totale e apparente iato, i nostri di Providence sono ritornati con You Won’t Get What You Want, un disco scandaloso da quanto è nichilista, oscuro e bello. La sola iniziale City Song è un brano che ti conquista fin da subito, con il suo ritmo ruvido e le sonorità atone, il suo cantato/recitato che riprende il primo Nick Cave ma mettendolo in un mash-up di industrial ed elettronica affascinante da quanto è semplice ma…

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Nessun disco in questo 2018 riesce a fare male tanto quanto questo ritorno in grandissimo stile degli americani Daughters. Dopo 8 anni di silenzio totale e apparente iato, i nostri di Providence sono ritornati con You Won’t Get What You Want, un disco scandaloso da quanto è nichilista, oscuro e bello. La sola iniziale City Song è un brano che ti conquista fin da subito, con il suo ritmo ruvido e le sonorità atone, il suo cantato/recitato che riprende il primo Nick Cave ma mettendolo in un mash-up di industrial ed elettronica affascinante da quanto è semplice ma efficace nell’intento di creare cicatrici. Mash-up è proprio la parola con cui meglio definirei You Won’t Get What You Want: nel susseguirsi della tracklist assistiamo al noise-rock dei primi Swans in Long Road, No Turns, nella combo The Flammable Man/The Lord Song sembra di sentire il figlio illegittimo tra i Converge e i Godflesh, in Less Sex ritroviamo i Nine Inch Nails più lussuriosi e così via.

I Daughters non si sprecano neanche con l’estremizzare ogni strumento di cui si avvalgono, distorcendo al massimo chitarre, synth, basi elettroniche, addirittura il pianoforte riesce a dare un contributo nel creare un suono cacofonico e claustrofobico. Menzione d’onore anche per le lyrics di Alexis Marshall: manifesti di un mondo in balia della misantropia pura, diretti ma contemporaneamente piena di retorica affatto scontata.

Tutto questo mio sproloquio senza senso per dire che siamo di fronte al disco dell’anno. Un ascolto che farà sanguinare le orecchie di tutti coloro che intraprenderanno questo viaggio apocalittico ma, contemporaneamente, li fomenterà tantissimo. Fortemente consigliato.

Tracklist:

  1. City Song
  2. Long Road, No Turns
  3. Satan in the Wait
  4. The Flammable Man
  5. The Lords Song
  6. Less Sex
  7. Daughter
  8. The Reason They Hate Me
  9. Ocean Song
  10. Guest House


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Francesco Sermarini

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