Der Finger – Le Cinque Stagioni (Toten Schwan Records, 2019) di Giuseppe Grieco

“Sul colle più alto che domina la valle sbocciò un melo selvatico. I suoi frutti rigogliosi vennero subito circondati da una selva di insetti in cerca di polline prelibato. Prese a soffiare un forte vento che disperse i frutti in tutte le direzioni sradicandoli dai rami. Nel frattempo piccoli vermi iniziarono a crescere dentro le mele sul terreno. Famelici rapaci li attesero pazienti e ne fecero scempio trascinandoli fino al loro nido. Ai piedi della collina intanto cresceva silente un giardino fiorito”. Ecco, in sintesi, Le Cinque Stagioni del duo Der Finger. L’ermetico passo qui riportato è quello contenuto…

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Sul colle più alto che domina la valle sbocciò un melo selvatico. I suoi frutti rigogliosi vennero subito circondati da una selva di insetti in cerca di polline prelibato. Prese a soffiare un forte vento che disperse i frutti in tutte le direzioni sradicandoli dai rami. Nel frattempo piccoli vermi iniziarono a crescere dentro le mele sul terreno. Famelici rapaci li attesero pazienti e ne fecero scempio trascinandoli fino al loro nido. Ai piedi della collina intanto cresceva silente un giardino fiorito”.

Ecco, in sintesi, Le Cinque Stagioni del duo Der Finger. L’ermetico passo qui riportato è quello contenuto nell’edizione fisica del disco, limitata a 100 copie e pubblicata dalla Toten Schwan Records. Il fatto poi che il duo italiano non sia, rende la cosa ancora più interessante, e anche straniante. Peri inciso, questa sensazione vi accompagnerà per tutto il disco, per cui cominciate a prepararvi.

Venendo al duo, i membri sono Anton Efimov (chitarra, basso, effetti) e Evgenia Sivkova (sax, batteria, clarinetto, mandolino, voce, tromba ed effetti), provenienti da Mosca. Oltre che dalla musica, i due russi sono uniti anche dalla passione per il mondo scientifico: il primo è uno scienziato che lavora in un laboratorio di bionanotecnologie, la seconda sta ultimando il suo dottorato in astrofisica. Le opere precedenti a questa persa in esame sono molte, spesso registrate in presa diretta senza alcuna sovraincisione.

L’obiettivo della coppia può essere riassunto nella dimostrazione del potere e della gloria dell’improvvisazione, slegata dal concetto di tempo così come lo si intende normalmente. Il loro stile, che amano definire come “un minimalismo dark jazz”, unisce il positivismo scientifico e il simbolismo decadente dell’art nouveau del secessionismo viennese a cavallo tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Da qui proviene anche la scelta dell’uso del tedesco (o italiano nel nostro caso) invece che dell’imperante inglese.

Le Cinque Stagioni è stato registrato al Sanchillo Vintage Recordings Studio di Mosca, sotto la supervisione del padre di Evgenia, Edwan Sivkow, sassofonista d’avanguardia e che già ha affiancato il duo dal vivo. L’album è un tributo allo scrittore Robert Anton Wilson e alla sua trilogia fantascientifica Gli Illuminati. I titoli dei brani sono quelli delle cinque stagioni del calendario degli illuminati, ed è voluto il gioco di parole in italiano che rimanda alle Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, con cui però non ha nulla a che fare.

Come classificare questo album? Come avrete capito, il disco è pieno zeppo di cultura e riferimenti letterario-filosofici, e questo lo rende di per sé un lavoro ostico. Lo stile poi, è solo per gli ascoltatori più forti e aperti di mente. Siamo di fronte a un free jazz dai contorni così sfumati che spesso si finisce nel noise non addomesticato. I cinque brani sono tutto il contrario della classica forma canzone, piuttosto sono una decostruzione e un riassemblamento di essa. Si va dal noise tribale di Unordnung alla cavalcata free Beamtennherrschaft. Verwirrung e Zweitracht illudono l’ascoltatore con il loro inizio classico, per poi maciullarlo nei loro contorti schemi compositivi. Il brano più accessibile è senza dubbio Realpolitik, sia per durata, sia per la sua somiglianza a un free jazz più canonico e contenuto.

Un disco per veri temerari, non c’è dubbio. Il concettualismo filosofico e sonoro del duo è davvero per pochi. Chi dovesse riuscire a reggere il confronto però, potrebbe essere in grado di apprezzarne le idee di fondo e anche le composizioni, difficilmente digeribili ma non per questo prive di fascino.

L’album è scaricabile gratuitamente in formato digitale dalla pagina Bandcamp del duo, dove è possibile anche comprare l’edizione fisica.

Tracklist:

  1. Verwirrung
  2. Zweitracht
  3. Unordnung
  4. Beamtennherrschaft
  5. Realpolitik


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Giuseppe Grieco

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