Tornano a calcare il suolo italiano i britannici Cradle of Filth, lo fanno giocando subito la mano migliore, annunciando che nel tour verrà suonato per intero uno dei loro album migliori: Cruelty and the beast.
Noi di Relics eravamo lì per raccontarvi con immagini e parole cosa è accaduto sul palco del Campus Industry.
ACOD
In perfetto orario sulla tabella di marcia, alle 20:20, l’apertura del sipario spetta ai francesi ACOD, il pubblico sotto al palco è già discretamente numeroso e partecipe.
La performance scorre via energica e la scaletta è ben eseguita.
Gli ACOD erigono un muro sonoro con una sorta di thrash/black metal egregiamente eseguito per quanto riguarda il comparto strumentale, ben coadiuvato dalla voce del buon Fred, che scuote i pochissimi apatici sotto palco a più riprese.
Nessuno dei presenti ne esce deluso, gli applausi a fine concerto lo dimostrano e promuovono i metallers transalpini a pieni voti.
Tracklist:
1 Omnes Tenebrae
2 Road to nowhere
3 Broken eyes
4 Between worlds
5 Tristis unda
6 Fleshcell
7 Sleeping shores
Ed ecco a voi qualche scatto della loro performance:
CRADLE OF FILTH
Il Campus Industry è oramai pieno, gremito, per accogliere i Cradle of Filth, qualche minuto di ritardo e il palcoscenico si fa oscuro, con la tipica atmosfera gotica.
Uno ad uno i membri della band entrano sul palco e la platea esplode all’ingresso di Dani Filth.
Avvolto in un mantello, il buon Dani salta da una parte all’altra del palco, ed esplode uno scream vampiresco sull’apertura di Thirteen autumns and a widow.
Il pubblico è incontenibile, Dani non delude, una vera macchina canora.
Il growl, lo scream e le inconfondibili parti narrative parlate sembrano uscire da un CD in riproduzione e non da un microfono in live.
Ahimè lo stesso non si può dire del comparto strumentale, i suoni escono in platea troppo impastati e un orecchio attento non può davvero non essersi reso conto di una serie di imprecisioni uscite dalla batteria, già penalizzata dalla quasi completa assenza in uscita di rullante e percussioni.
Anche a livello visivo si notava la difficoltà esecutiva e la poca fluidità di chi stava dietro le pelli, un vero peccato.
La scaletta non riserva sorprese, Cruelty and the beast viene eseguito nella sua interezza, Dani non perde un colpo, è spietato, preciso e emana una energia rara.
Sul finale c’è spazio per 5 brani extra, tra i quali spicca la bellissima e maestosa Saffron’s Curse.
Il sipario si chiude sulle note di From the cradle to enslave, lo show non lascia certo l’amaro in bocca, nessuno ne esce deluso, seppur, senza qualche pecca strumentale di un gruppo oramai veterano come i Cradle, sarebbe stato uno spettacolo da 10 in pagella.
Tracklist:
1 Thirteen autumns and a widow
2 Cruelty brought three orchids
3 Beneath the howling stars
4 Desire in violent overture
5 The twisted nails of faith
6 Bathory Aria
7 Lustmord and wargasm
8 Malice through the looking glass
9 Heartbreak and seance
10 Wester vespertine
11 Saffron’s curse
12 From the cradle to enslave
Ecco a voi alcuni scatti dei Cradle!