Relics-Controsuoni questa sera apre le porte ad uno scenario inedito per le sue consuetudini. Siamo in vista di recensire uno degli eventi più attesi, seppur fatto non interamente di musica inedita, in questo maggio 2019 a Livorno.
Sabato 12 maggio abbiamo assistito alla Prima di due serate dedicate al decimo compleanno dei Gary Baldi Bros al Teatro Goldoni, che per questa occasione hanno chiesto a tutti i partecipanti l’abito elegante.
Entro sul mio palchetto, eccessivamente in posizione laterale per esser dedicato a fotografi e giornalisti, mi do subito un’occhiata intorno, notando con piacere tante giacche e cravatte, scialli scintillanti e tacchi alti: esattamente come “una volta a teatro”.
La formula dei Gary Baldi Bros è un mix esplosivo: loro la chiamano Trockadance. Una miscela che unisce le sonorità dei grandi successi dance degli anni ’90, il pop commerciale, il rock, la comicità e vere acrobazie musicali. Ogni concerto spazia dai grandi successi disco di quegli anni a brani inediti ed è immediato percepire le due diverse “anime” del sestetto composto da Emiliano Geppetti alla voce, Carlo Bosco al pianoforte e tastiere, Valerio Dentone al basso, Raffaele Commone alle pelli, Michele Ceccarini alla chitarra e Giacomo Parisi alla seconda chitarra e alle percussioni.
L’evento ha inizio alle 21.15 circa, la sala ed i palchetti sono gremiti di persone in attesa dei beniamini; siamo a tutti gli effetti in presenza di un sold-out al Teatro Goldoni.
Le luci si alzano lentamente e vediamo apparire sul palco del teatro la Symphonic Orchestra Amedeo Modigliani di Mario Menicagli, composta per l’occasione da 26 elementi, orchestrati dal Maestro Stefano Brondi.
Emiliano apre lo spettacolo seduto su una sedia alla sinistra del palco, proponendoci un antipasto teatrale, in attesa di venir raggiunto da tutti gli altri membri in giacche dorate, che pian piano prendono posto dietro ai loro strumenti e si inizia: i Gary Baldi snocciolano una dietro l’altra le hit dance più famose dagli anni ’90 ai giorni nostri, le solite cover che hanno portato la band a fare sold-out ovunque vadano e a diventare l’icona livornese che sono. Questa volta sono accompagnati dall’orchestra che apporta un significativo contributo all’arrangiamento dei brani e nella compagine meravigliosa del Teatro Goldoni, nasce subito la magia. “What is love?”, “Rhythm of the night”, “Sweet Harmony”, “Narcotic”, uno dietro l’altro sotto le scaglie iridescenti della palla da disco attaccata al soffitto altissimo del Goldoni, ci hanno riportato indietro negli anni, nei nostri anni e la presenza dell’orchestra ha fatto sì che restasse memorabile.
Salgono quasi subito anche il coro Springtime, diretto dal maestro Cristiano Grasso e verso la metà del concerto, quando ormai tutto il pubblico è in piedi ed ha raggiunto i piedi del proscenio, arrivano anche le Monday Girls dirette dallo stesso Cristiano Grasso. Anche in questo caso è un gioco facile da vincere, i cori sono numerosi, ben preparati e le canzoni si prestano alla loro presenza. Originali sono i punti delle canzoni in cui sono intervenuti, hanno creato un bel po’ di sorpresa fra il pubblico.
Nonostante alcuni fastidiosi rientri di suoni udibili anche in sala a metà serata, mi sento di dover comunque fare un applauso ai fonici William Geroli e Gianluca Cavallini per aver portato a termine l’ardua impresa di gestire un infinito numero di microfoni sul palco in comunque uno spazio ridotto per gli stessi. Tolti i piccoli imprevisti di cui sopra, il tutto è risultato facilmente udibile anche dai palchetti laterali che solitamente sono i più ostici da accontentare.Emozionante anche l’esecuzione del loro (al momento) unico inedito “Cielo Amaranto”, dedicato all’alluvione del 2017 a Livorno, che mise in ginocchio la nostra città ma che la vide anche rinascere dalle proprie ceneri più forte e più unita di prima. È nella notta più fonda che si vedono le stelle più splendenti.
Il concerto si chiude alle 23.00 dietro grandi plausi di tutti i presenti.
Questa sera ci sarà la replica che consigliamo vivamente a chi non è riuscito a venire ieri sera.
Di seguito le foto di Margherita Bandini